Category: Pisa

Marocchino perseguita studenti: subito libero

E’ stato arrestato dai vigili urbani di Pisa un marocchino di 18 anni, con precedenti denunce per furto, ricettazione, rissa, rapina e guida senza patente. Il giovane è ritenuto responsabile, insieme ad un complice, di aver commesso atti di bullismo nei confronti di alcuni studenti dell’istituto alberghiero ‘Matteotti’. Era accusato di resistenza a pubblico ufficiale per essersi sottratto violentemente all’identificazione ed ha patteggiato nel processo per direttissima sei mesi di reclusione (pena sospesa).

Da giorni gli agenti della Municipale stavano effettuando servizi intorno alla scuola dopo avere ricevuto varie denunce di episodi di prevaricazione subiti da alcuni alunni da parte di un gruppo di giovani che non frequentano l’istituto. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa quando un adolescente è stato aggredito e minacciato di ulteriori ritorsioni se avesse denunciato l’accaduto. Da qui sono partite le indagini con il successivo blitz degli agenti in borghese che hanno sorpreso due ragazzi, tra i quali appunto il 18enne che, alla richiesta di documenti, ha dato in escandescenza, spintonando i vigili e cercando di fuggire. Alla fine è stato fermato e arrestato.

La Polizia Municipale proseguirà i controlli nelle altre scuole superiori della città perchè ritiene che il gruppo di bulli abbia colpito anche in altri istituti.

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Cinghiate a bimba di 3 anni, morta

Un cittadino serbo è stato arrestato e trasferito in carcere al Don Bosco; è il compagno della madre della bambina di tre anni morta in casa ieri sera a Calambrone, frazione balneare di Pisa. L’uomo, un serbo di 33 anni, già segnalato per furto, è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti sia della piccola, sul corpo della quale erano presenti evidenti ecchimosi e tumefazioni, sia di sua madre.
La donna è stata sentita a lungo in ospedale dove è ricoverata in stato di choc e ha confermato il comportamento violento dell’uomo, che avrebbe respinto le accuse, ma su di lui gravano molteplici indizi a cominciare dai segni sul corpo della piccola che sarebbero compatibili, secondo il medico legale, con le percosse subite anche se solo l’autopsia potrà stabilire con certezza se la piccola è deceduta in seguito alle violenze. La bimba era nata da una precedente relazione tra la madre e un italiano, residente in Liguria. La donna è in attesa di un secondo figlio dal nuovo compagno.
Ecchimosi e tumefazioni che potrebbero essere riconducibili a percosse e anche a cinghiate. Ma per capire le cause del decesso della bambina di tre anni, morta ieri in un alloggio fatiscente ricavato in una ex pizzeria abbandonata al Calambrone, sul litorale pisano, gli investigatori attendono le risposte dall’autopsia. Non è ancora chiaro se l’esame necroscopico si svolgerà oggi o bisognerà attendere domani. Stamani il pm che coordina le indagini dei carabinieri, Giancarlo Dominijanni, ha conferito l’incarico al medico legale Alessandro Bassi Luciani che potrebbe eseguire l’esame già nel pomeriggio o al più tardi domani mattina.
L’inchiesta vede impegnati i militari del nucleo investigativo dell’Arma di Pisa che all’alba di oggi hanno arrestato il compagno della mamma della piccola, un 33enne serbo, Tonino Krstic, con l’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti sia della piccola che della donna. Dall’autopsia gli inquirenti aspettano di sapere se quelle botte che l’uomo avrebbe inferto possono essere state, oppure no, la causa del decesso della bambina che avrebbe avuto anche qualche problema di salute. Se davvero il 33enne risultasse aver provocato la morte, nei suoi confronti l’accusa si trasformerebbe quasi certamente in omicidio preterintenzionale.

http://www.ansa.it/toscana/notizie/2016/04/28/bimba-mortaarrestato-per-maltrattamenti_96c469a4-c103-4ea8-ba9e-aa6d0c7c4eb0.html

Africano devasta vagone, poi molesta mamma e figlia: ‘sedato’

