Brindisi: allarme meningite nel “centro di accoglienza”

17-03-2012

Cosa facciano un Ivoriano, un Iraniano e un Pakistano in un centro di accoglienza, è incomprensibile.
E la sola idea che possano entrare e uscire come fossero in un hotel, è da manicomio, oltre che terribilmente pericoloso, visto che come abbiamo visto, portano malattie mortali.

“Meningite”: sarebbe questa la causa del ricovero al Perrino per tre “residenti” del Cara di Restinco.  I tre  (un iraniano, un pakistano e un ivoriano) sono stati ricoverati tra ieri e giovedì all’ospedale di Brindisi. Ci sarebbe poi un quarto, sempre proveniente dal centro d’accoglienza, sicuramente affetto da tubercolosi. Per gli altri invece si presume meningite. Un sospetto ancora.  Oggi, però, nessun ospite del Cara potrà abbandonare la struttura. E’ stato questo il monito della direzione perché si teme il contagio. Il rischio non riguarda soltanto gli “ospiti” ma anche gli operatori che in quel centro ci lavorano.  Questi ultimi fanno capo al consorzio “Connetting People’’ di Trapani e a quanto pare avrebbero scritto del caso ai propri sindacati. Secondo alcune fonti interne nella lettera si farebbe riferimento alle condizioni in cui, nonostante il pericolo di contagio sono costretti a operare. Senza mascherina né guanti. Niente che possa proteggerli dall’infezione. I quattro ricoverati sarebbero stati tenuti a Restinco fino alla fine, cioè fino alle convulsioni di almeno uno di loro. Poi a turno – raccontano – i compagni li avrebbero trasportati in ambulanza al Perrino. I quattro sono ricoverati nel reparto di Malattie infettive.

Alcuni infermieri hanno raccontato che non si avrebbe ancora la certezza sulla diagnosi. Ma tutti i sintomi riconducono alla meningite. Tutto è tenuto nel più assoluto riserbo. Eppure sia gli operatori   che gli immigrati nei giorni scorsi sono usciti da quel comprensorio. Nel centro infatti ci sono i detenuti che non possono mettere piede fuori e quelli che invece possono liberamente muoversi all’esterno.

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