Banda dell’Est assale casa comandante GDF: coniugi picchiati e sequestrati

01-02-2015

ORA, SCHENGEN COMINCIA A ‘COLPIRE’ ANCHE L’ELITE: DOPO LA MOGLIE DEL COMUNISTA MACALUSO, E’ LA VOLTA DEL COMANDANTE DELLA GDF

E’ successo sabato sera all’Infernetto, il quartiere dei vip disteso tra la via Cristoforo Colombo e la Tenuta del Presidente della Repubblica di Castelporziano. Rapinato in casa l’ex comandante generale della Guardia di Finanza ed ex deputato Roberto Speciale nella sua villa all’Infernetto, nei pressi di Ostia. L’ex militare, 72 anni, insieme con la moglie, 68, sono stati assaliti sabato sera da un commando di banditi che li ha attesi nascosti nel buio del giardino al rientro nella loro abitazione.

I malviventi, tutti con il volto coperto da passamontagna e sciarpe, armati di pistola, hanno aggredito Speciale appena sceso dalla macchina, sferrandogli un pugno in pieno volto. Subito dopo la coppia, sotto la minaccia dell’arma, è stata portata all’interno dell’appartamento e immobilizzata con fascette da elettricista legate ai polsi. “Dacci tutti i soldi che hai, tanto non ti mancano” hanno ingiunto gli sconosciuti in un italiano con inflessione esteuropea diretti al padrone di casa che gli ha indicato i cassetti nei quali era conservata una collezione di orologi di lusso.

Dopo aver fatto razzia di tutta l’argenteria, raccolta in diversi sacchi e buste, e presi i costosi orologi, i banditi si sono dileguati avendo però l’accortezza di legare i due coniugi con mezzi meno invasivi delle fascette. Per la fuga i banditi hanno utilizzato la Toyota Rav della signora. Dopo un paio d’ore la coppia è riuscita a liberarsi e a dare l’allarme. Il generale ha riportato una ferita ad un labbro ma non ha richiesto le cure mediche. L’entità del bottino non è ancora stata quantificata ma supererebbe ampiamente i 100mila euro di valore.

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/rapinato_in_casa_ex_comandante_guardia_finanza_speciale/notizie/1155810.shtml

Da leggere la ridicola frase in neretto del Messaggero…

 


Un gruppo di banditi, armati e a volto coperto si sono introdotti nel suo giardino e hanno atteso che il generale rientrasse. A quel punto li hanno minacciati per farsi aprire la porta e poi li hanno legati e imbavagliati mentre ripulivano l’abitazione da gioielli e argenteria. “Sapevano chi ero, mi chiamavano per nome”, racconta Speciale, “Probabile che qualcuno li abbia informati. In 50 anni di carriera ne ho passate di peggio: sono stato in Afghanistan, nel Kosovo, in Libano. Le ho viste tutte, però questa non l’avevo messa in conto: questo tipo di violenza è indescrivibile”.

Tutto è avvenuto poco dopo le 20 di ieri sera, quando Speciale (71 anni) è tornato a casa e, mentre apriva la porta d’ingresso, è stati aggredito. “All’inizio hotentato di reagire, ma erano in tre con una pistola: una scacciacani probabilmente”, continua il generale, “Mia moglie era in casa. Ci hanno legato polsi e caviglie con delle fascette da elettricista. Prima di andare via ci hanno tolto le fascette e ci hanno legati con le mie cravatte alle poltrone. Mi hanno vuotato casa: hanno preso le medaglie ricevute in 50 anni di carriera, i gioielli di mia moglie, l’argenteria, hanno svuotato la cassaforte, preso 5mila euro che avevo in tasca per pagare delle spese. Hanno riempito la macchina di mia moglie e sono scappati. Pure il cane, un pincher, volevano portare via. Erano ragazzi tra i 20 e i 30 anni molto probabilmente albanesi. Avevano guanti e passamontagna, jeans, scarpe da ginnastica, giubbotto: divisa classica. Il capo, l’unico che parlava, aveva gli occhi azzurri e ci diceva di stare tranquilli altrimenti ci avrebbero fatto male. Io indossavo un anello e la fede, si è preso l’anello e mi ha lasciato la fede“.

Scatta ora l’allarme sicurezza: “In 20 anni che viviamo qui non era successo mai niente”, aggiunge Speciale, “Da due anni stanno iniziando questi furti. Nessuno ha sentito niente, pioveva. La gente la sera ha paura si chiude in casa. Siamo corazzati, ci difendiamo con sbarre, allarmi, ma questi scavalcano e ti aspettano dentro ilgiardino. In casa non avevo armi, ma anche l’avessi avuta non avrei potuto far niente: mi hanno immobilizzato subito”.

EVIDENZA, Roma

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