La polizia ha dovuto portare un giovane all’ospedale per farlo sedare. Dopo sono scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere
PONTEDERA — Ha fatto il diavolo a quattro ma alla fine la polizia è riuscita ad arrestarlo. Un cittadino senegalese di 23 anni è stato portato al carcere di Pisa solo dopo che all’ospedale Lotti l’uomo era stato sedato dal personale sanitario.
A quanto si apprende il primo alterco di giornata l’uomo lo ha avuto con un capotreno che lo aveva sorpreso, prima dell’ora di pranzo, a danneggiare un vagone.
Abbandonata la stazione l’uomo ha concentrato la sua attenzione su due donne, madre e figlia adolescente. In una via non distante dalla stazione le ha minacciate, forse con l’intenzione di derubarle. Sul posto è intervenuta la polizia che ha trovato l’uomo in stato di agitazione.
Gli agenti hanno fatto intervenire un’ambulanza ma durante il tragitto per portare il 23enne al pronto soccorso un infermiere è stato morso a un dito.
Dopo essere stato sedato il giovane è stato portato in commissariato dove sono state sbrigate le pratiche per l’arresto. Il bilancio parla di un capotreno aggredito, di una madre e una figlia minacciate e di tre agenti della polizia feriti leggermente.

http://www.quinewsvaldera.it/pontedera-aggredisce-il-capotreno-una-donna-e-la-figlia.htm

Rom razziano rame, treni a singhiozzo da ieri sera su Pisa-Roma

Circolazione ferroviaria rallentata dalle 20.50 di ieri alle 7 di stamani sulla linea ferroviaria Pisa-Roma a causa del furto di rame compiuto nella stazione di Tombolo (Pisa). Lo rende noto Rfi precisando che il taglio dei cavi ha danneggiato “il sistema di segnalamento”. Un treno Frecciabianca e nove Intercity, conclude Rfi, “hanno registrato ritardi fra 20 minuti e due ore, ma conseguenze ci sono state anche per 16 treni regionali, di cui 12 con ritardi fino a 80 minuti e 4 cancellati”.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/03/16/furto-rame-treni-pisa-roma-a-singiozzo_e9e555b0-3156-41fd-bab5-2dd95849e4c2.html

Ringraziate le risorse che stanno arricchendo la nostra società.

Il parassitismo è una forma di simbiosi, ma a differenza della simbiosi per antonomasia (s. mutualistica), il parassita trae un vantaggio (nutrimento, protezione) a spese dell’ospite, creandogli un danno biologico.

Le proprietà che identificano in generale un rapporto di parassitismo sono le seguenti:

Il parassita è privo di vita autonoma e dipende dall’ospite a cui è più o meno intimamente legato da una relazione anatomica e fisiologica obbligata.
Il parassita ha una struttura anatomica e morfologica semplificata rispetto all’ospite.
Il parassita ha rapporti con un solo ospite. A sua volta questi può avere rapporti con più parassiti.
Questo comportamento si riscontra, ad esempio, in molti insetti ausiliari, le cui fasi giovanili si svolgono a spese di un ospite che viene ucciso al termine del ciclo di sviluppo.

O nell’immigrazione.

