Ponte di Brenta, sgombero Via il bivacco dei rom
Mattino Padova Anche in questo caso è intervenuta la polizia municipale che, dopo aver identificato tredici romeni di etnia rom, ha fatto pulire l'argine sotto la stazione di Ponte di Brenta e la parte golenale di via San Marco verso Vigonza. Il blitz della polizia … |
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Ponte di Brenta, sgombero Via il bivacco dei rom – Mattino Padova
Anziana resiste allo scippo in strada: bandito la trascina per strada
PADOVA – Una donna di 77 anni è rimasta ferita durante un tentativo di scippo in pieno giorno.
L’anziana, dopo aver prelevato soldi a un bancomat, stava tornando a casa a piedi assieme al marito quando, in piazza del Carmine, è stata aggredita da uno straniero che ha cercato di strapparle la borsa. La donna ha reagito ed è stata trascinata per strada. Il rapinatore, quindi, è fuggito. La 77enne è stata trasportata all’ospedale con ferite alle gambe e alla testa.
http://www.gazzettino.it/NORDEST/PADOVA/padova_anziana_scippo_ferita/notizie/397214.shtml
Auto come deposito di droga in piazza Mazzini: spacciatori bloccati
PadovaOggi |
Auto come deposito di droga in piazza Mazzini: spacciatori bloccati
PadovaOggi “BANCOMAT” DELLA DROGA. Gli agenti della squadra Mobile di Padova tenevano d’occhio il mezzo da alcuni giorni, tanto che già un tunisino era stato arrestato dagli agenti delle Volanti dopo che aveva prelevato circa 50 grammi di eroina. Sull’auto era … |
Anche il ‘cognato’ di Balotelli sente le voci: aggredisce avversario
Padova: ancora feroce aggressione, banda di ‘nuovi italiani’ massacra di botte studente
PADOVA. Violenza incontrollata, bande di giovani che girano il centro cittadino colpendo qua e là: provocano, sfidano, alzano le mani. Sabato è successo ancora: il loro passaggio è stato segnalato in piazza dei Signori, in piazza Cavour, infine sul listòn. Lì, in quattro o cinque, hanno affrontato un ragazzo di 26 anni e l’hanno colpito con un pugno in faccia. Ora indaga la polizia.
L’aggressione. Erano da poco passate le 21 quando Filippo Valente, 26 anni, studente originario di Este ma residente a Padova in riviera Tito Livio, stava camminando sul listòn nelle vicinanze del Bo. Ha incrociato un gruppo composto da quattro o cinque ragazzini con origini rumene o moldave ma probabilmente nati in Italia. Uno di questi l’ha affrontato e senza dire una parola gli ha sferrato un pugno in faccia. Il ventiseienne non ha nemmeno provato a difendersi. Nessuno si è accanito su di lui, anzi, gli hanno pure chiesto scusa. Cercavano un’altra persona. Hanno colpito lui per errore. Confuso e un po’ sotto choc Filippo Valente si è allontanato. Il giovane è corso all’osteria Fradei Kempes in riviera Tito Livio, dove i gestori l’hanno aiutato e medicato. Due ore più tardi, verso le 23, ha telefonato al 113 chiedendo l’intervento della polizia e spiegando ciò che era successo.
L’indagine. Sul posto è giunta una pattuglia della Squadra volante della questura. Gli agenti, coordinati dal commissario capo Valeria Pace, hanno raccolto la testimonianza del ragazzo picchiato cercando di risalire ad un identikit degli aggressori. Probabilmente le telecamere del centro hanno ripreso tutto e anche grazie a questo il gruppetto potrebbe essere presto identificato.
Serata di violenza. Quella avvenuta sul listòn è l’unica aggressione emersa ufficialmente ma il passaggio del gruppo è stato segnalato in più occasioni. In piazza dei Signori, per esempio, dove era presente Federico Fiorini che sul social network Facebook ha scritto la sua testimonianza: «Mai vista tanta ferocia di calci e pugni: erano giovanissimi». Oppure in piazza Cavour, poco più tardi. Non è escluso che sabato sera due o più gruppi di giovani siano venuti a contatto, dando vita così ad una serie di scaramucce tra le gente che passeggia e i locali affollati del fine settimana. Per capire esattamente cos’è successo sarà importante la visione dei filmati ripresi dagli impianti di videosorveglianza del centro cittadino.
