Allarme furti a Taranto: ‘nomadi’ scatenati

27-01-2014

TARANTO – Furti in casa, allarme rosso. In linea con la media nazionale, a Taranto e in provincia dilagano i «topi» d’appartamento.

Non passa giorno senza che la Questura, o il Comando provinciale dei Carabinieri non ricevano almeno una denuncia. E non è nemmeno possibile tracciare una mappa dei furti perché episodi del genere si registrano dal centro alle periferie, in ogni zona della città e ad ogni ora. Presi di mira, in particolare, sembrano essere i rioni Borgo e i quartieri residenziali di Lama, Talsano e San Vito.

Non si tratta di furti eseguiti con metodo, preparati con cura e studiati a tavolino. Ma piuttosto siamo di fronte a veri e propri raid estemporanei dettati per lo più dall’assenza dei padroni di casa. Il ladro entra scassinando la serratura, o da una finestra poco visibile, arraffa tutto quello che può e che non è ingombrante da trasportare e se la da a gambe. Tutto accade, nella maggior parte dei casi, nel giro di pochi minuti. Un tempo necessario per mettere a soqquadro la casa e portarsi via per sempre oggetti cari a cui sono magari legati i ricordi più intimi della propria vita. Il furto come stupro dell’intimità di una casa, reato odiosissimo perché viola la privacy delle nostre vite. E a quanto pare non si riesce nemmeno a mettere un argine al dilagare del fenomeno.

Le forze dell’ordine fanno tutto il possibile, ma contro l’aumento improvviso e pazzesco del fenomeno c’è poco da stare tranquilli. Del resto i dati forniti dal Viminale alla fine dell’anno parlano chiaro: nelle città, Taranto non ne è esente, nel 2013 c’è stato un aumento di poco meno del 55 per cento in più di furti in abitazione rispetto a due anni fa.

Un boom spregevole e del quale avremmo volentieri fatto a meno. I casi segnalati aumentano soprattutto nel fine settimana. L’ultima denuncia alle forze dell’ordine arriva da via Abruzzo dove il proprietario di un’abitazione ha segnalato alle forze dell’ordine la presenza di alcuni “strani” segni tracciati accanto ai citofoni. Una “x” seguita da altri graffiti all’apparenza incomprensibili. Il sospetto è che si tratti del cosiddetto “codice degli zingari”, una sorta di linguaggio cifrato a metà fra leggenda metropolitana e riconoscimento da parte delle stesse forze dell’ordine.

Si tratta di simboli, presumibilmente lasciati dai nomadi, come tecnica utilizzata per rubare all’interno delle abitazioni. Chi mette a segno i furti, qualche giorno prima di agire, farebbe un sopralluogo per studiare la situazione, lasciando dei segni sui citofoni per “avvisare” i complici sul da farsi. Non tutti, però, sono d’accordo sulla possibilità che tutto ciò corrisponda al vero. È difficile dire se si tratta di una bufala, o se il fatto corrisponde a realtà. In ogni caso le forze dell’ordine consigliano di denunciare sempre casi del genere. Come di segnalare immediatamente la presenza di persone sospette o con atteggiamenti sospetti nei pressi di ville o abitazioni. A volte basta una semplice telefonata al 112, o al 113 per evitare guai e dispiaceri.

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/furti-nelle-case-a-taranto-e-un-bollettino-di-guerra-no688851

Crimini Immigrati, Taranto

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