PISA: PROFUGHI SPACCIANO DROGA A RAGAZZINI ITALIANI, GIA’ TORNATI IN HOTEL

PISA – Quando i militari e i finanzieri, in servizio con la polizia e i vigili urbani per la movida, hanno assistito alla scena hanno subito bloccato i tre immigrati, due senegalesi e un gambiano età variabile dai 19 ai 24 anni (residente tra San Giuliano Terme, Livorno e Trapani), in attesa del permesso di soggiorno per la loro condizione di richiedenti asilo.
Il terzetto è stato identificato e perquisito. Ciascuno aveva in tasca dosi di droga, confezionata in piccoli involucri, per un totale di oltre 30 grammi.
Sequestrati anche 120 euro trovati in tasca agli immigrati e ritenuti l’incasso della serata. La minorenne è stata segnalata alla prefettura come consumatrice di sostanze stupefacenti.
L’arresto è durato poche ore. I tre sono stati rimessi in libertà dal sostituto procuratore di turno in applicazione dell’articolo 121 del codice di procedura penale secondo cui «l’arrestato o il fermato viene posto immediatamente in libertà quando il pubblico ministero ritiene di non dovere richiedere l’applicazione di misure coercitive». E così i profughi sorpresi a spacciare sono tornati in libertà.
Contrasto dello spaccio a parte, la task-force voluta dal prefetto, Attilio Visconti e coordinata dalla questura per contrastare gli eccessi della movida, ha portato all’identificazione di dodici persone e al sequestro di dieci borsoni con oltre un centinaio di birre.
Mercanzia abbandonata sul selciato dai venditori abusivi di alcolici in fuga alla vista delle forze dell’ordine. Nel prossimo weekend si replica.

http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2016/03/14/news/profughi-spacciatori-arrestati-e-liberati-1.13127528

Tunisino sventra marocchino in scuola trasformata dal PD in centro accoglienza

CASCINA. Non era la prima volta che i due uomini litigavano per questioni di vicinato. La convivenza all’interno dell’immobile, che anni fa era una scuola e che poi il Comune ha adattato prima come centro di accoglienza per extracomunitari e ora come “tetto” per ‘famiglie’ alle prese con uno sfratto, è molto difficile. Ma domenica sera è successo qualcosa di così grave che ha rischiato di finire in tragedia. Uno dei due uomini – Majdi Hannachi, tunisino, 37 anni – era molto agitato. La moglie, dopo un violento litigio, era uscita di casa ed era andata dai parenti. Un litigio diverso dagli altri perché la giovane gli aveva dichiarato la sua intenzione di separarsi ed era uscita per tutto il pomeriggio.

Arrivati a sera, l’uomo continuava a chiamarla sul cellulare parlando a voce alta. Fino a quando la moglie di un vicino di casa, marocchino, che abita al primo piano, è scesa per chiedergli di abbassare il tono della voce. «Ora basta, devi smetterla, vogliamo dormire»: questa, in sintesi, la richiesta della moglie del migrante, Abdelhak Lemzouri, 36 anni, operaio, coniugato. Ma il tunisino non avrebbe gradito. «Mi ha mandato via – ha raccontato la donna – “Faccio come mi pare, stai zitta”». Ne è nata una colluttazione a cui ha cercato di mettere fine il marito che però è stato accoltellato. Cosa sia davvero successo nei momenti della lite è difficile dirlo: i carabinieri di Navacchio, intervenuti con il Norm di Pontedera, lo hanno ricostruito attraverso le testimonianze degli altri condomini che, quando hanno sentito le grida e l’arrivo dei mezzi di soccorso, poco prima di mezzanotte di domenica, sono accorsi per cercare di capire che cosa stava succedendo.

Da quanto è stato ricostruito finora dai carabinieri, il marocchino ha cercato di fermare il tunisino. Quest’ultimo, però, ad un certo punto è entrato in casa, ha raggiunto il mobile della cucina, ha preso un coltellaccio (ora sequestrato dai carabinieri) e ha inferto un colpo all’addome del vicino di casa. La lama ha provocato gravi lesioni all’intestino. Tanto che, per cercare di salvare la vita al migrante, i medici dell’ospedale Cisanello, dopo i primi soccorsi, lo hanno sottoposto ad un intervento chirurgico andato avanti per buona parte della notte. Le condizioni del ferito sono gravissime: è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza è la prognosi è riservata.
Nel frattempo, dopo l’intervento del 118, i carabinieri hanno sentito le testimonianze dei vicini e hanno arrestato il tunisino, autore dell’aggressione. Durante la lite sarebbero state pronunciate gravi minacce: «Ora ti ammazzo, così stai zitto». Il sostituto procuratore di turno in procura a Pisa, dottoressa Paola Rizzo, ha indagato l’uomo per il reato di tentato omicidio. Ipotesi, questa, che ha preso il sopravvento rispetto a quella iniziale delle lesioni personali gravissime una volta che sono stati ricostruiti i momenti del litigio tra i due uomini.

