L’invasione cinese di Milano

15-04-2012

La de-italianiazzazione di Milano continua, lo si vede anche nella classifica dei nomi.
Resiste il cognome “Rossi”. Ma sale “Hu”, sintomo della crescente minnaccia cinese e della sua occupazione di interi quartieri della cittàe. Venticinque anni fa nella classifica meneghina dei primi trenta non ce n’era nemmeno uno straniero. Oggi nella top ten dei registrati tre sono di chiara provenienza cinese (Hu, Chen, Zhou). Milano sta cambiando sul piano etnico e sociale. La conferma? Brambilla, con cui è identificata la famiglia milanese per antonomasia, è al nono posto (identifica 1.536 cittadini) e al 30esimo si trova l’altrettanto lombardo Fumagalli.
La hit ambrosiana vede Colombo (con 3.685 persone) al terzo posto, al quarto Ferrari (3.568), al settimo Villa (1.905), tutti di antica tradizione come Beretta (primo sindaco di Milano), relegato, però, al 28° posto.
«Questa classifica – si esalta lo xenofilo assessore all’Area metropolitana, Decentramento e Municipalità, Servizi civici, Daniela Benelli – è un indicatore dell’evoluzione nel tempo della città e dei suoi abitanti. I cognomi cinesi spopolano in città: tra i primi 100 se ne annoverano ben 12. Ci sono 3.694 Hu, 1.625 Chen e 1.439 Zhou. Poi 1.030 Wang, 930 Wu, 916 Lin, 829 Zhang, 742 Liu, 684 Zhao, 676 Li, 633 Zhu, 581 Zheng.
E quelli arabi? C’è Mohamed al 34esimo posto (944 persone), Ahmed occupa la posizione 63 (741) e Ibrahim è al 75esimo posto (656).

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