La “bestia di Treviso” , ora ha “paura”: xenofili all’opera

28-01-2012

TREVISO — A tre mesi dallo stupro di via Dandolo, da ieri sera il «mostro della stazione di Treviso» è rinchiuso nel carcere di Santa Bona. Julio Cesar Aguirre Zuluaga, il 26enne accusato di essere l’autore della violenza ai danni di una studentessa 20enne, è stato finalmente estradato dalla Francia ed è arrivato poco dopo le 18.30 di ieri in questura, accompagnato dagli uomini della squadra mobile trevigiana. E proprio in questura «El Loco», che prima di essere arrestato in Francia era già stato arruolato dalla Legione Straniera con la nuova identità del portoghese Zico Duarte, si è lasciato andare ad una crisi di pianto confessando: «Ho paura di stare a Treviso ». Quando le volanti con i lampeggianti accesi, sono arrivate, nell’area Appiani è sceso il silenzio. Gli occhi dei numerosi cronisti e di una decina di curiosi assiepati, si sono rivolti in un’unica direzione. Verso quel giovane che, felpa bianca e jeans, è sceso dall’auto di servizio affiancato dagli agenti e accompagnato dal dirigente della squadra mobile Roberto Della Rocca. A scandire il percorso del colombiano verso l’ingresso della questura, solo il rumore dei passi e i flash dei fotografi concentrati sul 26enne che si nascondeva il volto con le braccia alzate. Arrivando a Treviso dopo tre mesi di carcere, lontano dalla famiglia dalla quale ha ricevuto solo alcune lettere, «El loco » ha perso tutta la determinazione e la sfrontatezza che dal momento dello stupro, il 24 ottobre scorso, avevano contraddistinto la sua fuga durata nove giorni, fino al 3 novembre quando è stato bloccato nella caserma della Legione Straniera a Parigi.

Determinazione mostrata anche all’aeroporto di Linate quando, subito dopo essere atterrato con il volo che da Parigi lo ha riportato in Italia, ha scoperto che la sua destinazione era Treviso: «Si è molto alterato, perché era convinto che la detenzione, almeno per qualche tempo sarebbe stata nel carcere di Milano» spiega il commissario Roberto Della Rocca, che gli è stato accanto da quando gli agenti dell’Interpol glielo hanno affidato fino all’arrivo in questura. Un viaggio di tre ore nel quale il colombiano ha parlato con l’uomo che prima lo ha identificato e poi gli ha dato la caccia fino a stanarlo a un passo dalla libertà. Ha raccontato del suo arresto, quando era ormai arruolato con la nuova identità di Zico Duarte, legionario di origine portoghese pronto ad affrontare sei mesi di addestramento a Marsiglia prima di un ingaggio in Afghanistan o in Africa. «Ma quando mi sono sentito chiamare di nuovo Zuluaga ho capito che era finita» ha detto al commissario. Di quanto successo quel 24 ottobre Zuluaga, che come difensore ha nominato un avvocato di Bari, ha detto che parlerà davanti al magistrato.

Arrivando ha avuto la forza di sottrarsi ai flash dei fotografi ma quando è salito negli uffici della mobile dove gli sono stati formalizzati l’ordine di carcerazione e di espulsione dall’Italia, il 26enne ha ceduto: «E’ stato colto da una crisi di nervi e di pianto – conclude Della Rocca -, l’arrivo a Treviso lo ha destabilizzato. Ha continuato a ripetere che ha paura di stare qui». Soddisfatto il questore Carmine Damiano: «E’ la positiva conclusione di una vicenda dolorosa e complicata, un’indagine complessa che ha avuto un esito positivo per tre motivi: innazitutto la forza e la determinazione della vittima che ha collaborato fin dal primo momento. In secondo luogo la bravura degli uomini della squadra mobile e la collaborazione della polizia francese e dell’Interpol» spiega il questore Carmine Damiano che spera ora in una rapida chiusura della vicenda anche a livello giudiziario: «Il procuratore ad interim Francesco Giovanni Cicero, ha già manifestato l’intenzione della procura di ricorrere al rito immediato che consentirebbe di arrivare rapidamente ad una sentenza». Immediata la reazioni del vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini: «E adesso massimo rigore, niente pietismo, niente tolleranza, ci vuole una pena esemplare». Il Comune di Treviso si costituirà parte civile.

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