«Non ero in casa quando c’è stata l’aggressione – racconta la moglie del tunisino arrestato – Con mio marito avevamo litigato nel pomeriggio e io ero uscita. Credo che abbiano litigato perché mio marito era al telefono, era agitato, mi chiedeva con insistenza di tornare a casa. “Devi tornare a casa, devi tornare a casa subito”, mi diceva con tono minaccioso fino a quando li ho sentiti litigare. Dopo non so che cosa sia successo perché non c’ero. E quando sono tornata non ho trovato nessuno». La giovane, che fa lavori saltuari come domestica o per imprese di pulizie, racconta che le loro difficoltà familiari sono iniziate quando, in seguito allo sfratto, a novembre, hanno perso la casa dove abitavano a Badia, sempre nel Cascinese. L’amministrazione comunale aveva proposto loro una soluzione transitoria, in uno degli alloggi dell’ex dormitorio e centro di prima accoglienza, ma questa sistemazione abitativa era risultata subito poco adatta sia alle esigenze dei minorenni che a quelle della coppia. Tant’è che, poche settimane dopo il loro ingresso nella struttura, la donna aveva segnalato il degrado dell’edificio e chiesto all’amministrazione di attivarsi per accendere almeno il riscaldamento. Un disagio e una protesta che erano finiti anche sulle nostre cronache.

«Mio marito non è riuscito ad adattarsi a questa situazione – spiega la donna – Lui non lavora e da quando siamo arrivati in questa casa il nostro matrimonio, la nostra famiglia hanno cominciato a risentirne. Non avrei mai immaginato che la situazione portasse a questo».

http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2016/02/23/news/non-urlare-e-lui-accoltella-il-vicino-di-casa-1.13009948

Autista pestato da Albanese: “Troppa violenza”

PISA. “Mi sento vuoto, provo molta ansia addosso, non sono riuscito a dormire. Ci vorrà del tempo prima che ritorni a guidare il bus. Dispiace anche perché finora nessuno dei vertici dell’azienda mi ha chiamato per esprimermi solidarietà”. Parla Massimo Barsotti, l’autista della Ctt Nord picchiato selvaggiamente ieri, martedì 16 febbraio, da un albanese di 30 anni arrestato poco dopo dai carabinieri in via Garibaldi a Pisa.

Barsotti è amareggiato. “Moltissimi colleghi e amici mi hanno chiamato per chiedermi come stavo, ma sono passate quasi 24 ore da quando è successo e nessuno dai vertici dell’azienda mi ha chiamato per esprimere solidarietà”, dice l’autista parlando fuori dall’aula di tribunale dove si tiene il giudizio per direttissima che dovrà stabilire la pena per il suo aggressore.

Un’aggressione nata per futili motivi, per una precedenza mancata e un diverbio. “Stavamo percorrendo entrambi via Garibaldi, l’avevo scorto nello specchietto, mi ha superato a sinistra e credevo che avrebbe proseguito nella mia direzione, in via Santa Marta. Invece mi ha tagliato la strada – racconta l’autista – ho dovuto frenare energicamente, e d’istinto gli ho suonato. Ma per me sarebbe finita lì. Io sono dovuto scendere dall’autobus per accertarmi delle condizioni dei passeggeri. C’erano 70-80 ragazzi a bordo, e per controllare che tutti stessero bene non potevo passare dal corridoio centrale, così ho aperto le porte e sono sceso in strada. Non appena mi ha visto, quel ragazzo ha gettato a terra il motorino, mi è venuto incontro e, dopo varie offese, mi ha sferrato un cazzotto. Sono finito a terra, mi sono rialzato senza reagire, ma ho chiamato subito i carabinieri. Dopo pochi secondi mi aggredito di nuovo, alle spalle. Non si fermava, era una furia, così sono scappato a piedi, ma ha continuato ad inseguirmi finché non ho sentito le sirene dei carabinieri”

