AUTISTA BUS AGGREDITO: “PERCHE’ MI GUARDI?”

14-06-2015

PADOVA. Un autista BusItalia è stato aggredito venerdì pomeriggio da un uomo, mentre attendeva ai piedi del cavalcavia Borgomagno di dare il cambio al suo collega sulla linea 22. L’uomo si è scagliato contro l’autista, colpendolo al torace con un pugno e strattonandolo per un braccio, credendo gli avesse scattato alcune foto con il telefonino. Dolorante e contuso, l’autista si è fatto visitare al pronto soccorso, uscendone verso mezzanotte con una prognosi di cinque giorni.
«Questo purtroppo si rischia in zona stazione» commenta l’autista, D.P. che lavora per BusItalia, «e senza aver fatto nulla, tra l’altro. Mi trovavo ai piedi del cavalcavia, alla fermata, ad aspettare il collega che stava per arrivare con il bus 22 per dargli il cambio. Ero in divisa e, nell’attesa, ho estratto dalla tasca il telefonino e mi sono messo a scaricare e controllare alcune email».
Erano le 18.40 e il sole si avvia al tramonto, quindi era piuttosto basso rispetto all’orizzonte. «A causa del riflesso lo schermo era pressoché nero, pertanto sono stato costretto ad alzarlo in posizione verticale, tenendolo davanti al viso e scorrendo con il dito le mail sul display» prosegue l’autista. «Tutto normale, se non fosse che dall’altro lato della strada c’erano due uomini, due africani, uno dei quali mi è venuto incontro con fare minaccioso, gridandomi di dargli il mio telefono, perché lui era certo che io gli avessi scattato delle fotografie».
L’autista ha risposto che non era affatto vero e che no, il telefono di certo non glielo dava: l’altro quindi lo ha afferrato con forza per un braccio e lo ha ripetutamente strattonato, fino a strappargli la camicia, raggiunto, nel frattempo, dall’altro suo amico. Viste le resistenze dell’autista, l’africano ha pensato quindi di risolvere in modo drastico la situazione, sferrando un poderoso pugno all’altezza del suo torace, colpendolo tra le costole e lo sterno, all’altezza del taschino della camicia.
«Credeva che l’oggetto, la cui sagoma si intravedeva nella tasca, fosse il telefono» conclude l’autista, «invece si trattava del libretto con gli orari delle corse. Ho chiamato la polizia, che fortunatamente si trovava dall’altro lato del cavalcavia
e che è riuscita a fermare e identificare uno dei miei aggressori, mentre l’altro è scappato facendo perdere le proprie tracce. Provvederò ora a sporgere denuncia». Nel frattempo è stato soccorso dai colleghi, uno dei quali l’ha dovuto sostituire, mentre lui si recava al pronto soccorso.

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EVIDENZA, Padova

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