Nella regione devastata dal terremoto, l’emergenza è la Moschea

04-06-2012

Forlì, 4 giugno 2012 – DAVIDE DREI, assessore comunale al Welfare  del Comune di Forlì, in una regione devastata dal terremoto, si preoccupa della mancanza di una Moschea.

Così, invece di impegnarsi nella ricerca di alloggi per gli sfollati delle province vicine, o di capannoni che possano ospitare le aziende che hanno perso i propri, è alla spasmodica ricerca di una struttura per i maomettani. Un’emergenza, una priorità per gli abitanti di Forlì.

Di recente avete incontrato i rappresentanti della comunità islamica di Forlì, a che punto è l’iter burocratico per il nuovo centro culturale? «L’ufficio tecnico sta predisponendo il progetto per la variante urbanistica. Tale progetto non riguarda solo la struttura di via Masetti, ma anche altri locali per i quali occorre cambiare la destinazione d’uso in modo da permetterne l’utilizzo come luogo di culto. Intendiamo soddisfare le diverse esigenze religiose in città. Penso, ad esempio, alla chiesa ortodossa romena. In ogni caso ci sono dei tempi tecnici da rispettare».

Paolo Rava, assessore all’Urbanistica, a marzo ha parlato di un periodo tra i quattro e i sei mesi per la variante urbanistica. Allo stato attuale qual è la previsione? «C’è da considerare che, dopo l’approvazione, deve esserci un periodo di visibilità pubblica degli atti. Sono realista e dico che, con ogni probabilità, si arriverà al prossimo inverno per concludere l’iter».

Per Hicheam Khamassi, presidente del centro culturale islamico di Forlì, sei mesi sono troppi perché si discute della questione da quattro anni. «Comprendo le loro esigenze. La discussione è cominciata quando c’era un’altra giunta e l’acquisto del capannone è avvenuto pensando che potesse essere utilizzato subito come luogo di culto. Noi abbiamo predisposto un percorso ben avviato con dei tempi che non dipendono dalla nostra volontà. La disponibilità a risolvere il problema c’è tutta e lo abbiamo dimostrato».

Non c’è alcuna possibilità che la comunità islamica possa utilizzare il capannone di via Masetti dal prossimo 20 luglio per il periodo di Ramadan? «Senza dubbio il problema della destinazione d’uso non sarà risolto entro quella data, ma noi stiamo lavorando per permettere l’uso transitorio del capannone proprio per il periodo di Ramadan. Tra un paio di settimane sapremo se sarà possibile, oppure se la comunità islamica dovrà utilizzare altre strutture come avvenuto negli anni scorsi».

Quali problematiche avete affrontato durante l’incontro di maggio? «Il fatto che il Comune lavori per l’utilizzo transitorio della struttura di via Masetti dimostra che c’è la volontà di permetterne anche l’uso definitivo. Abbiamo discusso di quest’argomento».

La raccolta fondi per l’acquisto del capannone è avvenuta in maniera trasparente? «Ci è stata fornita la documentazione necessaria con l’elenco delle donazioni».

Molti temono legami coi movimenti islamici più radicali. Come si fa a essere sicuri che non accada? «La gestione di problemi di questo tipo non spetta all’amministrazione comunale. Il nostro compito è avere rapporti instaurati sul dialogo e sulla collaborazione con la comunità islamica forlivese. Solo in questo modo è possibile isolare eventuali soggetti che hanno finalità diverse dalla preghiera, ma non c’è alcuna sensazione che qui a Forlì possano esserci persone legate ai movimenti più radicali. Noi cerchiamo di favorire l’integrazione di chi vuole integrarsi e intendiamo garantire la libertà di culto ai veri fedeli».

http://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/2012/06/04/723280-moschea-islam-ramadan.shtml

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