Africano brucia auto, giudice lo assolve: “Era ubriaco”

30-01-2021

Sentiva le voci: e per non sentirle, beveva. Ma più beveva e più quel suo disagio personale aumentava. Ecco spiegata la scorribanda che il 9 febbraio dell’anno scorso lo aveva spinto a dare fuoco a un’auto in sosta su via Carducci. Il giovane – un 25enne originario del Ghana e senza fissa dimora, arrivato in Italia via Lampedusa nell’agosto 2011 e difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli – nella tarda mattinata di ieri è stato assolto dal giudice Cecilia Calandra, come…
<p>Sentiva le voci: e per non sentirle, beveva. Ma più beveva e più quel suo disagio personale aumentava. Ecco spiegata la scorribanda che il 9 febbraio dell’anno scorso lo aveva spinto a dare fuoco a un’auto in sosta su via Carducci. Il giovane – un 25enne originario del Ghana e senza fissa dimora, arrivato in Italia via Lampedusa nell’agosto 2011 e difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli – nella tarda mattinata di ieri è stato assolto dal giudice Cecilia Calandra, come peraltro chiesto dalla stessa procura, perché ritenuto “incapace di intendere e volere” al momento dell’accaduto. Il 25enne si trova ora in una idonea struttura del forese sottoposto a misura di sicurezza. L’imputato, già conosciuto agli archivi per via della tentata rapina di una bicicletta del 25 novembre 2019, era stato bloccato alcuni giorni dopo dalla polizia nei presi della mensa di via Renato Serra per l’ipotesi di reato di danneggiamento seguito da incendio commesso da persona sottoposta a misura di prevenzione personale (il divieto di dimora per la questione della bici appunto). L’identificazione del sospettato era arrivata grazie all’esame delle immagini della videosorveglianza comunale dalle quali gli inquirenti erano riusciti a isolare un episodio fotocopia, cioè realizzato con tovagliolini di carta ficcati sopra le gomme e incendiati con accendino, messo in atto ancora una volta su via Carducci ma la notte del 7 febbraio, ovvero 48 ore prima. </p>
<p>Il 25enne al momento dell’arrivo della squadra Mobile, era stato peraltro trovato con 11 tovagliolini e un accendino. Il gip aveva poi inquadrato il reato in danneggiamento seguito da pericolo di incendio. Nessuno era però riuscito a chiarire come mai il ragazzo se la fosse presa con le auto in sosta. Lo stesso 25enne del resto era rimasto in silenzio davanti al giudice, come peraltro aveva già fatto per un precedente episodio che lo aveva reso in un qualche modo celebre a mezzo stampa: 22 specchietti di auto distrutti a pugni la notte del 7 aprile 2019 tra via Falier e via Rocca ai Fossi in poco tempo. Non pago di tanto sfogo, all’arrivo dei carabinieri aveva pure reagito finendo in arresto per resistenza e oltraggio. Nella nutrita lista delle pregresse contestazioni, oltre all’arresto per la tentata rapina della bici, per lui c’era un altro arresto per resistenza del 21 maggio 2019 e uno per droga del 20 gennaio 2017.</p>

EVIDENZA, Ravenna

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