Mantova: un’altra anziana aggredita da un immigrato

16-08-2012

MANTOVA. Choc, rabbia, smarrimento. Un magone ostinato, impossibile da ingoiare. Scippata in pieno giorno a Lunetta, dove vive da più di trent’anni, adesso Rita si sente ingenua, vulnerabile. «Io che mi fido sempre di tutti». L’hanno sorpresa alle spalle, le hanno portato via la collana d’oro, un regalo della mamma che non toglieva mai, nemmeno per dormire. È rimasta di sasso, inchiodata al marciapiede. Viale Marche, lunedì, quattro del pomeriggio.

A raccontare è la stessa Rita («il cognome meglio di no» per pudore), signora di mezza età dal tono pulito. «Ero andata dalla parrucchiera per prenotare un appuntamento e stavo tornando a casa, camminavo con un’amica, avevo in mano le chiavi e il cellulare». Niente borsetta. È un attimo, Rita si distrae a guardare il telefonino e succede. «Ho sentito come un vento, una mano mi ha tirato indietro la testa e un’altra mi ha strappato la collana. Poi l’uomo è scappato via velocissimo, come gli atleti delle Olimpiadi. No, non l’ho visto bene, ma era straniero».

Racconta Rita che quella collana non se la toglieva da venticinque anni, è talmente scossa che non ha ancora trovato le parole per dirlo ai familiari. Alla polizia, però, l’ha detto subito, incoraggiata dall’amica. Le ricerche sono scattate immediatamente. Nel quartiere la gente ha poca voglia di parlare, si muove sul filo teso tra rabbia e disillusione. Rispondono tutti gentili e allargano tutti le braccia, anche quelli che tengono le mani in tasca. «È così».

Verde e cemento, alberi e casermoni. Il quartiere è una teoria di piante, spigoli, vie che curvano in altre strade che sembrano avvitarsi all’infinito. Si respira un’aria pigra, lenta, serena. Eppure. «Sono scioccata, non me l’aspettavo proprio» ripete Rita, quasi la colpa fosse sua. Quasi che andare in giro con la collana sia una colpa.

Un sentimento comune alle altre donne rapinate dei gioielli, dei ricordi, della tranquillità. E sono tante.Lunetta, primo pomeriggio. Una macchina accosta al marciapiede, dalla cornice del finestrino si affaccia una testa che finge disorientamento e chiede informazioni. La sventurata di turno abbocca, le strappano dal collo la catenina con il medaglione della figlia morta.

Maggio 2012, via Tito Speri, una donna di 87 anni viene aggredita alle spalle mentre sta chiudendo il lucchetto della bici, per impedirle di urlare le tappano la bocca, con un gesto secco, violento, le sfilano l’orologio d’oro, regalo del marito morto, e scappano via.

Stesso mese, due settimane più tardi, corso Pradella, tardo pomeriggio. Maria Grazia Gandolfi, presidente della Lega per la lotta ai tumori, cammina serena quando un braccio la cinge da dietro e una mano le strappa la collana d’oro, regalo di fidanzamento della suocera. La signora viene scaraventata a terra, si ferisce a un braccio, il rapinatore fugge in una direzione, il complice nell’altra. Alcuni passanti si lanciano all’inseguimento, la polizia ne blocca uno. Patteggerà un anno e sei mesi più una multa da quattrocento euro. Della collana, però, nemmeno l’ombra. Solo il ricordo violato.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/08/15/news/aggredita-in-strada-per-la-collana-d-oro-1.5551788

I nostri anziani abbandonati in balia degli immigrati. Una società non in grado di proteggere i propri membri piú deboli, non e’ una società degna di considerarsi civile.

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