Marito della Colf rapisce bambino italiano: in balia dell’immigrato ubriaco e violento

20-09-2012

Bambino rapito dal marito della baby sitter immigrata

Il 13enne usato per minacciare il padre: “Voglio regolare i conti”

Empoli, 18 settembre 2012 – Un’ora in balìa di un uomo ubriaco e violento. E’ la tremenda avventura (per fortuna a lieto fine) vissuta da un ragazzo di 13 anni a Fucecchio. Letteralmente strappato da casa da un georgiano di 38 anni, che cercava suo padre.
E che, non trovandolo, ha sottratto il ragazzo minacciandolo di farsi vivo al più presto. L’intervento del padre e soprattutto quello dei carabinieri hanno ‘liberato’ l’adolescente e fatto arrestare lo straniero.
Tutto è cominciato di pomeriggio, quando l’uomo – G.N. le sue iniziali – residente a Fucecchio e in possesso di regolare permesso di soggiorno, ha messo in scena una litigata con la moglie, sua connazionale. La donna riferirà più tardi che il marito era già parecchio alticcio, come gli capitava piuttosto spesso.
La donna lavora come baby sitter a casa di G.C., fucecchiese di 45 anni, operaio edile, separato dalla moglie e padre di tre ragazzi, di cui solo uno maggiorenne.
Non sono noti i motivi della lite fra marito e moglie: se questa sia stata causata dalla gelosia o se da motivi economici.
Fatto sta che il georgiano è uscito furibondo di casa e si è diretto all’abitazione dell’italiano, dicendo di ‘voler regolare i conti’.
Ma al campanello ha riposto il tredicenne, solo in casa in quel momento: il padre, infatti, era uscito per andare in centro a Fucecchio con i due fratelli, quello più grande e quello più piccolo.
G.N. non ha messo tempo in mezzo: ha afferrato il ragazzino, lo ha caricato in macchina e lo ha portato verso il centro di Fucecchio.
Nel frattempo ha telefonato a G.C.: “Ho qui tuo figlio, ti puoi immaginare cosa gli può succedere se non ti fai subito vivo!”. Il georgiano, in preda ai fumi dell’alcol e della sua cieca rabbia, è perfino sceso in piazza Montanelli – il cuore di Fucecchio – tenendo stretto il piccolo ostaggio e gridando dentro il telefono.
Nel frattempo, però, G.C. con i figli ha allertato i carabinieri e ha individuato l’uomo che teneva con sé suo figlio.
I militari sono intervenuti subito, hanno liberato il ragazzino e messo le manette a G.N. L’accusa formulata al momento dal sostituto procuratore della Repubblica di Firenze è violenza privata. Evidentemente il magistrato non ha ravvisato gli estremi per il sequestro di persona. Vedremo se all’udienza di convalida dell’arresto il capo di accusa sarà integrato o meno. Fatto sta che l’intervento dei militari e del padre ha messo fine a un’ora ad alta tensione che l’adolescente difficilmente potrà dimenticare.

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