Category: EVIDENZA

Senegalesi: ora spacciano nelle spiagge toscane

Arrestato sulla spiaggia di Marina di Pietrasanta, un senegalese di 36 anni che fingendosi turista su una spiaggia libera, accampato in una tenda, in realta’ spacciava droga, ai giovani frequentatori dell’ arenile pietrasantino. Evidentemente il commercio abusivo, le estorsioni ai parcheggi non bastano piu’ a garantire lucrosi affari, ovviamente da codice penale, questi extracomunitari specie africani, si buttano dichiaratamente sul piu’ redditizio spaccio della droga. Uno spaccio finora controllato da pusher magrebini e nigeriani, ma ora si stanno inserendo i senegalesi. Di questo passo non sono da escludere violente lotte sanguinose tra bande di queste etnie, in Toscana, per accaparrarsi il monopolio di questa attivita’ criminale. Ci sono figure politiche istituzionali che hanno definito questi immigrati ” risorse feconde e nuovi cervelli ” che sbarcano nel nostro paese. Si , dobbiamo dare ragione a queste altissime figure istituzionali, questi extracomunitari, sono senz’altro ” cervelli del crimine e dello spaccio ” !
OSSERVATORE TOSCANO

http://voxnews.info/2013/08/30/non-solo-abusivi-ora-i-senegalesi-spacciano-nelle-spiagge/

Roma: “Sono immigrato, dammi il tuo iPhone” e la aggredisce

I Carabinieri della Stazione Roma Piazza Dante hanno arrestato un 25enne cittadino marocchino che la scorsa notte, in via del Pigneto, ha aggredito una 30enne romana, rubandogli l’Iphone e fuggendo poi a piedi. Alcuni testimoni che hanno notato la scena hanno immediatamente allertato il 112. I Carabinieri giunti sul posto dopo brevi ricerche in zona, grazie anche alle descrizione raccolte dai testimoni, hanno rintracciato e bloccato poco dopo il rapinatore. Il 25enne, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stato accompagnato in caserma dove ha trascorso la notte in attesa di essere processato con il rito per direttissima e dovrà rispondere di rapina. L’i-phone invece, recuperato dai militari dell’Arma, è stato restituito alla vittima.

http://www.romadailynews.it/cronaca/aggredisce-una-donna-e-le-ruba-liphone-arrestato.php

Gli zingari sono ricchi: disoccupato e senza patente guidava auto di lusso

Legnano 30 agosto 2013 – Un’operazione di controllo del territorio, condotta a termine dagli uomini della Polizia Locale di Rho, ha portato all’individuazione, fermo e denuncia per guida senza patente di R.G., nomade slavo, disoccupato ma a bordo di una potente Aston Martin, del valore di oltre 150mila euro, il modello corrispondente a quello usato in tanti Film di James Bond, il noto Agente 007.

L’uomo, pregiudicato, abbigliato con giacca firmata e rolex al polso, ha ammesso candidamente di non avere la patente, quindi è scattata l’applicazione dell’art. 116 C.d.S. e il fermo del veicolo, che veniva ricoverato nella depositeria comunale a mezzo carro-attrezzi.

Le operazioni di Polizia Locale, hanno portato nei mesi di luglio e agosto, alla denuncia penale di 28 persone per reati vari, dal furto allo spaccio di sostanze stupefacenti, spiccano relativamente al Codice Stradale 5 guide senza patente e due omissioni di soccorso su incidente stradale, 1.187 le infrazioni al C.d.S. accertate dagli Agenti, oltre 70 le Ordinanze da 500 euro contestate sulle attività anti prostituzione; individuata pure una prestanome residente a Rho, con oltre 30 autovetture di media e grossa cilindrata intestate e in uso proprio a nomadi slavi, le indagini sono partite a seguito di un sinistro stradale con omissione di soccorso e fuga da parte di una nomade di origini croate, successivamente identificata.

http://www.legnanonews.com/news/65/30961/

Rapine nel Sannio in stile militare: trovato arsenale

Comincia a delinearsi il quadro investigativo sugli episodi di rapina in abitazioni isolate consumate negli ultimi tempi nella provincia di Benevento, in particolare nelle valli Telesina e Vitulanese.

