L’incredibile storia dello spacciatore investito: ai ‘domiciliari’ ma col permesso per spacciare

15-08-2013


BresciaToday
Notare il tono patetico dell’articolo:
Era ai domiciliari per spaccio di droga, ma non è evaso. Momodo Tunis il 36enne della Sierra Leone morto martedì in un incidente stradale in via San Zeno non ha trasgredito le regole dell’arresto in casa. Era in città in bicicletta quando è stato travolto da un furgone, ma poteva uscire dal suo domicilio. Glielo consentiva un’autorizzazione ottenuta per lavorare. E che gli permetteva di uscire di casa dalle 6.30 di mattina alle 18.30. Al lavoro ci andava in bici e mentre era in bici è stato falciato dal furgoncino, probabilmente mente stava per attraversare la strada sulle strisce. La fatalità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato non sarebbe dunque legata alla violazione dell’obbligo di dimora. Stava solo rientrando dal posto di lavoro, dove si recava ogni giorno regolarmente. Ma perchè Mobodo Tunis si trovava ai domiciliari? In seguito ad un arresto effettuato dai carabinieri a Bagnolo Mella. Era accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio. Proprio l’altro ieri la sezione anticrimine della Questura era stata nell’appartamento di via Corsica dell’immigrato per verificare che fosse presente nelle ore in cui doveva esserlo. E lo aveva trovato. Momodo Tunis è morto alla Poliambulanza poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. Le sue condizioni d’altronde erano disperate.
Evade dai domiciliari per andare a pranzo da amici, travolto e ucciso Bsnews.ittutte le notizie (9) »

E non era ancora attiva la ‘svuotacarceri’. Domiciliari con possibilità di uscita dalla mattina alla sera, in pratica lo spacciatore torna a casa la sera come qualunque persona normale che non è agli arresti. Roba da non credere. Queste sono le ‘pene’ che i magistrati infliggono in Italia a chi spaccia morte per le strade. Povero spacciatore, non vorrete tenerlo in casa di giorno, e rovinare il suo giro di spaccio no? Siete voi, per caso, razzisti?

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