Ora Barsotti temo che possa risuccedere. “Ho il terrore – dice – Ormai sono troppi gli episodi di violenza ai danni di chi guida i bus in città. Non so quando riuscirò a tornare alla guida, stanotte non sono riuscito a dormire”. Per il dolore, certo, Barsotti ha rimediato un tagli suturato con sette punti in bocca, all’altezza della guancia sinistra, un taglio anche sull’orecchio sinistro e una lesione al destro, oltre ad ematomi e contusioni al collo. “Ma a pesarmi di più è la paura, tempo di poterlo incontrare di nuovo, che mi venga a cercare, tanto non gli faranno niente”. E in effetti, il suo aggressore se l’è cavata con poco. Il giudice non ha convalidato l’arresto, ma solo imposto l’obbligo di firma. Prima dell’udienza l’autista ha ricevuto le scuse del fratello, a nome di tutta la famiglia. “Be’ un gesto apprezzabile, da parte sua e dei genitori le ricevo volentieri, ma prima di perdonare questo ragazzo deve passare un po’ di tempo. Deve imparare a comportarsi, sembrava un animale, voleva solo picchiare”. Barsotti però non si costituirà parte civile. “No, non chiederò il risarcimento perché non ho fiducia nella giustizia. Tempi lunghi, costi molto alti e nessuna certezza. Spero solo mi passi in fretta questa brutta sensazione”.

http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2016/02/17/news/non-risalgo-sul-bus-temo-possa-risuccedere-1.12974063?ref=fbfti

Giovane bastonato da albanesi per commento su Facebook: in coma

E’ in coma all’ospedale Cisanello di Pisa Giorgian Horeica, giovane di 24 anni, di origini rumene, residente ad Altopascio, aggredito barbaramente nel tardo pomeriggio del 7 febbrai) in via Cavour, nel pieno centro della cittadina del Tau, dopo un commento non gradito lasciato su un social network. Un episodio di violenza gravissimo su cui stanno tentando di far luce – a cominciare dal movente – i carabinieri di Altopascio, vicini a individuare tutti i componenti della gang che adesso rischiano l’accusa di tentato omicidio. Si sta, infatti, facendo sempre più drammaticamente chiara la dinamica del pestaggio avvenuto davanti a diversi testimoni, tra le 18 e le 19 di domenica: due dei presunti aggressori sono già stati individuati dai carabinieri ma le indagini vanno avanti e potrebbero portare in breve a nuovi sviluppi. Si tratta di due albanesi di 25 e 34 anni, residenti a Montecatini.

La lite – secondo quanto riferito dalle vittime dell’aggressione – sarebbe cominciata su un gruppo Whatsapp tra alcuni giovani albanesi e due ragazzi rumeni di Altopascio. Uno screzio nato forse per un equivoco, degenerato poi nella violenza e nel sangue perché dopo uno scontro verbale sulla chat la vittima dell’aggressione avrebbe escluso dal gruppo uno di coloro che ha organizzato il raid punitivo. Un regolamento di conti fra due opposti gruppi di giovani e giovanissimi che dopo essersi insultati via smartphone avrebbero deciso di affrontarsi apertamente dandosi appuntamento nel centro di Altopascio. In via Cavour ha avuto la peggio il 24enne Giorgian Horeica che dopo essere stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Luca è stato trasferito nella notte all’ospedale Cisanello per un grave trauma cranico e una ferita che, stando ai carabinieri, potrebbe essere stata provocata da un oggetto contundente, simile ad una spranga di ferro. Il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e si trova in coma nel reparto di rianimazione. La prognosi è strettamente riservata.
All’ospedale è finito anche il coetaneo che lo aveva accompagnato insieme al padre all’incontro con la gang di albanesi, a quanto pare residenti tra Pescia a Montecatini Terme. In otto sono arrivati all’appuntamento fissato ad Altopascio per chiarire un “malinteso” nato, a quanto pare, sulla chat di un social network, ma la situazione è subito degenerata.
Gli albanesi sono arrivati a bordo di due auto: appena giunti all’incontro non hanno dato il tempo nemmeno di parlare al 24enne e ai suoi due accompagnatori. Hanno iniziato a prendere tutti e tre a calci e a pugni, allontanandosi subito dopo. Soltanto 6, però, tra cui potrebbero esserci dei minorenni, avrebbero preso parte allo scontro fisico, come indicherebbero alcune testimonianze raccolte dai carabinieri sul posto. Subito dopo è scattato l’allarme. I carabinieri sono piombati in via Cavour dove sono arrivate anche le ambulanze che hanno condotto i due giovani all’ospedale.
Nel frattempo è scattata la caccia alla banda di picchiatori, che potrebbero avere le contate. Gli investigatori stanno verificando anche l’eventuale presenza di telecamere in zona per cercare elementi utili a rintracciare la gang di albanesi, due dei quali sono già stati individuati.
Si tratta, purtroppo, dell’ennesimo fatto di sangue che si verifica ad Altopascio. Soltanto tre mesi fa un ventenne di Altopascio, dopo una lite, tentò di investire due stranieri in via del Casale. Nell’estate di due anni fa sempre via Cavour fu teatro di un violento scontro tra due bande contrapposte di albanesi e italiani che in quel caso erano armati di bastoni.

