Incinta a 12 anni, violentata a 6 anni dal padre ecuadoriano – “Epidemia” di stupri nelle famiglie “migranti”

13-02-2013

L'integrazione "funziona"

Incinta a 12 anni, violentata dal padre
Un malore, il ricovero in ospedale e la scoperta di essere incinta, a soli 12 anni, dopo una violenza subita dal padre. L’ultima di una serie da quando aveva l’età di 6 anni. E’ un quadro sconvolgente quello che emerge dalle rivelazioni di una bambina ecuadoriana ai medici dell’ospedale dove era ricoverata. I fatti sono venuti alla luce lo scorso mese di dicembre quando, durante una vacanza in Ecuador con i genitori, la bambina ha accusato un malore che ha convinto la madre a farla visitare in ospedale. Qui la sconvolgente scoperta: la bambina era incinta di circa quattro mesi e, alla domanda di chi fosse il padre del nascituro, ha risposto che si trattava del papà. La ragazza ha abortito spontaneamente pochi giorni dopo. Il padre, presente alla visita medica, si è subito allontanato.

Sabato 9 febbraio gli uomini del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto l’ecuadoriano 43enne, residente in città. Gravissime le accuse che gli vengono rivolte: maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della figlia di 12 anni.

In Ecuador sono state avviate indagini dalle Autorità locali ma anche in Italia, al rientro di madre e figlia, è stata sporta una denuncia che Polizia di Stato e Procura della Repubblica di Busto Arsizio hanno immediatamente approfondito. Grazie ad indagini tecniche e all’audizione protetta della bambina, gli inquirenti hanno capito che la minore subiva gli abusi sessuali del padre da quando aveva 6 anni. Le violenze si sono svolte senza soluzione di continuità per sei anni tra le mura domestiche all’insaputa della madre in un quadro familiare sconvolgente. Anche la donna, infatti, era a sua volta vittima della prepotenza del marito che la picchiava e umiliava. Davanti alla violenza del padre la bambina era in uno stato di totale soggiogamento e non ha mai osato ribellarsi o confidare ad altri gli abusi per proteggere la mamma, che vedeva trattata come un oggetto, e per evitare le botte che lei stessa aveva ricevuto nelle rare occasioni in cui aveva tentato di resistere agli approcci del genitore.

L’uomo, nel frattempo, era tornato da solo a Busto Arsizio, intuendo che nei suoi confronti si stavano svolgendo indagini aveva manifestato l’intenzione di fuggire in Spagna. Di fronte al concreto pericolo di fuga che gli agenti del commissariato avevano captato, il sostituto procuratore Cristina Ria ha emesso un decreto di fermo grazie al quale l’uomo è stato condotto in carcere dai poliziotti. Oggi il giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio, Patrizia Nobile, ha convalidato il fermo e ha disposto che l’uomo rimanga in carcere in custodia cautelare.

 

 

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Crimini Immigrati

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