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Lotta allo spaccio, presi i fornitori albanesi in Arcella: due in manette – Mattino Padova


Tiscali

Lotta allo spaccio, presi i fornitori albanesi in Arcella: due in manette
Mattino Padova
PADOVA. Prosegue l’opera di “pattugliamento” del territorio e lotta allo spaccio di droga della Polizia a Padova. Tre persone sono state arrestate in due diverse operazioni nelle ultime ore. In particolare sono stati presi due albanesi all’Arcella. I
Tre arresti,sequestro eroina e marijuanaANSA.it

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Rom aggredisce e rapina anziano contanti e carte di credito, a piede libero

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Anziano rapinato sulla pista ciclabile di Rubano mercoledì 3 settembre 2014

Lo ha avvicinato mentre passeggiava lungo la pista ciclabile, l’ha aggredito e si è fatta consegnare soldi, gioielli e carte di credito. È successo mercoledì, alle 13, a Rubano. La vittima, un 67enne residente a Villafranca Padovana, ha denunciato l’aggressione nella mattinata di giovedì.

LA RAPINA. Dalla descrizione fornita dall’anziano ai carabinieri, a strattonarlo sarebbe stata una donna di etnia rom. La ladra sarebbe riuscita a farsi consegnare 350 euro in contanti, un bracciale e una catenina in oro giallo, e un portacarte, al cui interno erano custodite le carte di credito del malcapitato. Ottenuto quel che cercava, la malvivente si sarebbe allontanata a piedi, riuscendo a far perdere le proprie tracce. Il 67enne per fortuna non ha riportato ferite. Sono in corso le indagini dei carabinieri. Dell’episodio è stata informata l’autorità giudiziaria.

http://www.padovaoggi.it/cronaca/anziano-rapinato-pista-ciclabile-rubano-3-settembre-2014.html

Rom scatenati: massacrano e riducono in fin di vita un imbianchino, arrestati.

SANREM5

Imbianchino di Brugine picchiato: arrestati gli aggressori

Hanno un nome e cognome i due presunti autori della brutale aggressione perpetrata a Campagnola di Brugine la sera del 25 agosto scorso nei confronti di un imbianchino di 30 anni del posto, Daniele T., rinvenuto da alcuni passanti disteso a terra in una pozza di sangue all’esterno del bar Rialto, in evidente stato confusionale e con addosso i segni di una violenta colluttazione. Alle prime luci dell’alba di mercoledì, dopo giorni di serrate indagini, i carabinieri della compagnia di Piove di Sacco, in collaborazione con i colleghi del Nucleo investigativo del comando provinciale di Padova e di quelli di Venezia, hanno arrestato due individuinomadi di etnia sinti, il 34enne Manolito M. di Legnaro e il 39enne Diego F. di Cavarzere, ritenuti i responsabili del violento pestaggio.

IL FATTO. Erano le 19.30 quando la giovane vittima era appena uscita dal bar e, secondo le prime informazioni raccolte sul posto dai militari dell’arma, sarebbe stato colpito per futili motivi a suon di pugni, fino a cadere e battere il capo sull’asfalto. Rimediate una contusione allo zigomo e una botta dietro la testa, era stato soccorso e sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovergli un ampio edema cerebrale. Da allora, la vittima è tuttora ricoverata in pericolo di vita all’ospedale di Padova.

 LA RICOSTRUZIONE. Dopo giorni di investigazioni ininterrotte, grazie alle registrazioni delle telecamere della videosorveglianza, i carabinieri hanno appurato che, per motivi ancora da accertare ma certamente futili – forse anche semplicemente uno sguardo mal interpretato, anche se non è escluso che si possa essere trattato di uno scambio di persona – l’imbianchino si trovava da solo all’esterno del bar, quando è stato raggiunto da Diego F. che lo ha immobilizzato, trattenendolo per i fianchi mentre Manolito M., con un passato da pugile, gli ha sferrato un violento cazzotto al volto, che lo ha fatto rovinare a terra. Il tremendo impatto con l’asfalto gli ha poi causato gravi lesioni alla testa. I due aggressori, fuggiti alla guida di una Bmw nera, hanno fatto perdere le loro tracce.

