Malta ordina ai barconi di dirigersi verso l’Italia, ennesima umiliazione.

18-03-2012

Sono cominciati questa mattina i primi trasferimenti di migranti da Lampedusa verso la terraferma, dopo i tre sbarchi consecutivi con cinque morti di ieri. Sul traghetto di linea ”Palladio” per Porto Empedocle sono stati imbarcati 60 profughi, oltre ai 107 gia’ trasbordati sulla nave – mentre era in navigazione verso Lampedusa – che erano stati soccorsi in acque libiche dal rimorchiatore Asso 30.
Sull’isola restano ancora un centinaio di immigrati che sono stati ospitati durante la notte in un residence di Cala Creta, visto che il Centro di accoglienza e’ inagibile dopo l’incendio appiccato da un gruppo di tunisini nel settembre scorso.   Ieri le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia Finanza hanno raccolto complessivamente 273 profughi su tre gommoni, tutti alla deriva e in precarie condizioni, spingendosi fino alle acque di competenza libica per quanto riguarda le operazioni Sar di ricerca e soccorso. Quando sono arrivati a Lampedusa sulle motovedette, i medici del pronto soccorso dell’isola hanno di nuovo allertato l’elisoccorso per trasferire a Palermo una donna incinta, che si trova in prognosi riservata al Civico, e quattro uomini disidratati e con serie ustioni da raggi solari.
Il gommone, uno scafo verde di una decina di metri, quando è stato soccorso aveva gli anelli di poppa sgonfi e rischiava di affondare lungo quella rotta che lo scorso anno ha portato a Lampedusa circa 50 mila migranti, un migliaio dei quali ha trovato la morte per naufragio, come accadde ai 300 finiti in fondo al mare lo scorso 6 agosto a circa 30 miglia dall’isola, o come i 25 soffocati nella stiva dai gas di scarico di un barcone arrivato a Lampedusa l’1 agosto.
Oltre al gommone soccorso in acque libiche, il rimorchiatore Asso 30 ha caricato a bordo 107 persone, tra cui donne e bambini, che erano su un gommone che stava affondando a circa 90 miglia da Lampedusa. Altri 114, su un gommone in panne a 60 miglia a sudest dell’isola, sono stati trasferiti su una motovedetta della Capitaneria di porto, dopo che Malta, avvertita dalle nostre autorità, non ha dato risposte. La Valletta, inoltre, non ha mostrato finora alcuna intenzione di ospitare i migranti soccorsi ieri sera nelle proprie acque da un peschereccio francese, che è stato invitato a dirigersi verso Lampedusa. E un altro barcone è stato segnalato nel Canale di Sicilia, ma un elicottero della Marina militare, che ha sorvolato la zona, non ha individuato alcuna presenza.
Intanto, a Lampedusa, dove il centro d’accoglienza è stato chiuso a causa di un incendio provocato lo scorso agosto dai migranti che vi erano ospitati, finora fa fronte agli arrivi utilizzando il residence “Le Villette” a Cala Creta e trasferire successivamente gli immigrati nei centri sparsi in Sicilia. Ma il ministero della Salute ha già concordato con la Regione siciliana e l’Istituto per la salute, le migrazioni e la povertà (Inmp), l’attivazione di una task force costituita da medici, infermieri e mediatori culturali da inviare a Lampedusa per fronteggiare eventuali emergenze. Da lunedì ha assicurato l’assessore Massimo Russo verrà anche riattivato il tavolo tecnico che ha governato l’intervento sanitario dell’ultima ondata di sbarchi.
Resta invece ancora aperta la questione del motopesca tunisino  ”Lofti”, sequestrato due notti fa, in acque tunisine, attaccato da 74 migranti di  diverse nazionalità che con piccole barche sono andati all’arrembaggio,  come ha raccontato via radio il comandante del peschereccio alle  autorità di Tunisi. L’imbarcazione si trova in  acque Sar maltesi. Le autorità della Valletta hanno ordinato  all’equipaggio di fare rotta verso Lampedusa, che e’ il porto piu’  vicino ma che e’ stato dichiarato ”non sicuro” dal nostro governo.  L’ennesimo scontro diplomatico tra Italia e Malta legato all’emergenza  immigrazione che potrebbe risolversi con la decisione di dirottare il  peschereccio in Tunisia.    Questa mattina, intanto, si e’ alzato  nuovamente in volo un aereo delle Forze Armate maltesi per una  ricognizione a Sud del Canale di Sicilia, al confine con le acque  libiche, dove era stata segnalata la presenza di altri barconi in  navigazione. Uno di questi, secondo le testimonianze di alcuni migranti  che avevano telefonato con un satellitare, sarebbe naufragato. Le  ricerche, fino ad ora, non hanno dato pero’ alcun esito. (18 marzo 2012)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/03/18/news/immigrazione_lampedusa_sbarchi-31752958/

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