Brianza: incubo rapine in villa. Banda di immigrati all’opera

27-08-2012

Albiate: narcotizzati e picchiati

Anziani coniugi per ore in balia di tre immigrati

Albiate – Aggrediti, rapinati e narcotizzati. Notte da incubo per Angelo Sanvito e la moglie Marinella, noti coniugi albiatesi ultrasettantenni che giovedì 23 agosto sono stati in balìa di una banda di immigrati che, penetrati nella loro villa posta nella centralissima via Marconi, li hanno riempiti di calci e pugni per convincerli ad aprire la cassaforte.  Un’aggressione perpetrata per ore, sino a quando i due albiatesi hanno perso i sensi e si sono risvegliati  alle 8 del mattino. E’ stato solo allora che hanno allertato le forze dell’ordine e i soccorsi. Trasportati all’ospedale San Gerardo di Monza, Angelo Sanvito è stato dimesso con 5 giorni di prognosi e una contusione nasale; la moglie, è rimasta in osservazione per altre 24 ore. Nel sangue ai due coniugi sono stati riscontrati elevatissimi valori di benzodiazepine (sedativo).
“Siamo stati drogati” racconta Sanvito, noto esponente dell’associazionismo locale e imprenditore che racconta quei drammatici momenti “erano delle belve, erano in tre, indossavano la calzamaglia e una tuta nera, avevano delle torce. Stavamo dormendo e abbiamo udito l’allarme suonare. Nemmeno il tempo di alzarci e ce li siamo trovati di fronte, in camera da letto. Ci hanno legato mani e piedi, e messo nastro adesivo sulla bocca. Solo uno di loro parlava, dall’accento era straniero. Un altro ci picchiava. Io temevo per mia moglie. Volevano soldi”.
Dopo ore i malcapitati hanno richiesto dell’acqua. “Ci hanno dato da bere, non potevamo immaginare che stavamo per essere narcotizzati. Mi hanno detto di mostrare dove fosse la cassaforte, poi ho perso i sensi e non ricordo altro”. Solo alle 8  Angelo Sanvito si risveglia steso sul pavimento, accanto a lui c’è la moglie. Si libera dai lacci alle mani e chiama aiuto. Entrambi vengono trasportati all’ospedale. Stanno bene, ma i lividi e i dolori ai reni testimoniano una notte di fine agosto da incubo.

 

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