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/12/02/news/banda-semina-il-panico-giovane-pestato-1.8221917
Torna in mente l’aggressione subita da Alex Guedi.
Lavoratore e spacciatore: quando l’immigrato è integrato / 2
Spaccio al market nigeriano in via Piacentino a Padova: la droga sotto la cassa e la culla del figlio
Nata come costola dell’operazione Scialla che lo scorso maggio portò alla scoperta di un traffico di droga negli istituti scolastici del Padovano da parte di giovani e minori, una nuova indagine dei carabinieri di Padova ha consentito di smascherare la fiorente attività di spaccio messa in piedi da una coppia di nigeriani, marito e moglie rispettivamente di 47 e 50 anni, titolari di un market di ortofrutta in via Piacentino all’Arcella.
VIA VAI DI GIOVANI ACQUIRENTI. A seguito di un appostamento mirato, giovedì pomeriggio, i militari dell’arma hanno fermato quattro giovani che si erano appena recati nel negozio per acquistare della marijuana. Tre di loro sono stati segnalati in qualità di assuntori e un quarto denunciato per detenzione ai fini di spaccio perché aveva acquistato ben 14 grammi, che probabilmente avrebbe rivenduto a sua volta.
DROGA SOTTO LA CASSA E LA CULLA. Ottenute le prove di quanto si consumava all’interno del market, i carabinieri sono entrati nel negozio per perquisirlo. Nel mobiletto posto sotto alla cassa e sotto alla culla del figlio di 10 mesi della coppia hanno rinvenuto 1,80 chilogrammi di marijuana. Nel sottoscala sono stati identificati altri due nigeriani, denunciati e la cui posizione sarà vagliata. Il locale è stato posto sotto sequestro preventivo, mentre è stata inviata una segnalazione all’ufficio Igiene del Comune per le modalità di conservazione degli alimenti. Da perquisizione domiciliare, i militari hanno trovato e sequestrato 365 euro in contanti probabili provento di spaccio e un cellulare e un tablet ora al vaglio per risalire ad eventuali altri acquirenti del “giro”.
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Padova come Gaza – Maxi-operazione di «pattugliamento» dei carabinieri: 17 arresti e 24
Arrestato anche Victor Cojan, moldavo, classe 1989, in Italia senza fissa dimora, anch’egli colpito da provvedimento di carcerazione. E infine è stato rintracciato anche Mejdi Rihai, tunisino, classe 1977, in Italia senza fissa dimora, che deve … |
Rom si fingeva ‘assistente sociale’: depredati anziani, solo ‘denunciata’
Il ruolo di assistente sociale, premurosa nei confronti delle persone in difficoltà, lo interpretava a pennello, visto che è riuscita a raggirare con maestria due anziani residenti nel comune di Monselice. La donna rom, di 32 anni, che è stata individuata dai carabinieri della compagnia di Viale delle Terme e denunciata a piede libero per truffa, il 6 febbraio di quest’anno, a distanza di poche ore, aveva suonato i campanelli di due appartamenti, spacciandosi appunto per assistente sociale mandata dal Comune. Una volta dentro le abitazioni la trentaduenne aveva arraffato denaro e gioielli senza creare il minimo sospetto. Solo dopo che se n’era andata, i malcapitati hanno scoperto la malefatta. Altre due rom sono state arrestate in flagranza di reato circa un mese fa a Montegrotto. Avevano approfittato dell’assenza di una coppia di sessantenni, residenti in via Marza, per introdursi nell’appartamento. Mentre stavano rovistando negli armadi alla ricerca di oro e soldi, sono state scoperte dai titolari che sono rientrati prima di quanto si aspettassero le due ladre. (g.b.)
Padova: immigrato entra in locale, aggredisce titolari e chiama connazionali per farli pestare
Padova 20 novembre 2013 – Momenti di panico martedì pomeriggio in via Tiziano Aspetti per i titolari della Caffetteria Arcella, al civico 112. Come riporta Il Gazzettino, erano le 17 quando un cliente, uno straniero di orgine africana, ha fatto il suo ingresso nel locale ordinando un caffè e una brioche. Al momento di pagare il conto, saldato ricevendo resto e scontrino, l’immigrato è sbottato furibondo contro i proprietari, marito e moglie di 46 e 51 anni, apostrofandoli come dei ladri e minacciando di tornare a picchiarli.
