Bruciata viva: storie di Romeni in Italia

13-05-2012

Ferrara – Respirava ancora Paula. I suoi aguzzini l’avevano picchiata fino a farla svenire. Qualcuno la pensò morta. Così la «caricarono su un furgone», la portarono «ai margini di un bosco» e la bruciarono. Viva. Flash agghiaccianti, ricordi ancora pulsanti nella mente di Jana Serbanoiu, ex compagna di cella in Romania di Gianina Pistroescu, quest’ultima imputata per l’omicidio della diciottenne prostituta romena Paula Burci assieme all’ex fidanzato, idraulico. Un racconto fiume, il suo, in videoconferenza dal carcere di Arad, dove è rinchiusa da più di 8 anni per truffa, trasmessa nell’aula 11 del tribunale di Bologna.

MASSACRATA. Tutto parte dal carcere di Craiova, anno 2009/2010. Con Jana, in cella, c’erano altre 22 donne tra cui Gianina Pistroescu, all’epoca appena indagata per l’omicidio di Paula Burci. «Mi chiese di aiutarla a scrivere una lettera per l’autorità italiana perché voleva essere ascoltata in merito a quei fatti — spiega la donna tradotta in aula da ben tre persone — Le domandai cosa c’entrasse in quell’omicidio, prima mi rispose nulla, poi…». Il racconto è terribile. «Disse che Paula venne portata in Italia da suo fratello con la promessa di un posto come colf». La diciottenne viene subito piazzata a Villadose a casa di Sergio e Gianina. Il suo lavoro sarà la strada.

Paula non ci sta, tenta di ribellarsi e di uscire da quell’inferno. Tutto inutile. Diventa merce di scambio per sanare un debito contratto dalla Pistroescu con un gruppo di marocchini e romeni. «La ragazza venne consegnata a tre persone da Gianina e Sergio — precisa ancora — ma una sera fuggì e tornò a Villadose chiedendo protezione e minacciando di andare dai carabinieri». I suoi aguzzini però la raggiunsero in fretta per massacrarla. In quanti erano, chiede il pm? «Gianina, Sergio (che, secondo la testimone, usò anche un martello, ndr) e altre due o tre persone, loro amici. Per le botte prese Paula si sentì mancare e loro si spaventarono». Così la caricarono su un furgone, la portarono «al margine di un bosco» (il cadavere venne ritrovato in golena a Zocca di Ro) e le diedero fuoco. Respirava mentre la conducevano in quel luogo, insiste il pm? «Sì, — chiude Jana — Gianina mi raccontò che stava ancora respirando e che lei, poi, tornò a orinare nei pressi del cadavere».

http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2012/05/12/711652-omicidio-paula-burci-prostituta-uccisa-ex-compagna-di-cella-ferrara.shtml

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