Enrico Montesano: “I fumi tossici dei Rom uccidono Roma”

19-06-2014

Con Enrico Montesano l’intervista comincia via sms. «Segnalazione su un campo nomadi ai Parioli? – ci scrive – per carità di Dio, vogliamo farci accusare di razzismo? È una denuncia sulla mancanza di autorità delle cosiddette autorità, che non fanno rispettare le leggi e le regole neanche quelle a tutela della salute dei cittadini e della qualità dell’aria per respirare e vivere. Legga aria necessaria. È una richiesta assurda, lo capisco, pretendiamo di respirare. Mi chiami al numero».

Allora Montesano, lei che con le sue commedie ci ha abituati a tenere alto il morale, qual è il problema che vuole denunciare?

«Sa, è che noi cittadini avremmo la pretesa di poter respirare, lei pensi questi pazzi romani in cambio delle tasse che pagano vorrebbero anche una città vivibile!».

Da «romano de’ Roma», come si descrive, a cosa si riferisce in particolare?

«Mi riferisco a tutto. Per esempio, in estate vorrei dormire, come tutti credo, con le finestre aperte ma non posso perché dalle 2 fino a circa le 4 del mattino arriva».

Chi arriva?

«Arriva quell’odore acre di fumo. Anche l’altra notte, ero sveglio e mi sono precipitato a chiudere le finestre ma era troppo tardi, è cominciato subito il bruciore alla gola, sa dopo quarant’anni di teatro si diventa estremamente sensibili nelle prime vie aeree – come dicono all’Alitalia – mi consenta una battuta per alleggerire! Notti prima era già successo anche a mia moglie, lei che soffre di allergia solo da poco tempo, forse conseguenza di quest’inquinamento ha avvertito gli stessi bruciori alla gola. Inizia come un odore dolciastro, sembra di fumo bruciato, che penetra in casa. Mi sono informato con un medico e dopo i problemi alla gola ci possono essere sintomi broncopolmonari».

Sa che dalla sua zona, Salaria, molti cittadini hanno segnalato gli stessi problemi e la causa è stata individuata nei roghi tossici di rifiuti appiccati all’interno dei campi nomadi?

«Sospetto anch’io, ho letto un articolo che mi sono salvato sul cellulare, si chiama “Roma alla diossina”, immaginiamo che nel nostro caso la puzza arrivi da Tor di Quinto ma fino ad ora è stato impossibile avere risposte da chi avrebbe dovuto darci spiegazioni».

Chi avete chiamato?

«Chi abbiamo chiamato? Tutti! Quando telefoniamo agli uffici, quando c’è qualcuno ed è raro, ci dicono di mandare una mail come si usa oggi, oppure di chiamare i vigili urbani, ma i vigili diciamo che sono difficilmente contattabili, i vigili del fuoco invece, i pompieri, ci hanno risposto che vanno a spegnere gli incendi ma poi di più non possono fare! Ho chiamato anche il Ministero della Salute, mi hanno risposto “perché chiama noi?”. E chi devo chiamare, il Ministero della Difesa?!».

Ha tentato col Comune di Roma?

«Sì certo, ufficio comunale per i rapporti col cittadino, un ragazzo molto cortese e a modo devo dire mi ha risposto “lei cosa farebbe?”, lui a me! Io ho risposto “faccio una lista civica e mi presento come sindaco!”. Creiamo postifici sprecando soldi pubblici senza arrivare a risolvere i problemi. Fanno tutti scaricabarile puntando sulla stanchezza dei cittadini. Ho parlato anche col nucleo ecologico dei carabinieri del Noe».

Anche da parte loro nessuna buona notizia?

«Loro intervengono, verificano, segnalano ma poi hanno le mani legate, che solo i vigili urbani possono entrare nei campi, allora che ci entrassero! I cittadini pagano le tasse per avere i servizi, se i servizi non ci sono che paghiamo a fare?».

Ci sono già molte petizioni di residenti che, da nord a sud di Roma, denunciano il problema roghi nocivi per salute e ambiente

«Petizioni? Facciamo una lista civica al grido di “aridatece Petroselliiiiii”. Io sto parlando del diritto alla salute su questa zattera alla deriva che è il nostro Stato che ormai non difende più i cittadini, che mette i suoi cittadini nelle condizioni di scegliere tra lavoro e cancro, come a Taranto, che Stato è mai questo, di cosa blaterano questi politici?».

Cosa vuole dire al sindaco Ignazio Marino?

«Gli dico ascolta, vieni qua da me che ti faccio fare un bel giro sulla Vespa augurandoci di non romperci l’osso del collo viste le strade, anzi andiamo in bicicletta che la uso anch’io e vediamo com’è ridotta la pavimentazione stradale, oppure le foglie che otturano le feritoie, gli alberi che sbattono sui cornicioni perché non vengono mai potati, così gli ricordo anche che se c’è una tromba d’aria, e l’albero cade su qualcuno, il sindaco è responsabile».

E sul problema roghi tossici invece cosa gli chiederebbe?

«Ho letto che vorrebbe organizzare una giornata culturale a favore dei nomadi, la trovo un’ottima idea, io adoro le loro musiche, negli anni ’80 e ’90 facevamo degli incontri con quei ragazzi, quindi ci parli, proponga un tavolo di confronto e gli dica che non bisogna fare queste cose, bruciare i cavi di rame o i copertoni perché la diossina fa venire il cancro, ripeto il cancro, e non guarda in faccia nessuno!».

http://www.iltempo.it/roma-capitale/2014/06/19/marino-vieni-in-moto-tra-i-fumi-dei-rom-l-attore-denuncia-i-roghi-tossici-di-rifiuti-provenienti-dai-campi-nomadi-in-zona-salaria-quando-chiamo-gli-uffici-per-segnalare-il-problema-mi-dicono-di-mandare-una-mail-1.1262505?localLinksEnabled=false

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