L’attività svolta dalla task-force investigativa, messa in campo dal Comandante provinciale dei Carabinieri, composta dai militari del Nucleo Investigativo di Benevento e dai Nuclei Operativi delle Compagnie di Montesarchio e Cerreto Sannita, coadiuvati da tutti i Comandi Stazione interessati, ha dato i primi risultati operativi, confortando quelle che erano le ipotesi investigative degli inquirenti.

Questa mattina a Cardito e a Caivano, comuni a ridosso dell’hinterland napoletano, i militari del posto, che erano stati allertati dai colleghi di Benevento, hanno rinvenuto due delle autovetture utilizzate dai rapinatori: un’Alfa Romeo 159, rubata ad un cittadino di Modena, in vacanza a Montefalcione ed usata dai malviventi per compiere la rapina, il 22 agosto scorso a Sant’Agata dei Goti, ed una Fiat Panda, asportata a Cerignola, in provincia di Foggia, utilizzata dai banditi per il colpo del 21 agosto a Solopaca.

A bordo dell’Alfa 159, sono stati rinvenuti due fucili, uno portato via nel corso della rapina consumata a Solopaca, e l’altro durante quella perpetrata a Torrecuso. Inoltre sono stati trovati anche guanti e passamontagna utilizzati dai malviventi. Tutto il materiale è ora al vaglio degli inquirenti per gli accertamenti tecnico-scientifici del caso, mentre continua a tutto campo l’attività degli stessi investigatori per dare un nome ai rapinatori.

In mattinata, infatti, è stato depositato presso la Procura della Repubblica, nelle mani del Sostituto Procuratore Patrizia Filomena Rosa, che, nonostante sia ufficialmente in ferie, sta seguendo da vicino tutta l’attività investigativa dei Carabinieri, una prima informativa sugli episodi e su tutti gli elementi raccolti. Secondo quanto emerso finora, prende sempre più corpo l’ipotesi che i banditi siano stranieri, verosimilmente provenienti dall’Est Europa.

http://www.ntr24.tv/it/news/cronaca/rapine-nel-sannio-trovate-armi-e-auto-dei-banditi-a-cardito-e-caivano.html

Viterbo invasa dagli zingari

Una semplice richiesta di elemosina si può trasformare in un borseggio. Questo è quanto sta succedendo in questi giorni a diversi viterbesi, che all’improvviso si trovano senza portafoglio o cellulare. Poi si ricordano che poco prima erano stati avvicinati da ragazze che chiedevano dei soldi. Episodi di piccola criminalità che si vanno a sommare ai furti che avvengono nei parcheggi dei negozi e centri commerciali maggiormente frequentati. In vista dei festeggiamenti di Santa Rosa, soprattutto per il 2, 3 e 4 settembre (giorno della fiera) le forze dell’ordine hanno predisposto una serie di controlli per andare ad arginare la presenza degli zingari e soprattutto contrastare l’eventuale possibilità che commettano dei reati a danno delle persone. Le zone dalle quali provengono la maggior parte delle segnalazioni di furto sono quelle del centro storico.

http://www.corriereviterbo.it/notizie/viterbo-invasa-dai-nomadi-tante-le-segnalazioni/007259#sthash.kJdc9SgB.dpuf

