Dal 2009 ha cambiato dodici penitenziari collezionando 29 procedimenti disciplinari: 4 a Sanremo, 2 a Genova, 3 a Firenze, 6 a Prato, uno a Massa e 13 a Parma. E a leggere il suo “curriculum penitenziario”, tra denunce per aggressione e resistenza, sembrerebbe uno dei detenuti più pericolosi d’Italia. In tasca, però, R.A., 40 anni, marocchino, ha un’al tra versione dei fatti. Registrazioni dietro le sbarre, audio da cui si evince che sarebbe lui la vittima di violenze da parte degli agenti, e non viceversa. Espressioni come: «Con i detenuti ci vuole il bastone e non la carota», «Qui la Costituzione non vale», «ti sta già picchiando il mio collega, non c’è bisogno che venga anch’io». Frasi che sarebbero state pronunciate nel carcere di Parma, e che nei giorni scorsi hanno avuto un grande risalto mediatico, con il ministro della Giustizia Orlando che ha inviato gli ispettori e la polizia penitenziaria finita ancora una volta sotto accusa.
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