Tutti i Crimini degli Immigrati

Un bambino di pochi mesi è stato dimenticato per più di mezz’ora in un negozio dell’outlet di Vicolungo, in provincia di Novara, giovedì sera. Le commesse lo hanno ritrovato al momento della chiusura e hanno avvertito i carabinieri. Il piccolo, tranquillo e sereno, era in un camerino di un negozio di abbigliamento. I genitori, una coppia di extracomunitari in quel momento erano ancora all’interno dell’outlet con altri figli.

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«Quella donna ha atteso mia figlia nell’androne del palazzo armata di coltello. Se non fossimo intervenuti io e l’altro mio figlio poteva essere una tragedia. Altro che normale lite fra vicini. Contro di lei ho già presentato quattro denunce. Non possiamo più vivere così, imprigionati in casa con la paura di uscire».

Sabato l’ultimo episodio
Lo sfogo è di un’operaia novarese di 40 anni che abita in corso Cavour. È lo stabile dell’Atc in cui domenica sera sono accorse forze dell’ordine e e ambulanza. La donna, dopo l’episodio cui hanno assistito vicini e diversi passanti che hanno sentito le urla, ha presentato denuncia per lesioni e minacce contro un’ivoriana che vive nel palazzo. Lo stesso ha fatto il figlio di 17 anni, preso a calci e pugni e minacciato con l’arma. «Se non si è fatto male nessuno è un miracolo – continua la donna -. Così non si può andare avanti: litiga con tutti, lancia i sassi dal balcone. E viaggia con uno zaino pieno di mattoni. Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto? Ho chiesto di essere trasferita in un altro appartamento. Temo per i miei figli».

«Dispetti e aggressioni»
La situazione è degenerata negli ultimi due mesi. «Fino a poco tempo fa ci andavo d’accordo. Poi mi ha visto prendere il caffè con un’inquilina che lei non sopporta. E’ scoppiato l’inferno. Da allora dispetti e aggressioni. Se l’è presa anche col mio cane. Domenica sera io e mio figlio siamo andati al pronto soccorso. E la sorella non vuole più dormire da sola. Ha paura perfino ad andare in bagno. Questa non è vita». Ha sgranato gli occhi quando ha sentito parlare di una normale lite di condominio: «Ha aggredito mia figlia con un coltello. Voleva ucciderla». Conferma un altro residente: «Sono intervenuto per bloccare quella donna, mi sono trovato perfino io dei graffi sul torace».

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