Boom di furti a Pescara

PESCARA. «Si è persa la figura del portiere, quella che rappresentava la prima sicurezza, che faceva da filtro, che conosceva chi entrava nei palazzi: è anche per questo che i furti nelle case aumentano». Racconta il questore Paolo Passamonti che il portiere dei palazzi – un mestiere in via di estinzione – rappresentava un forte deterrente per i ladri che, soprattutto d’estate, entrano nelle case rubando, rispetto all’inverno, almeno con una percentuale superiore al 10, 15 per cento.
Perché i furti aumentano d’estate? C’è una tipologia di ladro estivo? «Intanto aumentano perché c’è più gente in giro e le case sono meno abitate», illustra il questore, «perché le precauzioni prese dalle persone sono ancora basse e non c’è più molta solidarietà tra i condomini. Poi, certo, la crisi è un altro fattore legato all’aumento dei furti». Rispetto al trimestre aprile-giugno dello scorso anno i furti sono quasi raddoppiati passando, complessivamente, dai 484 del 2012 ai 783 di quest’anno. A entrare nelle case nel periodo estivo, racconta Passamonti, sono soprattutto i rom provenienti anche da altre regioni.
«Spesso sono in due: una donna incinta accompagnata da un minore perché sono le categorie che rischiano di meno. Alcuni provengono da Roma, dai campi stanziali, arrivano qui e ripartono prendendo l’autobus». Sono 18 in più rispetto allo scorso anno i furti registrati dalla questura quest’anno, ladri che entrano negli appartamenti soprattutto alla ricerca di soldi e oro giallo. A cambiare, negli ultimi anni, è stata anche la refurtiva perché, illustra il questore, «di questi tempi i ladri cercano solo soldi liquidi e, caso mai, lasciano titoli, oggetti tecnologici o d’arte». Le zona più colpita continua a essere il centro della città e nel raffronto tra i due trimestri i dati della questura dicono che i furti nelle case sono passati da 97 a 115 mentre a salire esponenzialmente sono i furti nelle auto: nel 2012 è stato rubato in 64 macchine in sosta e nel 2013 in 159 auto in sosta, mentre i motorini sono passati da 26 a 52.
Tra le categorie più colpite ci sono sempre gli anziani più facilmente raggirabili come nel caso della donna che a metà luglio è stata derubata in casa da un finto tecnico che, assieme a due complici, le ha portato via 24mila euro in contanti conservati all’interno di un baule. «I soldi devono essere custoditi nella cassaforte», ricorda il questore, «ma il problema è che deve essere montata o dal titolare o da una persona strettamente di fiducia altrimenti le chiavi iniziano a girare e quel posto non è più sicuro». Ma anche il social-network Facebook, come ricorda il decalogo della polizia da seguire quando si parte per le vacanze, può rappresentare un’insidia. Accade spesso che, infatti, vengano pubblicate fotografie di quando si è in vacanza che potrebbero offrire il destro al ladro che sa che troverà una casa vuota. Sembrano scemati, invece, nell’ultimo periodo i furti in villa dove, comunque, ricorda il questore «bisogna stare sempre attenti al personale che si fa entrare in casa».
È stata una banda organizzata quella che, a fine maggio, ha violato la villa- bunker di Carlo Toto, l’imprenditore teatino leader nel settore delle costruzioni di opere pubbliche e attuale co-gestore delle autostrade A24 e A25. Una banda che, evidentemente, aveva ben studiato il furto finalizzato a portare via, come è di fatto avvenuto, «solo» le autovetture della famiglia Toto, vale a dire due Porsche Cayenne e un’Audi A8 custodite nella struttura utilizzata, all’interno dell’ampio giardino, come rimessa della villa supersorvegliata dell’imprenditore attigua al centrale parco Florida.

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/08/29/news/cresce-la-piaga-dei-furti-in-appartamento-1.7656837

Con questori di questo tipo, gli immigrati possono dormire sonni tranquilli. Non sarà, signor questore, che l’aumento dei furti è correlato all’aumento della presenza di immigrati e zingari? Nooo! Sicuramente è per l’assenza dei portieri.

Non sarà dovuto, questo boom, alle leggi permissive che permettono alle zingare incinte e minori di rubare quanto vogliono, tanto loro in galera non ci vanno?

