Bologna: degrado totale, Rom accampati in terreno di un loro ‘socio in affari’

06-01-2014

BOLOGNA – In Comune allargano le braccia. «L’area è privata, non possiamo far niente», dice l’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli. Infatti gli sgomberi dei rom in via Landi, tra via Caduti di Casteldebole e la Tangenziale a Borgo Panigale, riguardavano il terreno accanto a quello in cui sorge l’accampamento in cui, giovedì sera, una ventunenne rom ha dato alla luce un feto di sei mesi all’aria aperta, tra baracche e roulotte, sotto la pioggia. Anche le roulotte sigillate (e in parte riaperte) venivano dal campo confinante, di proprietà pubblica.

Gli attuali tuguri sorgono sull’appezzamento del signor Ottavio Balestri, nato a Crevalcore quasi 72 anni fa, residente proprio in via Landi. Di mestiere autotrasportatore, già titolare di diverse ditte, l’aveva acquistato per parcheggiare i camion tra una trasferta e l’altra. E 4-5 anni fa quel pezzo di terra è diventato un campo rom o meglio un accampamento, ovviamente abusivo. Non certo all’insaputa di Balestri, che nel corso degli anni ha rimediato anche qualche denuncia per le presunte attività poco lecite più o meno connesse alle sue amicizie nel mondo rom. L’uomo continuerebbe a fare su e giù con la Romania, al momento sarebbe lì.

L’idea di mettere il parcheggio dei suoi camion a disposizione dei romeni di passaggio in città, raccontano i vicini, gli sarebbe venuta dopo l’ennesimo viaggio in Romania, dove avrebbe anche conosciuto una donna. Dopo il trasferimento in Italia della ragazza, Balestri ha trasformato il terreno di via Landi in un campo nomadi. I romeni sapevano che potevano andare da lui e vi si recavano a colpo sicuro. Si parla di un vero e proprio canone d’affitto ma conferme non ce ne sono. Di certo anche la coppia protagonista del drammatico episodio di giovedì sera, rientrando in Italia il 21 dicembre dalla Spagna, sapeva di trovare ospitalità tra i rom che vivono in via Landi.

L’accampamento non ha certo fatto fare salti di gioia ai vicini, una decine di residenti sparsi nelle tre villette adagiate su via Landi, per i quali la convivenza con i romeni è subito diventata un problema: servizi igienici assenti o precari, allacci abusivi alla rete elettrica, feste rumorose e risse, una delle quali — raccontano sotto voce — a colpi di arma da fuoco, e un carico di rame rubato trafugato e nascosto tra le roulotte. «A volte c’era anche Balestri alle feste che facevano lì», denunciano. I residenti hanno fatto presente al proprietario che la situazione non poteva più andare avanti. Ma Balestri non sembra essersi spaventato più di tanto, anzi avrebbe fatto orecchie da mercante.

E così si sono armati di carta e penna e hanno scritto tre lettere indirizzate simultaneamente al sindaco, alla polizia municipale e al presidente del Quartiere Borgo Panigale per chiedere un intervento: la prima lettera è stata inviata ad aprile del 2012, l’ultima a ottobre di quest’anno. Nessuna riposta concreta. E ora l’assessore Frascaroli conferma che il Comune ha le mani legate. Ma dove non arriva l’amministrazione può arrivare la magistratura, se riterrà che l’accampamento mette in pericolo la sicurezza e la salute pubblica. I carabinieri di Borgo Panigale, impegnati nelle indagini sul feto ritrovato morto tra le baracche, potrebbero chiedere il sequestro dell’area.

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2014/6-gennaio-2014/baraccopoli-via-landi-gestita-un-camionista-2223880275026.shtml

Frascaroli, che ha speso una fortuna dei contribuenti per ‘accogliere’ i Rom. E la magistratura, così solerte nel perseguire reati inesisteni, invece è molto ‘calma’, quando ci sono di mezzo i veri reati dei Rom.
Ah, e stendiamo un velo pietoso sull’articolista che scrive ha ‘dato alla luce un feto’.

Bologna, EVIDENZA

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