LOCALE CIRCONDATO, BARISTI BARRICATI. I gestori, insultati davanti ai clienti, hanno raccontato di aver offerto qualche euro allo straniero nel tentativo di calmarlo e allontanarlo ma non è servito, l’uomo è uscito preannunciando un pestaggio. I baristi, impauriti, hanno chiamato la polizia che, intervenuta sul posto ha identificato lo straniero alla fermata del tram che si trova proprio davanti alla caffetteria. Quando gli agenti si sono allontanati però, i gestori hanno raccontato di aver visto l’africano scattare alcune fotografie del locale, che poco dopo è stato circondato all’esterno da alcuni connazionali. I coniugi temendo per la loro incolumità si sono letteralmente chiusi dentro al bar dove sono rimasti fino alle 19 quando, grazie all’intervento di alcuni clienti tornati a controllare la situazione dopo aver assistito alle minacce, hanno trovato il coraggio di uscire e tornare a casa. La paura però resta accesa in quella che da anni è una delle zone più critiche sotto il profilo della sicurezza a Padova.
Pietre lanciate sulle auto in corsa da Campo Nomadi: Questura e magistrati non fanno nulla!
PADOVA. Per loro forse è un gioco come un altro. Tanto fa passare il tempo a calciare un pallone, oppure a scagliar pietre contro le auto in corsa. Il manipolo di ragazzetti, non hanno nemmeno dodici anni, si piazza appena oltre il guard rail, lungo la tangenziale che costeggia via Bassette. Attende che passi il malcapitato e colpisce. I ragazzini approfittano della curva che costringe l’automobilista a rallentare per prendere la mira, puntando dritto al parabrezza. A finire vittima di questo gioco assurdo, vigliacco e pericoloso, domenica pomeriggio, è stata Cristina Vania e la sua famiglia. Sono partiti da casa, a Polverara, verso le 14, diretti al negozio di scarpe Pittarello che sorge a un passo dall’Ikea.
Hanno sbagliato uscita e si sono ritrovati a percorrere il dedalo di tangenziali e svincoli che circonda l’area commerciale di Padova Est. Sono finiti lungo il tratto di strada che costeggia il campo nomadi di via Bassette.
Arrivati alla maxi curva si sono visti apparire davanti tre ragazzini: «Mi sono chiesta che cosa facessero lì. Se ne stavano dietro il guard rail a guardar sfrecciare le auto. Un attimo dopo ho visto uno di loro alzare le braccia. Teneva in mano una pietra che ha scagliato contro la nostra automobile. Ha preso in pieno il parabrezza, sfondandolo. Mio marito ha mantenuto il sangue freddo, non ha sbandato. Ha accostato e nel momento in cui è sceso dall’auto i tre ragazzini si sono dati alla fuga, diretti verso il campo nomadi. Sotto choc siamo rimasti lì qualche minuto perché nostra figlia non riusciva a smettere di piangere per la paura. Quasi a scusarsi, ci è venuta incontro la mamma di uno dei tre. Ci ha detto che era solo un gioco, che erano solo bambini, poi se n’è andata».
Il parabrezza sfondato
Cristina Vania ha avvertito le forze dell’ordine: «È arrivata una pattuglia della polizia stradale, che non ha potuto far altro che constatare l’accaduto. Abbiamo poi presentato denuncia alla stazione dei carabinieri di Legnaro. Ci è stato detto che lo stesso giorno erano giunte altre segnalazioni di automobilisti colpiti da pietre lungo quel tratto di strada». Alla famiglia di Cristina non resta che un parabrezza rotto e tanta paura: «Mi chiedo che cosa sarebbe potuto accadere se mio marito avesse perso il controllo dell’auto. Quei ragazzini non si rendono di certo conto di quanto sia pericoloso quel “gioco”». Ora per la giovane coppia si pone un altro problema: «Non ci siamo fatti del male, certo, ma ora a me resta un parabrezza rotto da riparare. Io sono senza lavoro e per la nostra famiglia rappresenta un costo importante sostituire il vetro dell’auto. Ho pure avuto modo di scoprire che se circolo con l’auto ridotta in quel modo rischio di prendere una multa. Quei ragazzini non si rendono conto del danno che hanno provocato alla mia famiglia. Mi auguro che le forze dell’ordine tengano sotto controllo la zona pe r porre fine a questo assurdo passatempo».
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/11/21/news/ragazzini-rom-scagliano-sassi-sulle-auto-in-corsa-1.8153915