‘Femminicidio’: Maghrebino massacra donna incinta e la lancia dall’auto in corsa

E’ stata picchiata, nonostante fosse incinta, e poi buttata letteralmente fuori dall’auto in movimento. Il tutto davanti agli occhi dei due figli più piccoli. La donna, una marocchina, è stata medicata all’Ospedale Santa Maria della Misericordia per le botte ricevute e le ferite provocate dal “lancio” dall’auto. Contemporaneamente la Polizia ha fermato il marito, magrebino anche lui, che è l’autore delle violenze inflitte alla moglie.

La vittima, una volta soccorsa in strada, ha ammesso che era stato il marito a lasciarla sul bordo della strada a Ponte Felcino (lungo la piccola arteria che porta a Villa Pitignano). Il marito violento dopo una mezz’ora era tornato per riprendersi la moglie pensando che fosse ancora in terra lungo la strada. Ma in realtà alcuni passanti avevano deciso di metterla in sicuro – per evitare il secondo round delle violenze – presso uno studio medico del posto. Da lì poi è stata trasferita direttamente al nosocomio perugino. Le botte ricevuto molto probabilmente gli faranno perdere il bambino.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/ponte-felcino-donna-picchiata-gettata-da-auto-in-corsa.html

E si riproducono con la complicità dei nostri politici che distribuiscono assegni come caramelle.

Allarme rapine in casa: 70enne molestata e rapinata da gang ‘integrata’

MONREALE (PALERMO) – Mostra i lividi sulle mani, indica la sua bocca, ancora dolorante dopo essere stata imbavagliata con forza. Racconta quei momenti terribili con la paura negli occhi, descrivendo nei dettagli le fasi della rapina messa in atto da tre malviventi ieri pomeriggio, mentre si trovava a letto. Carolina Tuppo, 69 anni, stava riposando quando i rapinatori hanno fatto irruzione nella sua villa, in via Corpo di Guardia a Monreale. La casa in cui la donna abita ormai da trent’anni è circondata da campi alberati, ai confini dei quali si intrecciano numerose stradine sterrate.

L’entrata principale è su una via di passaggio per le auto, ma i malviventi – finiti ieri in manette – avrebbero raggiunto la villa a piedi, attraversando uno dei terreni vicini. Poi, avrebbero scavalcato la rete di recinzione e fatto accesso nell’abitazione dalla porta sul retro. Erano due romeni e un palermitano, due trentenni e un ventunenne: Cionta Covaci, Dorin Alin Staicu Mosneanu e Marcantonio Gnoffo. Facce già note alla polizia che ieri è riuscita a cogliere sul fatto i tre, fermati mentre si stavano dando alla fuga. Poco prima, avevano minacciato con un coltello, imbavagliato e legato ai piedi del letto la donna, che durante il suo racconto aggiunge un particolare sconcertante, quello delle molestie subite da parte di uno dei rapinatori.

“Uno di loro faceva da palo e si trovava nel corridoio – racconta la 69enne – gli altri due mi hanno aggredito nella stanza da letto e mi hanno immobilizzata. Il più robusto ha cominciato a rovistare nei miei cassetti, l’altro si è seduto accanto a me sul letto e mi ha molestata. Ero sconvolta, disgustata – racconta Carolina Tuppo – ma non potevo fare nulla. Lui ha continuato dicendomi “Lo facciamo?”. Io, terrorizzata, ho ovviamente risposto di no ed è stato in quel momento che ha deciso di legarmi.

Il suo complice ha così afferrato una mia vestaglina di cotone e l’ha strappata, ricavando un lungo pezzo di stoffa con il quale mi hanno legato ai polsi. Stessa cosa hanno fatto per le caviglie e la bocca. Mi hanno imbavagliata con violenza, la bocca mi fa male, riesco a malapena a parlare. Poi – aggiunge – non contenti mi hanno legata ai piedi del letto, facendomi mettere in ginocchio. Da quel momento in poi non ho più capito cosa stessero facendo. Ero nel panico, credevo che mio nipote si trovasse nell’altra stanza e che gli avessero fatto del male”.