IL VIDEO: La vicenda ricostruita in dettaglio

L’INTIMIDAZIONE. Dai filmati è emerso che l’imbianchino, prima dell’aggressione, si trovava tranquillamente seduto a osservare una partita di carte a cui stavano giovando degli anziani del posto, mentre i due nomadi stavano davanti ai videogiochi. Non risultano esservi stati contatti tra vittima e aggressori e gli stessi testimoni presenti non hanno notato scambi di battute tra i due se non un gesto di violenza unilaterale. Tutti i presenti nel bar al momento dell’accaduto sono stati sentiti la sera stessa e trattenuti fino alle 3 di notte in caserma. Non è stato facile per i carabinieri raccogliere testimonianze dato il diffuso timore di ritorsioni. Uno dei due nomadi, prima di andarsene, era infatti rientrato nel bar, minacciando: “Qua nessuno ha visto niente”. Il figlio minore di uno dei due aggressori è anche intervenuto cercando di far riprendere la vittima, versandogli dell’acqua sul viso, comprendendo la gravità della situazione.

 L’ARRESTO. In ragione della gravità delle modalità e delle conseguenze dell’aggressione, nonché in considerazione della possibilità che gli indagati potessero rendersi irreperibili, su istanza urgente del pm Francesco Tonon, il gip del Tribunale patavino, Cristina Cavaggion, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi, accusati, in concorso, di lesioni personali gravi. Manolito M. è stato catturato nella sua abitazione a Legnaro in via Vittorio Emanuele II e portato al Due Palazzi di Padova, mentre Diego F. è stato arrestato vicino alla zona artigianale di Marghera e condotto nel carcere di Venezia. Durante le perquisizioni sono state rinvenute le magliette che indossavano la sera dell’aggressione e che saranno sottoposte ad analisi tecniche al fine di rilevare l’eventuale presenza di tracce ematiche compatibili con la vittima. Entrambi rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria.

http://www.padovaoggi.it/cronaca/imbianchino-brugine-picchiato-arrestati-aggressori.html

