Una rapina perpetrata da un uomo che non ha nulla da perdere, già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi: Mohamed Obsan, marocchino di 30 anni senza fissa dimora, è finito in manette dopo esser stato riconosciuto dalla sua vittima e da un testimone del reato, Alessandro della cartoleria-tabaccheria Fonte Gaia di piazza dell’Anfiteatro. Il malvivente stanotte ha rubato un cellulare a un 25enne lucchese che, solitario e in tutta tranquillità, stava approfittando del wifi gratuito e della quiete cittadina dopo il pienone festivo. Intorno alle 2 di notte, proprio in Anfiteatro, è stato avvicinato dal marocchino che, pur senza armi, gli ha chiesto di consegnarli il cellulare. Il ragazzo, capita l’antifona, si è subito messo in tasca il telefono, cercando di mantenere calma la situazione e il marocchino, per tutta risposta, ha agito in modo repentino per sottrarglielo: gli ha messo le mani addosso, quasi a volerlo abbracciare in modo amicale, e infine è riuscito a vincere le resistenze del 25enne, che stava cercando di divincolarsi, rubandogli il costoso cellulare.
Nel frattempo il gran vociare ha attirato l’attenzione del tabaccaio, 38 anni, che già pochi minuti prima aveva notato, portando fuori i rifiuti, l’italiano e il marocchino, ancora distanti tra loro: “Però non era solo lo straniero, erano in due”, ricorda Alessandro. Il tempo di tornare dentro la cartoleria per terminare la giornata dopo essersi attardato a fare i conti, e la quiete di piazza dell’Anfiteatro ha lasciato il posto agli schiamazzi. Infatti Obsan stava andandosene a passo normale, col telefono rubato al lucchese e convinto di averla fatta franca. Ma il 25enne si era già reso conto della rapina subita e aveva raggiunto il marocchino, placcandolo per lo zaino che aveva alle spalle. Da lì, immediata, ne è nata una colluttazione, causante escoriazioni al derubato che ha preferito, comunque, non recarsi al pronto soccorso. “Quando ho sentito il gran vociare – racconta Alessandro – mi sono precipitato fuori già col telefono in mano. La scena che mi si è parata davanti era quella di due ragazzi, il terzo era distante e sembrava non entrarci nulla, che stavano tenendosi per i vestiti. Quello con lo zaino, che poi ho scoperto aveva rubato il cellulare all’altro, gli stava mettendo le mani al collo, praticamente. Ho gridato loro che avrei chiamato la polizia: mi hanno guardato entrambi e il marocchino ha lanciato lontano il telefono, andandosene. A quel punto ho chiamato davvero il 113”.
Obsan, che secondo il racconto del tabaccaio si è poi, in sostanza e tutta tranquillità, ricongiunto al compare uscendo entrambi dalla stessa porta di piazza dell’Anfiteatro, è infine stato raggiunto poco lontano, trovato solo, da due equipaggi della squadra Volanti della polizia, dirette da Leonardo Leone. Il problema è che addosso, appunto, non aveva più il telefono: per il resto, connotati e vestiario corrispondevano a quelli descritti dal tabaccaio e dalla vittima. Pertanto Obsan è stato ricondotto in piazza e lì i due lo hanno riconosciuto come autore materiale della rapina.
La sorpresa, una volta arrestato e condotto in questura, per i poliziotti è stata il contenuto dello zaino del marocchino: cacciaviti, deodoranti, dentifrici, un mucchio di merce di vario genere, ancora confezionata, che adesso gli agenti stanno cercando di collegare agli effettivi proprietari. Ipotizzano, infatti, sia stata trafugata da supermercati o negozi di elettronica, in attesa di essere rivenduta. Se la situazione sarà confermata, al marocchino sarà contestata anche la ricettazione. Chiesti stamani i termini a difesa, Obsan si trova tuttora al carcere San Giorgio.
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