Emilia e Romagna nella morsa delle mafie immigrate

13-06-2012

Emilia, la mafia viene da Benin City

La malavita nigeriana ha invaso la regione.

 

Dalla Nigeria all’Italia, da Benin City ai viali di Bologna. Comprata per 40 euro, con la complicità di amici e familiari, e costretta a prostituirsi dopo essere stata picchiata e minacciata con riti woodoo. La storia di Amina (nome di fantasia) è contenuta nel dossier Le mafie in Emilia Romagna, report sulle infiltrazioni criminali nella regione realizzato dagli studenti delle Facoltà di Scienze politiche e Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Secondo la relazione 2011 della Direzione investigativa antimafia (Dia), citata nel rapporto, l’Emilia Romagna è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per tasso di criminalità organizzata straniera.

MALAVITA NIGERIANA E ALBANESE. I gruppi più attivi sono di nazionalità nigeriana, albanese e maghrebina. Si occupano di spaccio di droga, traffico di stupefacenti (128 indagati nel 2011) e, soprattutto, sfruttamento della prostituzione e tratta di esseri umani. La testimonianza della ragazza, che ha denunciato i suoi aguzzini, ha permesso – nel giugno 2011 – di portare a termine l’operazione Trolley, nella quale sono stati arrestati sei nigeriani e due italiani per riduzione in schiavitù, favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. L’operazione ha portato alla luce l’attività di un’organizzazione che reclutava giovani nigeriane e le imbarcava con la forza attraverso la Libia verso l’Italia. Percosse, ricatti, riti e superstizioni servivano a saldare il debito, dai 50 mila ai 70 mila euro, contratto con l’organizzazione. Le ragazze arrivavano poi a Bologna da Modena, Padova, Verona: erano costrette a prostituirsi sette giorni su sette, con qualsiasi temperatura e sotto il controllo delle donne più anziane. «Tra loro è diffusa l’abitudine di truccarsi sugli autobus e cambiarsi gli abiti nel luogo in cui esercitano», si legge nel dossier, «normalmente si aggregano in piccoli gruppi e condividono zone o strade insieme ad altre della stessa etnia».

MAFIA RUMENA SULLA RIVIERA. Le ragazze nigeriane nel pomeriggio, le prostitute di nazionalità rumena dalle 21 al mattino. Diverse organizzazioni criminali straniere si dividono le zone e gli orari. Sulla riviera romagnola, per esempio, a controllare le autostrade e le statali è la mafia rumena. Come sulla Statale 16 Adriatica di Cervia: le piazzole, fino al marzo 2012 e l’arresto di tre persone, venivano spartite da romeni e albanesi che richiedevano ai protettori 30 euro al giorno per ogni ragazza. Le donne venivano pedinate a distanza o controllate telefonicamente da due connazionali che «addestravano le lucciole» insegnando loro come vestirsi, adescare i clienti ed eludere i controlli delle forze dell’ordine. Tutto ciò che veniva guadagnato dalle ragazze veniva usato dagli aguzzini per giocare nelle sale Bingo e nelle bische della riviera romagnola.

http://www.lettera43.it/attualita/emilia-la-mafia-viene-da-benin-city_4367554300.htm

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