Invece, per fortuna, il giovane era andato a casa della madre, al secondo piano della villetta, dove la mamma abita col figlio più piccolo di quattro anni. “Ero con mia nonna fino a pochi minuti prima – racconta – ma quando è andata a riposare ho deciso di andare un poco di sopra”. E’ stato il ragazzo ad intuire quello che stava succedendo alla nonna e a lanciare l’allarme alla polizia: “L’ho sentita urlare e dire che non aveva soldi. Poi passi veloci e rumori strani, ho chiamato subito il 113”. Un gesto che ha permesso l’arresto dei tre, soprattutto in base al fatto che la polizia conosceva già quella casa, finita nel mirino dei malviventi già tra volte in pochi mesi.

“Ad ottobre scorso – spiega la figlia della vittima, Sonia Tusa, un uomo è entrato armato di un coltello ed è scappato con alcuni oggetti di bigiotteria. A dicembre la casa è nuovamente stata presa d’assalto. Posso dire che ci hanno tolto completamente la serenità”. “E’ vero – aggiunge la madre – mia figlia adesso non vuole nemmeno lasciarmi più da sola, è molto preoccupata. Qui basta voltarsi per trovarsi un ladro di fronte. Abbiamo paura”.

Un piano, quello che avrebbero voluto mettere a segno i due stranieri e il palermitano, che avrebbe portato via alla vittima oggetti dal grande valore affettivo: “Mi dicevano di dargli i soldi, ma ho più volte detto che non avevo e così mi hanno sflato dalle dita la fede d’argento e quella d’oro. Ho perso mio marito qualche anno fa e non avere più questi anelli per me sarebbe stato un dolore. Per fortuna mi è stato riconsegnato tutto. Quella che non riavrò più è la tranquillità”.

http://livesicilia.it/2013/08/29/le-molestie-poi-la-rapina-e-la-fuga-lanziana-aggredita-a-monreale-e-stato-terribile_365025/

Boldrini sarà estasiata, da questo esempio di integrazione riuscita italo-romena.

In Abruzzo è nata la quinta mafia: utilizza immigrati ‘integrati’

I carabinieri del Nucleo antidroga di Chieti hanno sequestrato 32 chilogrammi di droga nel vastese. L’hascisc era destinato alla riviera. La zona, come denunciamo da tempo, è sotto il controllo di veri e propri boss della criminalità che usano albanesi e rumeni per la manovalanza. Stupisce che solo un servizio speciale dai carabinieri del Nucleo antidroga di Chieti sia riuscito ad intercettare una Mercedes di un operaio albanese residente a San Salvo. L’uomo è stato fermato al casello Vasto-Sud mentre imboccava la strada verso casa.

L’auto è stata fermata per normali controlli e, insospettiti, i militari hanno successivamente deciso di controllare il bagagliaio della Mercedes.
I 32 chilogrammi di droga trovati sono stati sequestrati e l’albanese accompagnato nel carcere di Torre Sinello a Punta Penna a disposizione della magistratura.

Gli investigatori tentano di capire se Koroveshi Erjon abbia agito per conto suo o per mezzo di altri. Difficile pensare che l’albanese abbia agito per proprio tornaconto visto che il valore della droga sequestrata è di 300mila euro. L’uomo sarebbe stato in grato di rifornirsi della gran quantità di stupefacenti? Da chi? Soprattutto come? Appare strana l’ipotesi che l’uomo non abbia avuto collegamenti per ‘intercettare’ questa gran quantità di hascisc.

