La Mafia cinese padrona del Nordest

08-12-2013

Mentre Luca Keke Pan, 37 anni, imprenditore cinese operativo nel Veneziano, è da un anno in carcere con l’accusa di aver costruito un impero economico sulla pelle di immigrati fatti arrivare clandestinamente dalla Cina e sfruttando prostitute in centri di massaggi, la madre, anche lei arrestata un anno fa e uscita dal carcere, è stata aggredita pesantemente da altri cinesi alla stazione ferroviaria di Treviso.
Aggressione che risale ad alcuni giorni fa. Il 14 dicembre dello scorso anno il Gico della Guardia di Finanza di Mestre, coordinato dalla Procura Antimafia di Venezia, arrestò quindici persone tra cui Pan, suoi famigliari e collaboratori. Dietro alle sbarre finirono anche Lianqin Li, 63 anni, la madre dell’imprenditore, e Jiasheng Wu, zio dello stesso Pan. Dieci giorni fa questi due sono usciti di prigione. Il giudice ha però stabilito che non possano risiedere e mettere piede nei comuni di Venezia e Padova e nelle rispettive province. Zone dove avevano affari assieme a Keke Pan. C’è sempre il pericolo che inquinino le prove e reiterino i reati di cui sono accusati. Sono stati sistemati quindi dai parenti in un albergo di Mogliano.
A pagare loro il soggiorno ci pensa la grande famiglia cinese. Ma le cose per il clan Pan, dopo gli arresti e i sequestri dello scorso anno, non vanno bene. Anzi. I Pan hanno perso potere anche perché il padre di Luca non è qui da anni e vive in Cina. Ed è in questa perdita di potere da parte della famiglia che va inserita l’aggressione subita dalla donna a Treviso. Lianqin li, alcuni giorni fa, si è incontrata con due altri cinesi in stazione a Treviso. I tre iniziano a discutere animatamente. Ad un certo punto i due uomini, più giovani di lei, l’aggrediscono fisicamente. La schiaffeggiano e la strattonano. Uno addirittura cerca di buttarla sui binari.
La scena non passa inosservata ad alcuni presenti. Ed è in quel momento che i due cinesi si allontanano. La donna ha chiamato alcuni parenti, non ha voluto denunciare l’accaduto alla polizia ed è tornata a Mogliano. Ha pure detto di avere incontrato i connazionali per caso.La donna, nel clan Pan, da quando il marito è rientrato in Cina ha sempre avuto un ruolo di spicco.

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/12/07/news/aggredita-in-stazione-dalla-mafia-cinese-1.8255455

Rimandarla in Cina no, ovviamente. E’ ‘rassismo’.

Crimini Immigrati, Venezia

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