Il Pm chiede di sentirla: ma l’immigrato l’ha già ammazzata

17-05-2012

Denuncia molestatore. Il pm chiede
di sentirla ma il Dominicano l’ha già uccisa

Vicenza, dalla procura fax di delega alla questura: «Verificate il caso». Ma per la ragazza è troppo tardi

VICENZA — Il pubblico ministero Luigi Salvadori chiede che venga sentita la vittima di un’aggressione, ma quella è già morta: si tratta della dominicana 26enne Julissa Dilia Reyes Feliciano, uccisa a coltellate il 5 maggio scorso dal connazionale Gil Jesus Maria Paredes, lo stesso che aveva denunciato a settembre per delle lesioni che le avevano provocato l’aborto. Un episodio, quello del pestaggio, che risaliva al 10 agosto e su cui la procura aveva chiesto maggiori approfondimenti. La richiesta del magistrato, chiamata delega di indagine, era stata firmata a metà marzo. Timbrata a metà maggio, è arrivata solo ora in questura. Il che significa che quel documento, inviato via fax, ha impiegato due mesi per arrivare dagli uffici della procura a quelli di via Mazzini. Quando ormai per la parte offesa non c’era già più nulla da fare.

Meno di due settimanefa Julissa Reyes è morta in una stanza dell’hotel Dream di borgo casale. Uccisa dallo stesso uomo che aveva denunciato il 23 settembre e che da mesi le rendeva la vita impossibile, così come ha asserito la mamma della giovane, Mercedes Gertrudis Reyes, che lunedì, attraverso i legali Paolo Mele senior e Agron Xhanaj, ha presentato denuncia di stalking nei confronti dell’omicida. «Vivevamo un incubo» ha riferito la mamma, raccontando di lesioni, danneggiamenti, minacce e ritorsioni, ma soprattutto della paura della figlia a denunciare quell’uomo orco. «Aveva detto che l’avrebbe ammazzata e così è stato» ha pianto la donna che mercoledì è partita alla volta di Santo Domingo con il feretro ed alcuni parenti. Questa settimana sono in calendario i funerali della giovane ballerina, mamma di una bimba di due anni, che non conosce ancora la triste verità ma che comunque riconosce la foto del genitore sui giornali. «Vogliamo che riposi nel suo paese d’origine» hanno fatto sapere fin dall’inizio i parenti, che hanno trovato tanta solidarietà tra amici e conoscenti. Molti hanno dato un contributo per pagare le spese, piuttosto costose, per il trasferimento della salma «a casa». Ora Julissa riposerà dove è nata e dove vive ancora il padre.

L’immigrazione è degrado, e la magistratura è parte integrante di esso.

http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/cronaca/2012/17-maggio-2012/denuncia-molestatore-pm-chiede-sentirla-ma-lui-l-ha-gia-uccisa-201217993445.shtml

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