Trovato il maniaco che tramortiva le anziane: è un romeno

Vigliacco, ladro, cattivo. Seguiva le anziane, le prendeva a pugni e rubava loro soldi e gioielli. La settimana scorsa ha tramortito una donna di 71 anni nell’androne del condominio. L’ha colpita talmente forte da farle perdere i sensi, poi si è impossessato del suo orologio d’oro e dei 30 euro che aveva in borsa. Lo stesso ha fatto a Mestre il 7 agosto scorso e a Trieste venerdì mattina. Ci hanno pensato gli uomini della Squadra mobile di Padova a mettere fine alle scorribande di questo delinquente così violento e spietato ma anche arrogante e sprovveduto. Sì, perché Iulian Marin, 26 anni, rumeno di etnia rom, è stato tradito dalle scarpe troppo appariscenti. Precisamente dalle Onitsuka Tiger gialle rese celebri da Uma Thurman nel film Kill Bill di Quentin Tarantino. Gli uomini del vice questore aggiunto Marco Calì l’hanno seguito fino a Trieste e l’hanno preso per un soffio perché stava per scappare in Romania: sarebbe dovuto tornare in patria proprio oggi.
L’aggressione di via Berchet
M.B., 71 anni, pensionata, non dimenticherà facilmente sabato pomeriggio del 24 agosto scorso. Stava rientrando a casa con la spesa e non si è accorta del giovane rumeno dietro di lei. L’ha seguita dentro casa fingendo di essere un residente, le ha sferrato un pugno e l’ha derubata dell’orologio d’oro e del portafoglio. Un’aggressione violenta quella che si è consumata nel condominio di via Berchet. Un’azione che ha subito messo in movimento gli investigatori della questura di Padova.
Le indagini della Mobile
I poliziotti della Squadra mobile hanno acquisito le immagini di tutte le telecamere presenti nel circondario. Ma proprio tutte. Via Berchet è la strada che attraversa il quadrante di città compreso tra via Trieste e via Tommaseo. Ci sono negozi, ci sono le sedi delle banche, gli uffici pubblici e i condomini. Una volta raccolti i filmati si sono rinchiusi in questura e li hanno sbobinati uno ad uno. La telecamera del nuovo parcheggio multipiano di via Trieste ha immortalato un uomo scuro di carnagione, fisicamente prestante e con le scarpe gialle. Passeggiava in via Trieste pochi minuti prima dell’aggressione in via Berchet. Si vede passare prima l’anziana di 71 anni e pochi istanti dopo lui. Il fermo immagine di quell’uomo con la felpa blu e le scarpe gialle è finito sulle scrivanie degli uomini dell’antirapina che hanno confrontato il fotogramma con centinaia di foto segnaletiche di nordafricani e rumeni. Fino a che non hanno riconosciuto lui, Iulian Marin. Un agente in servizio alle Volanti, inoltre, si è ricordato di aver controllato un rumeno con le scarpe gialle proprio qualche giorno prima al Centro Giotto: ulteriore conferma. I poliziotti sono riusciti a risalire poi al suo numero di cellulare. L’hanno “ascoltato” per qualche giorno scoprendo, per esempio, che si era tagliato la barba per cambiare aspetto dopo la violenta aggressione di Padova. Ma soprattutto hanno capito che si stava nascondendo a Trieste in un piccolo appartamento sottotetto e che si stava preparando per tornare in Romania.
Il blitz
L’irruzione in casa è stata perfezionata venerdì mattina a Trieste. Il ventiseienne si trovava in compagnia di due giovani connazionali, tra cui una ragazza incinta. Tutti e tre sono stati bloccati e perquisiti: in casa avevano gioielli rubati nel corso delle rapine e abbigliamento sportivo risultato sparito da alcuni negozi di Padova. Analizzando le celle della telefonia mobile gli investigatori sono riusciti ad attribuire al rapinatore altri due colpi: uno a Mestre il 7 agosto scorso e uno a Trieste proprio venerdì mattina. Ancora due anziane. Ancora due vigliacche aggressioni alle spalle. L’orologio della settantunenne di Padova l’aveva già rivenduto ad un compro oro di Trieste per 600 euro.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/08/31/news/tramortiva-le-anziane-e-le-derubava-1.9849553

ARRESTATI 5 IMMIGRATI DELLA “JIHAD” PER TERRORISMO.

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Nel mirino dei Ros di Padova 5 stranieri, quasi tutti residenti sul territorio regionale, per associazione eversiva. La provincia euganea è stata individuata dall’intelligence come uno dei loro centri operativi.

Nei giorni scorsi i servizi segreti avevano messo in allerta l’Italia sulla possibilità di attentati da parte di fanatici religiosi. Tra le province a rischio di “reclutamento” nelle schiere dell’Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) per combattere nella jihad, era stata segnalata anche quella di Padova. Sarebbero una trentina, come riporta il Corriere del Veneto, le persone tenute sotto controllo a livello regionale, dai Ros e dalla Digos. Il clima di fervore degli ultimi mesi, a seguito delle tensioni in Africa e in Medio Oriente, avrebbe attecchito anche tra alcuni predicatori in Veneto. Di qui le indagini avviate dalla procura distrettuale di Venezia (deputata a questioni di terrorismo), e l’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone, per associazione eversiva.

CINQUE INDAGATI. Nel mirino dei Ros di Padova, sarebbero finiti cinque stranieri, quasi tutti residenti in Veneto. Il loro ruolo non sarebbe quello di combattenti, quanto piuttosto di “reclutatori”, ovvero persone il cui compito è quello di individuare soggetti da indottrinare alla Guerra Santa, per attentati interni oppure da mandare sui vari campi di battaglia disseminati nel mondo, a partire dalla Siria. E, almeno in un caso, ci sarebbero riusciti. Un ruolo cruciale, il loro: scovare individui adatti, di solito tra persone disperate e immigrati non integrati, addestrarli alla causa, e poi spedirli sui vari fronti di guerra, stando bene attenti a dissimulare le tracce. Padova è stata individuata dall’intelligence come uno dei centri nevralgici di questa operazione.

http://www.padovaoggi.it/cronaca/terrorismo-isis-jihad-padova-reclutamento-indagati.html

Padova: società multietnica arrestato il capo banda, era nigeriano.