Stefano Moretti, dell’Osservatorio Antimafia della Regione Abruzzo, si dice preoccupato per tale situazione. «Anche con l’arresto di oggi è chiaro a tutti che a Vasto esiste un problema criminalità e che può essere definita, senza mezzi termini, una nuova mafia». Dure le parole di Moretti anche nei confronti del vice Questore Cesare Ciammaichella che lo invita a:«riflettere un po’ di più sulla problematica di Vasto. Non sono io il nemico delle istituzioni – precisa Moretti – ma i boss che fanno affari con la droga e il pizzo». Poi aggiunge:«Spero, a questo punto, che Ciammaichella faccia un passo indietro e riconosca che il sottoscritto non è un pazzo ma una persona che guarda in faccia la realtà e propone soluzioni. Vasto – prosegue Moretti – è crocevia di droga e affari sporchi che vengono consumati con la collaborazione delle grandi associazioni mafiose: ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Cosa Nostra e Camorra. I traffici si estendono capillarmente in tutta la regione grazie alle famiglie di alcuni rom presenti ovunque». Moretti propone:«una collaborazione interforze per abbattere definitivamente il problema criminalità. Serve un pool di magistrati che coordino le azioni da eseguire tra Pescara e Vasto perché, lo ricordo, il problema è anche su Pescara dove si riversano milioni di euro di droga». Poi un attacco al prefetto di Vasto Fulvio Rocco De Marinis:«È inconcepibile che continui a negare l’evidenza dicendo che Vasto è zona sicura. Lui è un negazionista inqualificabile. Lo dico pur avendo pagato personalmente per le mie posizioni, non solo con minacce ma anche con ritorsioni da parte delle istituzioni e degli stessi negazionisti».

Se a Moretti è stato riservato questo trattamento siamo convinti che prima o poi pagherà con la vita. Perché le istituzioni non lo ascoltano? Eppure è evidente che a Vasto sta sorgendo la quinta mafia perché supportata dalle altre quattro. Non dimentichiamo che ad ad Avezzano opera la Camorra, ad Aquila Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra e a Pescara sarebbe al centro di un crocevia di traffico internazionale.

Di cosa vogliamo parlare?

Sul caso interviene anche Riccardo Alinovi dell’associazione Codici:«Sono spaventato di ciò che sta avvenendo a Vasto. La politica non solo è assente ma evita di occuparsi del dramma che i cittadini stanno vivendo». Poi aggiunge:«È comune sensazione che gli interessi in città si stanno spostando dal settore edile, usato per anni per ripulire soldi, al settore della droga: piccolo investimento vuol dire anche piccolo rischio ed enorme guadagno». Poi una riflessione:«Non vorrei pensare che ci fossero complicità politiche sulla vicenda».

http://www.zonedombratv.it/news/1084-in-abruzzo-e-nata-la-quinta-mafia

Torna a casa: stuprata da tunisino

Missione Compiuta

Missione Compiuta

Una 20enne è stata violentata nella notte mentre rientrava a casa. E’ accaduto ad Alba. I carabinieri hanno individuato e fermato il presunto stupratore, un tunisino di 24 anni, pregiudicato e irregolare. La vittima è stata aggredita mentre raggiungeva la sua auto dopo una serata in un locale con amici. L’uomo dopo aver abusato di lei è scappato. La giovane è stata soccorsa dai conoscenti che hanno avvisato il 112 e poi portata all’Ospedale San Lazzaro.
La ragazza aveva trascorso la serata in un locale pubblico del centro storico e stava raggiungendo la sua auto, parcheggiata poco distante, quando improvvisamente uno sconosciuto l’ha afferrata alle spalle, le ha tappato la bocca, poi l’ha scagliata terra. Dopo aver abusato di lei è scappato.

La giovane aggredita è tornata nel locale dove c’erano ancora alcuni amici e i titolari che hanno dato subito l’allarme al 112 mentre la ragazza veniva accompagnata al pronto Soccorso dell’Ospedale San Lazzaro. Dalla descrizione dell’aggressore fornita dalla vittima e dalle testimonianze di alcuni passanti che avevano visto un giovane in fuga, i carabinieri sono riusciti a risalire a un tunisino, senza fissa dimora, ospite ad Alba di connazionali. E’ stato sottoposto a provvedimento di fermo e portato in carcere.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/piemonte/articoli/1114443/alba-una-20enne-stuprata-in-strada.shtml