Liberate il padre di Francesca

18-04-2012

Non è pericoloso. Lui, la sua rabbia, voleva sfogarla contro chi riteneva colpevole della morte della figlia. Nessun altro. Non bastasse, lo stato emotivo migliora. Per il suo difensore, l’avvocato Angelo Villini, quella di Luciano Manca fu una vendetta mirata, e viziata, da uno stato depressivo sfociato nella patologia. Per la difesa, «il padre giustiziere» che il 26 ottobre scorso sparò contro il campo nomadi di Calcinatello uccidendo il 18enne Ionut Iamandita, deve ottenere gli arresti domiciliari a Cagliari, dalla sorella, già rigettati dal gip Francesco Nappo, dopo il parere negativo del pm. Adesso tocca al Riesame esprimersi, ma solo dopo aver analizzato la consulenza psichiatrica di parte stilata dalla dottoressa Francesca Tosoni. Un’analisi secondo la quale «è possibile considerare che pur se non completamente esclusa, la capacità di intendere fosse gravemente scemata» al momento del fatto. A pesare, «la situazione psicopatologica caratterizzata dalla convinzione delirante di essere causa di quanto accaduto e di dover fare qualcosa per “risolvere” la situazione».

In sostanza, «gli aspetti depressivi con caratteristiche psicotiche hanno condotto a una reazione angosciata e poco organizzata». All’origine, il tormento, quel senso di «colpa» per non aver «salvato la figlia» Francesca, 29 anni, e per aver «distrutto la famiglia». «Io che ho undici fucili sono uscito con un solo colpo…- racconta Manca nei colloqui a Canton Mombello – non volevo uccidere…volevo solo far capire cosa avessero fatto…». «Il miglioramento sintomatico ha portato Manca a un comportamento più lucido e consapevole, privo delle caratteristiche che hanno condotto a un allontanamento della realtà e a una lettura degli avvenimenti viziata da interpretazioni patologiche». Condizioni che, conclude il consulente, consentono di «valutare il rischio di comportamenti delittuosi assolutamente assente proprio perché si è trattato di un’azione commessa in una fase francamente patologica ora non più presente. Manca non può essere considerato socialmente pericoloso».

In realtà, il padre di Francesca è il più sano di tutti noi. Più dei magistrati, più dei politici.
In un’epoca meno entropica, il suo dramma non si sarebbe verificato, perché non ci sarebbero spacciatori ad ogni angolo di strada. Non ci sarebbero Zingari attendati nelle nostre città.
Liberate il padre di Francesca. La sua vita è già stata distrutta dalla vostra incapacità di garantire la sicurezza dei cittadini. Siete voi gli assassini.

http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_aprile_18/20120418BRE05_14-2004124926208.shtml

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