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I.B., nigeriano di 25 anni, è stato fermato lo scorso 22 agosto a Lodi. L’operazione “Lungargine” aveva già portato al fermo di altri quattro complici, in marzo. Avevano la loro base logistica in via Eulero“.

E’ stato arrestato a Lodi, lo scorso 22 agosto, dove si era trasferito da qualche mese con la propria famiglia, I.B., di 25 anni, considerato il capo della banda di nigeriani che, con base in via Eulero a Padova, riforniva, ormai da tempo, diverse piazze di spaccio nel Veneto, tra cui l’area di Campo Marzio, nel capoluogo berico.

IL PRIMO BLITZ. Il giovane africano era infatti riuscito a sottrarsi al blitz del 26 marzo scorso, durante il quale i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Vicenza avevano fatto irruzione in due appartamenti abitati da numerosi nigeriani. In uno dei due alloggi erano stati rinvenuti decine di panetti di marijuana, di diverso taglio (dal mezzo chilo ai 2 chili) per un peso complessivo di 25 chilogrammi, pronti per essere venduti all’ingrosso. Nel medesimo contesto erano stati tratti in arresto, in flagranza di reato, S.U.O. di 32 anni residente a Vicenza, A.C.I. di anni 33 ed E.N. di 44 anni, tutti nigeriani.

LA FUGA ROCAMBOLESCA. Un ulteriore soggetto, E.P., 36enne sempre di nazionalità nigeriana, inizialmente sfuggito al blitz arrampicandosi sul tetto della palazzina (di quattro piani), era stato successivamente individuato e, quindi, catturato dopo un rocambolesco tentativo di fuga lungo la grondaia dell’edificio. In quella stessa occasione erano stati rinvenuti circa duecento confezionamenti in cellophane già utilizzati, ciascuno contenente 2 chili di marijuana. il quantitativo di stupefacente posto sotto sequestro testimonia uno smercio complessivo, già avvenuto, di circa 400 chili di sostanza stupefacente. I 25 chili confiscati avrebbero fruttato all’organizzazione criminale, dalla vendita all’ingrosso, circa 50mila euro, mentre sul mercato al dettaglio il valore della partita è di circa 125mila euro. La medesima indagine aveva già portato, lo scorso 22 febbraio, al fermo di un altro cittadino nigeriano, A. K. di anni 24, domiciliato a Vicenza, che occultava nella propria auto 4,4 chilogrammi di marijuana, appena acquistati a Padova, in via Eulero.

PRESO IL CAPO. L’operazione “Lungargine”, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Padova, Marco Peraro, ha quindi permesso di risalire alla nuova dimora del capo dell’organizzazione, che è stato così raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova, Margherita Brunello. Il soggetto arrestato dalle fiamme gialle, rinchiuso nella casa circondariale di Lodi, era arrivato a Lampedusa nell’agosto del 2008 e subito aveva chiesto asilo politico. Al momento del fermo non aveva alcuna occupazione lavorativa e poteva muoversi liberamente sul territorio italiano grazie ad un permesso di soggiorno per cure mediche.

http://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-droga-arrestato-capo-via-eulero-padova-lodi.html

Mendicante ruba offerte in chiesa: sorpreso bestemmia

Furti Basilica del Santo arrestato Padova

Un uomo 26enne di origini rumene romeno è stato arrestato domenica mattina in flagranza di reato mentre è stato sorpreso a rubare, assieme a un complice, all’interno della Basilica del Santo a Padova.

SORPRESO A RUBARE, HA COMINCIATO A BESTEMMIARE. Come riportano i quotidiani locali ad avvisare le forze dell’ordine i frati che appena hanno notato il movimento sospetto dei malviventi non hanno esitato a chiamare il 113: il 26enne è stato sorpreso vicino alle cassette delle offerte con l’asta e il magnete e 25 euro in tasca. Preso, ha anche cominciato a bestemmiare.

