GENOVA: 80% SPACCIO IN MANO A SENEGALESI, IL RESTO A NORDAFRICANI

14-10-2017

Un’attività frenetica e ben organizzata seppur gestita come piccolo spaccio: 74 persone indagate in due anni di indagine, 28 arresti in flagranza e 26 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio.
Sono alcuni dei numeri dell’operazione ‘Vicoli bui’ coordinata dal pubblico ministero Emilio Gatti e condotta dal comando dei carabinieri di Genova e dalla compagnia centro del maggiore Marco Comparato. L’operazione è stata illustrata questa mattina dal procuratore capo Francesco Cozzi e dal comandante provinciale dei carabinieri Riccardo Sciuto. Tremila le dosi di cocaina vendute dal sodalizio criminale, composto per lo più di cittadini senegalesi che sono riusciti in questi anni a scalzare i colleghi nordafricani che secondo gli investigatori sarebbero meno strutturati e organizzati.Nell’insieme la gang, formata da cinque gruppi criminali, gestiva l’80% del mercato dello spaccio di cocaina in centro storico
Trentacinque le perquisizioni eseguite questa mattina e 11 le persone effettivamente arrestate perché molti nel frattempo hanno lasciato l’Italia dopo essersi arricchite con i proventi dello spaccio. Il sistema prevedeva una struttura dove i ruoli erano ben suddivisi tra chi contattava i clienti, chi nascondeva la droga, chi riceveva i soldi.
La zona in cui si concentrava maggiormente l’attività è come noto quella di via Pré ma le perquisizioni si sono estese fino a San Fruttuoso e a Sampierdarena. Molto dettagliato il sistema di vedette che avvertivano i complici con messaggi o telefonate in codice dove “blu, blu” stava a indicare le persone in divisa e “nudi” per indicare agenti o carabinieri in borghese.
E proprio le intercettazioni sono state la chiave per arrivare a sgominare l’associazione: “Una marea di telefonate – ha spiegato Emilio Gatti, da poco nominato procuratore aggiunto a Torino – che sono state trascritte e tradotte così come è stato necessario prima dell’operazione di oggi tradurre nella lingua a loro comprensibile le 800 pagine di ordinanza di custodia cautelare”.
“Il centro storico non può essere militarizzato – ha detto il procuratore Franco Cozzi – ma riteniamo la collaborazione dei cittadini fondamentale per contrastare questi fenomeni. Questo tipo di indagini ha l’obiettivo di ridare agibilità e legalità al centro storico e dare voce a chi vuole vivere normalmente”.
Tra le curiosità dell’indagine il fatto che, per scongiurare possibili arresti o sequestri, il gruppo faceva ricorso a santoni in Senegal che venivano contattati per effettuati riti propiziatori di varia natura, dal sacrificio del riso a quello del pesce, all’utilizzo di acqua benedetta per renderli invisibili alla forze di polizia.

Centro storico, la gang senegalese gestiva l’80% dello spaccio di coca. Acqua benedetta e riti propiziatori per sfuggire agli arresti

EVIDENZA, Genova

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