Incredibile a Milano: il suo iPhone rubato è nel Campo Nomadi, ma ai Carabinieri è vietato entrare!

01-11-2012

IL CAMPO NOMADI COME UN’AMBASCIATA: OFF-LIMITS

“Mi hanno rubato l’iPhone E’ in un campo rom ma lì nessuno può entrare”

Gli intoccabili

Milano, 1 novembre 2012 – “Una storia semplicemente assurda”, continua a ripetere I., 33 anni. Come dargli torto. A raccontarla tutta c’è davvero poco da dire. “So dov’è il mio telefono rubato ma non posso andare a riprendermelo!”. Il telefono rubato alla sua fidanzata lo scorso 19 ottobre. Siamo a Locate Triulzi, primo hinterland milanese. I. e la sua ragazza sono alla Casa dell’Acqua: lui è in scooter, lei in macchina.

“Il tempo di riempire qualche bottiglia e ci siamo accorti che qualcuno aveva forzato la portiera dell’auto”. Manca la borsa della donna: all’interno, ci sono un i-Phone, i documenti e le chiavi di casa. Tutto sparito. Arrivano i carabinieri di Pieve Emanuele e gli agenti della municipale. In pochi minuti, I. riesce a localizzare il cellulare con l’applicazione specifica: “È in un palazzo di Opera, ci sono anche le foto dall’alto”.

I militari si precipitano sul posto. Prendono nota dei numeri di targa delle vetture parcheggiate davanti all’ingresso, annotano i nomi sui citofoni. Poi partono le perquisizioni casa per casa. Niente da fare, gli oggetti rubati non si trovano. Nel frattempo, l’i-Phone ha smesso di dare segnali: “Evidentemente l’hanno spento”. Passa qualche minuto e arriva un’altra mail: il cellulare è stato nuovamente individuato, stavolta in una villetta di via Chiesa Rossa.

E’ l’area del campo rom alla periferia sud di Milano. “Forse quelli che l’hanno rubato sono spariti da un’uscita secondaria dello stabile di Opera, anche perché le rampe del posteggio sotterraneo danno su una via laterale”. Poco male, l’apparecchio elettronico è ancora in funzione. Quindi? “A quel punto, i carabinieri hanno fatto un passo indietro — sostiene I. —. Devo precisare che fino a quel momento erano stati gentilissimi ed estremamente disponibili: non mi aspettavo un simile impegno. Poi, però, qualcosa è cambiato”. Cosa? “Mi hanno detto che era estremamente difficile entrare nell’insediamento dei nomadi e che era necessario un permesso speciale da Questura e Prefettura di Milano“.

Oltre al danno, la beffa: “Sapevo che le cose che mi avevano sottratto illegalmente erano in un posto preciso — continua I. — ma nessuno è riuscito a recuperarle: sono un cittadino onesto che paga le tasse, non ho forse diritto alla restituzione del mal tolto?”.

Una domanda che il trentatreenne di Locate Triulzi ha subito girato alle istituzioni competenti, inviando una mail a Prefetto e Questore. E allora? “Mi hanno chiamato il giorno dopo da via Fatebenefratelli, ma la risposta non mi ha affatto soddisfatto: in pratica, non hanno concluso nulla”. Sono trascorsi quasi dieci giorni da quel venerdì. E l’i-Phone è ancora nelle mani dei ladri: “Non posso neanche sapere come stanno andando le indagini — lo sfogo di I. — perché mi dicono che non sono autorizzato a chiedere informazioni agli inquirenti in fase di accertamenti”.

Insomma, il derubato si ritrova con le mani legate. E vittima di un paradosso difficile da spiegare: «Io ho la prova certa — attacca — è un’ulteriore violenza nei miei confronti: ho una mail dove il mio cellulare mi invia la sua posizione precisa. Cosa deve fare un cittadino per far valere i suoi diritti quando assume tutti i doveri verso la società?”.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/11/01/795622-milano-campo-rom-iphone-rubato.shtml

Una storia veramente incredibile. E’ vergognoso che il Campo Nomadi goda di una sorta di “extra-territorialità” che lo rende luogo sicuro per i ladri.

Uncategorized

RSS Feed Widget

Lascia un commento