Dopo mesi in hotel, si accorgono che non è un profugo, ma un ricercato

03-03-2016

Un trentaquattrenne di nazionalità afgana arrestato dalla Polizia nel centro di accoglienza per profughi di Petacciato, dove aveva cercato di mimetizzarsi fra i richiedenti asilo politico. Inchiodato dalle impronte digitali durante la comparazione con la banca dati Schengen, è stato prelevato nella struttura Il Colle e trasferito nel penitenziario di Campobasso. Il giovane è destinatario di una richiesta di arresto provvisorio a scopo di estradizione da parte della Norvegia per reati relativi a maltrattamenti in famiglia, minacce e violazione degli obblighi di soggiorno.

Petacciato. Durante il suo soggiorno in Norvegia aveva commesso diversi reati e per questa ragione era ricercato. Ma di lui si erano perse le tracce. Ora si scopre che il 34enne, un uomo di nazionalità afgana, viveva in Molise e precisamente nel centro di prima accoglienza per migranti di Petacciato. Al “Colle”, residence nelle campagne al confine con Montenero riconvertito in una casa per migranti, è stato ammanettato.

A raggiungerlo sono stati gli agenti del Commissariato di Termoli, che hanno appurato durante un controllo sulla banca Schengen – un vasto sistema informatico in cui sono segnalati oggetti rubati e persone ricercate dalla polizia a scopo di estradizione, colpite da un divieto d’entrata o scomparse – la corrispondenza delle sue impronte digitai con quelle di un ricercato.

Il giovane, mimetizzato insieme con gli altri ospiti del “Colle”, fra i quali diversi cittadini afgani, era finito in Italia dopo essersi allontanato dalla Norvegia e da poco aveva fatto richiesta di asilo politico. Una richiesta che prevede il rilevamento delle impronte, confrontate nel sistema di sicurezza elettronico con quelle della grande banca dati del Sis, che contiene oltre 27 milioni di dati consultabili dalle autorità legittimate come polizia, servizi di protezione delle frontiere e autorità competenti in materia di visti di 24 Stati dell’Unione Europea, della Norvegia e dell’Islanda.

Da questo controllo è emerso che il cittadino straniero risultava ricercato perché destinatario di una richiesta di arresto provvisorio a scopo di estradizione da parte della Norvegia per reati di maltrattamenti in famiglia, minacce e violazione degli obblighi di soggiorno. Nella banca dati l’uomo risultava con generalità diverse rispetto a quelle fornite agli inquirenti molisani per i documenti di permanenza in Italia, «ma questo si spiega perché l’uomo aveva fornito dati anagrafici falsi» spiegano dalla polizia, confermando che il confronto dattiloscopico non ha lasciato spazio ai dubbi sull’identità del giovane afgano, portato nel carcere di Campobasso a disposizione del Presidente della Corte d’Appello per il giudizio di convalida e per il successivo completamento dell’iter di estradizione attraverso il Ministero della Giustizia.

http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=21475

Campobasso, EVIDENZA

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