Una storia orrenda di violenza e segregazione a Coccaglio, una donna costretta a prostituirsi con la figlia di tre mesi tenuta in ostaggio. Per interrompere l’incubo di una 23enne romena è stato decisivo l’intervento dei carabinieri della compagnia di Chiari, comandante Egidio Lardo e di quelli della stazione di Cologne con il vice comandante Romeo Mesorella. In manette sono finiti una ragazza romena da poco 18enne e il suo compagno albanese di 33 anni. L’arresto risale a lunedì e il provvedimento è stato convalidato dal gip Francesco Piantoni. Pesantissimi i capi di imputazione per i due: sequestro di persona, riduzione in schiavitù. induzione e sfruttamento della prostituzione. Per gli stessi reati sono indagati a piede libero quattro albanesi residenti a Rovato. Il 33enne albanese deve rispondere anche di violenza sessuale e lesioni. Tutto nasce da una telefonata alla stazione dei carabinieri di Cologne di un uomo residente nella Bergamasca, cliente di una prostituta romena di 23 anni, la quale ha raccontato la storia che vive chiedendo aiuto. Gli uomini dell’Arma arrivano a Coccaglio dove si trova la donna e la situazione che trovano è pesantissima. La donna infatti è segregata in casa da alcuni albanesi, i quali la ricattano e la obbligano a prostituirsi tenendo in ostaggio la piccola figlia di tre mesi. La 23enne racconta di aver conosciuto l’altra ragazza romena in Grecia e di essere arrivata in Italia con la promessa di un lavoro, ma di essere stata poi obbligata a prostituirsi. Sempre dai suoi racconti emerge che il 33enne albanese, compagno dell’amica, una volta l’ha anche violentata perchè non aveva guadagnato a sufficienza, olre a picchiarla in più occasioni. Per liberarsi da questo incubo, la donna avrebbe dovuto pagare 10.000 euro ai suoi aguzzini, con la promessa di trovare un’altra ragazza disposta a prendere il suo posto.
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