Modena: aggrediti da immigrati, portati via i ricordi di una vita

08-01-2013

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«Ci hanno portato via i ricordi di una vita». Queste parole di G.G., una donna sessantenne modenese, riassumono il senso della violenta rapina in casa subita poche ore prima: più dello spavento, più della violenza, più del danno del furto, è un senso di impotenza che si accompagna con la scomparsa del passato. «Avevamo catenine, oggettini, ricordi della comunione e della laurea di nostra figlia, monete, gioielli. Hanno portato via tutto dopo ave rovistato la camera al piano superiore e soprattutto un comò». La rapina in casa è avvenuta sabato sera dopo un pomeriggio di commissioni. È l’ultima di una lunga serie in zona: al Parco Amendola le abitazioni sono bersaglio facile per bande di ladri, anche di passaggio, e quella casetta proprio ai margini, tra il vialetto, il prato e le collinette, è già stata assaltata per due volte negli ultimi anni. Finestre chiuse da sbarre al piano terra e al primo piano, in tutta la strada: come in una prigione. Un segnale di un disagio forte.
Erano le 19 quando G.L.V., un tecnico ospedaliero, 55 anni, e la moglie G.G., coetanea,sono tornati a casa dopo un pomeriggio di giri. La figlia era rimasta nella loro casa fino alle 17 passate. Per due ore i ladri hanno avuto campo libero. Infatti, quando la moglie ha aperto la porta, subito il marito, rimasto dietro, ha notato che la porta finestra del balcone sul lato opposto, quello che dà su via Zurlini, era stata spaccata. Dentro c’erano due ladri che stavano rovistando al piano di sopra. La coppia di modenesi li ha raggiunti e visti: i ladri erano due immigrati giovani, sui 25 anni, con il volto scoperto, sicuramente dell’Est Europa, probabilmente due rumeni.
I ladri, scoperti, brandiscono una spranga e cercano di farsi largo verso il balcone per calarsi (è a un’altezza bassa dal suolo). Ma il capofamiglia interviene, cerca di trattenerli e ne nasce una colluttazione a tre. Uno dei due complici fuori, al parcheggio, si accorgono che la situazione sta precipitando. Uno di loro entra in fretta e furia in casa. Getta a terra la moglie che sta chiamando le forze dell’ordine e il suo cellulare finisce lontano. Poi corre sulle scale e in pochi secondi aggredisce alle spalle il modenese che sta lottando e lo colpisce con un colpo di torcia in testa. In questo modo i banditi riescono a prendere tempo. Raccattano tutti i gioielli e i preziosi trovati (non c’erano soldi, però) e scappano salendo su una Fiat Panda probabilmente con la targa oscurata. In pochi minuti di loro si perdono le tracce. La moglie si riprende e riesce a parlare con il 113 che manda sul posto una pattuglia della Squadra volante. Gli agenti capiscono al gravità dell’accaduto chiamano prima un’ambulanza, per soccorrere GL.V., e poi la Squadra mobile della Questura, che arriva poco dopo con agenti della scientifica. Iniziano le indagini con i rilievi sulla scena del crimine. Intanto, il capofamiglia ferito è stato visitato e curato al pronto soccorso di Baggiovara: i medici hanno detto che se la caverà con dieci giorni di prognosi per la botta ricevuta in testa.
Alla polizia toccherà di investigare anche per capire se il colpo sia stato occasionale o studiato e se è legato in qualche modo a quelli avvenuti recentemente in zona.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/01/07/news/sorprendono-i-ladri-picchiati-e-rapinati-1.6311769

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