La Tubercolosi dilaga a Torino: allarme al Politecnico

15-05-2012

Due studenti stranieri focolare del contagio, mentre in città l’incidenza è 3 volte sopra la media italiana, ma in linea con le altre città “multietniche”.

Cinque righe, scritte in italiano e in inglese, firmate dal rettore Marco Gilli, diffuse a tutto il personale e agli oltre 28 mila studenti. Cinque righe con cui il Politecnico segnala che di recente si sono verificati due casi di tubercolosi tra gli studenti. I giovani che hanno contratto il batterio sono entrambi iscritti alle facoltà di Ingegneria, perciò fanno base in corso Duca degli Abruzzi. Sono entrambi di origine straniera, anche se uno vive a Torino da qualche anno, tanto che di recente ha ottenuto la cittadinanza italiana. Uno è matricola, iscritto al primo anno; l’altro, è studente al Poli da più anni. Questione di trasparenza, spiegano negli uffici del rettorato. Il messaggio, concordato con le autorità sanitarie, precisa che gli uffici dell’ateneo si sono immediatamente resi disponibili a collaborare. «Abbiamo fornito all’Asl tutte le informazioni che ci hanno chiesto», spiega Borchiellini. «Al momento, però, non ci è stato prescritto di adottare misure specifiche né provvedimenti particolari. In ogni caso abbiamo valutato in autonomia, a titolo precauzionale, di rafforzare le misure igienico-ambientali». Al Poli restano in attesa di sviluppi. Torino si conferma comunque città che viaggia sopra la media per quanto riguarda i casi di Tbc. È di qualche giorno fa il risultato del monitoraggio avviato dal procuratore Raffaele Guariniello dopo il caso degli studenti di Medicina contagiati da stranieri qualche mese fa. Lo studio ha rivelato che i casi di infezione negli ultimi 16 mesi sono 402, tra i quali moltissime badanti. Giovanni Di Perri, ordinario di Malattie infettive all’Università, ha spiegato che «da un decennio siamo su questi numeri. La media nazionale è di 7 nuovi casi l’anno ogni 100 mila abitanti; in città siamo a 20». Ciò che invece ha colpito l’attenzione degli esperti sono i 42 casi di badanti straniere, in maggioranza romene, seguite dalle sudamericane, rivoltesi nell’arco di un anno e mezzo ad ospedali pubblici per farsi curare. «Quelli che si ammalano a 25-30 anni sono quasi tutti stranieri, e su Torino, come su altri grandi centri urbani, gravita un’immigrazione che proviene anche dalle aree del mondo di maggior diffusione della Tbc: l’Africa subsahariana e Romania e Moldavia nell’Est europeo», spiega Di Perri.

Benvenuti nella tanto decantata società multietnica. Il morbo sconfitto della Tubercolosi, anche la nuova ultra-resistente agli antibiotici, sta tornando in Europa sulle spalle degli immigrati. E’ indiscutibile, e quindi, per evitarlo: perché non bloccare l’immigrazione?

Questi sedicenti “studenti” stranieri che vengono ammessi a spese nostre nelle Università italiane, che utilizzano le stesse mense, le palestre, le piscine degli Italiani e degli ospiti di paesi europei, dovrebbero almeno essere esaminati prima dell’ingresso. La Tbc ha infatti un’incubazione molto lunga. Quanti studenti, ma non solo, inconsapevoli, sono stati in questi anni contagiati dal “nuovo italiano”?

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/454229/

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