34 inquisiti per la rete dello spaccio albanese in Italia

14-06-2016

“IL sentore di un giro di cocaina già c’era, poi sono cominciati i pedinamenti, le osservazioni… Poi abbiamo scoperto che uno spacciatore doveva dei soldi a Buddla… Abbiamo iniziato a stargli dietro e…”. E così sono saltati fuori i fiumi di cocaina che, dal nord dell’Italia, in particolare da Rimini e Piazzola sul Brenta (Padova), settimanalmente approdavano – nascosti in tir o trasportati in macchina da autisti che ricoprivano lo specifico compito di corriere – nella zona frentana. E così, dallo scorso ottobre, con otto mesi di intercettazioni, registrazioni e inseguimenti a distanza, è stato ricostruito un traffico ricchissimo di stupefacenti, molto diramato sul territorio. Fiumi di cocaina, facilmente smerciati soprattutto tra Lanciano, Castel Frentano, la Val di Sangro, Fossacesia, San Vito, Rocca San Giovanni, diversi piccoli centri dell’area frentana e parte del litorale vastese. Oggi la conclusione delle indagini, coordinate da Procura di Lanciano (Ch) e Questura di Chieti – con 16 arresti da parte della polizia: 11 sono in carcere, tra Lanciano e Chieti, e 5 ai domiciliari. Trentaquattro complessivamente gli inquisiti. Due chili di “polvere bianca” sequestrati per il valore di un milione di euro. Una raffineria stanata e smantellata a Rimini.

 
Tutto partiva da Rocca San Giovanni (Ch) dove c’erano la base e il cuore forte dell’organizzazione criminale. Dove, da un pezzo, si è stabilito Ednand Budlla, nato in Albania, 28 anni il 13 luglio prossimo. Era lui il capo della zona, il referente: era quello da cui si dipanava la rete dello spaccio. Dopo aver ricevuto la merce, la nascondeva in barattoli di vetro e la seppelliva nei boschi di Rocca, per riprenderla all’occorrenza. E’ capitato che le forze dell’ordine, dopo aver visto il terreno dove nascondeva la “roba”, la disseppelliva e la sequestrava. Lui, tornando in quel luogo, non la trovava: più d’una volta ha dato la colpa ai cinghiali della sparizione della coca. La droga quindi veniva affidata a pusher del posto che assoldavano anche minori e avevano preteso da un commerciante che consentisse la vendita in negozio.  
 
Con Budlla, molto impegnati, la moglie, Florentina Adele Drezaliu, nata in Romania, classe 1976, che si occupava anche di reperire e scegliere i pusher migliori e più affidabili; Luan Haliti, nato a LushnJe in Albania, classe ’85, residente a Rocca San Giovanni, in contrada Novella e Pellumb Zylfo, dell”86, nato a Shqiptare in Albania e domiciliato a Rocca San Giovanni, in contrada Perazza.  Un gruppetto affiatato e attivissimo, che si preoccupava di far arrivare, dall’Emilia Romagna e dal Veneto, la “roba” come richiesta dagli spacciatori locali: in polvere o “in pietra”. Poi ogni addetto alla vendita si preoccupava del taglio. E i ricavi erano… d’oro… “Mezzo grammo sul mercato veniva piazzato a circa 80 euro, mentre un grammo da 100 a 120. E le richieste fioccavano…”. Un giro vastissimo.
 
Gli spacciatori  ricevevano l’eroina a credito e solo dopo averla venduta e dopo aver riscosso, la pagavano.  Erano, quindi, ritenuti “affidabili” in base alla loro capacità di vendita e di portare contanti. “Più soldi freschi riuscivano a far approdare nelle casse dell’organizzazione in breve tempo – spiega il pubblico ministero della Procura di Lanciano, Rosaria Vecchi – più si guadagnavano la stima dei vertici”. Introiti lauti, con pochi sforzi, ma con qualche rischio… Quello di incappare nelle maglie delle forze dell’ordine. “Che hanno sottovalutato”. 
 
In manette sono finiti, oltre ai quattro di Rocca, anche Irene Ferrante, 35 anni, nata a Guardiagrele e che vive a Perano; Gianni Marrocco, del ’79, nato a Lanciano (Ch) e residente a Rocca San Giovanni; Gianluca Pagliarone, 46 anni il prossimo 28 dicembre, di Rocca San Giovanni; Sebastiano Antonio Vitullo, 46 anni, nato ad Atessa (Ch) e residente a Bomba (Ch); Gugliemo Silveri Lanza, dell”80, nato ad Atessa e residente a Castel Frentano (Ch); Marcello Mastrangelo, 50 anni, originario di Lanciano, residente a Santa Maria Imbaro (Ch), conosciuto perché il padre, deceduto, è stato vigile urbano a Lanciano; Antonio Ciccone, 39 anni di Lanciano; Giovanni Andreoli, classe 1969 di Paglieta (Ch); Francesco Flamminio, 29 anni da compiere il 12 novembre prossimo, nato a Lanciano e residente a Fossacesia; Domenico Guiscardo, del ’72 nato a lanciano e domiciliato a Rocca San Giovanni; Nadia Di Donato, nata in Belgio il 26 novembre ’78 e residente a Lanciano (Ch). Ognuno di essi aveva una propria zona di competenza e una propria “clientela” da seguire. 
 
Silveri Lanza, nell’autunno scorso, nel tentativo di dribblare una pattuglia di agenti in cui era incappato, ha ingoiato lo stupefacente che aveva con sé. Quindici grammi di cocaina, in un involucro di nylon, che in breve lo hanno fatto finire in ospedale, in condizioni disperate. Ha rischiato di morire. E’ stato miracolosamente salvato dai medici.
http://www.abruzzolive.tv/Lanciano,_traffico_di_cocaina:_ecco_gli_arrestati._Droga_per_un_milione_-_-_a_10379.html

Crimini Immigrati

RSS Feed Widget

Lascia un commento