http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2015/09/26/news/il-marito-la-picchia-lei-per-sfuggire-si-butta-dal-terrazzo-1.12154567?refresh_ce
PRATO. Ha raccontato di averlo trovato al telefono con un’altra donna. E alla sua richiesta di spiegazioni il marito, 36 anni , ha cominciato a gridare. «Tu fatti i .. tuoi, io non devo rendere conto a te, faccio quello che voglio». Le urla erano sempre più forti. E sempre più offensive «stai zitta o ti riempio di botte donna di .. chiudi quella bocca di …».
Urla fortissime pronunciate dall’uomo davanti ai figli di 5 e 7 anni nell’appartamento dove la famiglia, di origine albanese, vive. Pochi minuti a dalla violenza verbale si è passati a quella fisica. Erano le 22, 30 di giovedì sera e quella lite, l’ennesima da un anno a quella parte, avrebbe avuto come testimoni i vicini di casa. Che, in base alla richiesta di convalida del pm Antonio Sangermano all’indomani dell’intervento dei carabinieri di Signa, era un susseguirsi di urla spaventose, grida di dolore, ma anche di paura, della donna. Calci, pugni e cazzotti al volto.
Botte così forti da provocare lesioni gravi ed escoriazioni al viso e in tutto il corpo. Una violenza cieca tanto che la donna, per la paura di morire a causa dell’aggressione del marito, ha tentato di fuggire buttandosi dalla finestra del primo piano dell’abitazione. Un volo che le ha procurato la frattura scomposta della tibia. A scatenare la violenza dell’uomo sempre motivi banali. Ora il pianto dei figli, ora le rimostranze della donna per i suoi comportamenti. In base a quanto riferito ai carabinieri era sufficiente che lei lo contraddicesse per qualsiasi cosa, anche futile, affinché scattasse quel comportamento.
Comportamento che giovedì sera l’ha terrorizzata più del solito tanto da renderla incapace di restare in quella casa, convinta che per lei, se non fosse fuggita, non ci sarebbe stato scampo. Si è quindi buttata e, nonostante la tibia rotta, ha raggiunto da sola i vicini. L’uomo, lo riferisce il suo avvocato Christian Vannucchi, sarebbe rimasto in casa con i figli e durante la lite non avrebbe pronunciato alcuna minaccia di morte.
Ed è anche su questa base che il legale presenterà ricorso al Tribunale del Riesame per opporsi alla decisione del giudice di accettare in toto le richieste del magistrato: la convalida dell’arresto (l’uomo giovedì sera è stato portato in cella di sicurezza), il divieto di dimora a Calenzano e il divieto di avvicinarsi alla moglie e ai figli. Il trentaseienne, che davanti
al giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere, adesso si trova in casa di parenti a Prato e dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi con l’aggravante del comportamento reiterato. La donna invece è in ospedale. Con 60 giorni di prognosi.