http://www.luccaindiretta.it/cronaca/item/63594-giovane-in-coma-dopo-il-pestaggio-in-strada-caccia-agli-aggressori.html

Stupratore senegalese passeggiava tranquillamente in piazza

Servizio di controllo del centro storico effettuato ieri sera da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Esercito Italiano e Personale dei Reparti Mobili della Polizia di Stato, in seguito alla decisione, presa nei giorni scorsi dal Comitato dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto Visconti, di pianificare specifici controlli nel centro storico in orario serale per il contrasto di attività illegali quali spaccio di droga, vendita illegale di bevande, schiamazzi e comportamenti comunque contrari alla civile convivenza.

I controlli di ieri si sono particolarmente concentrati nelle zone di Piazza delle Vettovaglie, Piazza Sant’Omobono e vicoli limitrofi. Le forze dell’ordine hanno allontanato soggetti che arrecano disturbo all’ordine ed alla sicurezza pubblica, ricevendo l’apprezzamento da parte di esercenti e cittadini.

Controllate 18 persone. Sequestrati 10,39 grammi di marijuana in Piazza dei Cavalieri; effettuata una perquisizione personale ex art. 103 D.P.R. 309/90 (Legge stupefacenti); denunciati in stato di libertà tre cittadini stranieri (due albanesi ed un marocchino) per una rissa avvenuta poco dopo mezzanotte in Piazza Garibaldi.

Un cittadino senegalese, rintracciato in Piazza Cavalieri, risultato colpito da una misura cautelare in carcere per violenza sessuale, è stato arrestato e condotto al Don Bosco.

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Va a giocare e lascia figlia in auto, e tra poco ne arriva un altro

MONTOPOLI VALDARNO (PISA) – E’ stato arrestato per aver lasciato la figlia di 14 mesi in auto pur di andare a giocare al videopoker. E’ accaduto nel Pisano, a Montopoli Valdarno. L’uomo ha assistito alla nascita della terza figlia, poi ha accompagnato a scuola la bambina più grande ed è andato a trascorrere un po’ di tempo al bar giocando al videopoker lasciando chiusa in auto la secondogenita, di appena 14 mesi, la cui presenza è stata notata da un passante che ha avvertito i carabinieri i quali nel giro di 20 minuti hanno rintracciato e arrestato il padre con l’accusa di abbandono di minore. Nei guai è finito un operaio senegalese di 41 anni che dopo la convalida dell’arresto è stato rimesso in libertà. La bambina, visto che la madre, una donna italiana, è ancora ricoverata in ospedale dove stanotte ha partorito, è stato affidata ai servizi sociali.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/01/15/va-a-giovare-e-lascia-figlia-in-auto_ba557e4e-8662-4ed5-b072-0fe920ce3889.html