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Giovani risorse: anziana picchiata per 30 euro

PADOVA. Aggredita e gettata a terra nell’androne di casa. È stato un pomeriggio di paura per un’anziana che abita in via Berchet a Padova. Il tutto per un misero bottino di un orologio e 30 euro.
La donna stava rientrando a casa quando si è accorta di un giovane di circa 25 anni (straniero, secondo la sua testimonianza) che la stava seguendo. Arrivata nell’androne del condominio l’uomo l’ha seguita entrando nel palazzo. La donna a quel punto ha chiesto al giovane dove fosse diretto. «Al quinto piano» è stata la risposta. La donna ha capito subito che si trattava di un criminale perché il palazzo è più basso e non ha un quinto piano.
Ma al primo accenno di reazione l’uomo ha afferrato la signora per la mandibila, gettandola a terra. La donna è svenuta e, nella sua testimonianza, non ricorda più nulla di quanto accaduto. È rimasta priva di sensi nell’atrio per un tempo che non riesce a quantificare. Al risveglio si è accorta di essere stata derubata dell’orologio in oro al polso e della borsetta con all’interno 30 euro. Ha immediatamente chiamato la polizia che giunta sul posto l’ha accompagnata al pronto soccorso.
La vittima è M.B., 61 anni, di origini veneziane ma residente in via Berchet.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/08/24/news/anziana-aggredita-nell-androne-di-casa-per-un-orologio-e-30-euro-1.9809290

Mendicanti assaltano guida turistica: “E’ stato un incubo”

Minacce e sputi durante una visita, denunciati due tunisini. La vittima: «È stato un incubo»

Guide turistiche, il giro guidato nel “salotto buono della città”, si trasforma in un incubo. È accaduto a G.B e ai turisti che accompagnava in città lunedì pomeriggio: hanno dovuto fare i conti con molestie e minacce da parte di due mendicanti molesti tunisini. «Poco prima delle 16 sono scesa dal…

http://www.gazzettino.it/PAY/PADOVA_PAY/la_guida_aggredita_davanti_ai_turisti/notizie/845332.shtml

Padova: finestrino auto spaccato, mamma e bimba aggredite a semaforo

CATTURATO ZINGARO IN UN CAMPO NOMADI DELLA PROVINCIA

Approfittando della sosta al semaforo, si era impossessato, dopo aver infranto il finestrino della Nissan Micra con una gomitata, della borsa di una donna riposta sul sedile lato passeggero. Nonostante la strenua difesa della vittima, preoccupata anche della presenza in auto della figlioletta di 4 anni, il rapinatore non solo l’aveva colpita a sberle in faccia per rubarle la borsa, ma si era anche impossessato delle chiavi di accensione del mezzo, lasciandola ferma in strada. Il fatto era avvenuto nel tardo pomeriggio dello scorso 10 luglio in via Vigonovese a Padova.

L’ARRESTO. A seguito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Roberto Piccione, su ordine del gip Mariella Fino, giovedì sera la polizia di Padova ha arrestato un 30enne ‘italiano’, ritenuto l’autore della violenta rapina in strada compiuta ai danni dell’automobilista. Le indagini della squadra Mobile euganea hanno permesso di individuare il responsabile: Sidney B., residente a Solesino, ma rintracciato nel campo nomadi di via Roma ad Albignasego.

LE INDAGINI, IL RICONOSCIMENTO IN LACRIME. Il 30enne era stato fermato qualche ora dopo la rapina a bordo di una Lancia Y di colore grigio scuro. Auto che combaciava con la descrizione della vittima, che l’aveva visto scappare sul veicolo con un complice. Sui sedili posteriori erano stati rinvenuti dei frammenti di vetro, risultati compatibili con la Micra, e una borsa, che però non apparteneva alla derubata, probabile provento di un altro furto. La donna, alla vista della foto del Sidney per il riconoscimento, ancora sotto choc, ha confermato scoppiando in lacrime che si trattava del rapinatore.

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