Venezia assediata dalle ladre incinte: fingono doglie se arrestate

02-09-2014

Come vi raccontavamo qualche giorno fa, la strategia delle borseggiatrici incinte ha raggiunto una nuova fase: fingono improvvise doglie appena scoprono di essere in stato di arresto, tanto da dover essere portate al Pronto soccorso per una visita ginecologica di controllo, anche perchè poi dall’ospedale è più semplice uscire.
Più o meno il fatto in cui si sono imbattuti gli agenti del nucleo di Polizia giudiziaria della Polizia municipale, che sabato pomeriggio hanno arrestato, dopo un incessante pedinamento iniziato al mattino, due borseggiatrici rom bosniache, entrambe in stato di gravidanza, che operavano nei pressi degli imbarcaderi Actv.

Le due borseggiatrici, Misel Hamidovic di 19 anni, e Stefani Cizmic, di 20, erano state intercettate dagli agenti tra le ore 10 e le 15 nei pressi dei principali imbarcaderi Actv, tanto che era stata diramata una nota di allerta anche al servizio ispettivo dell’azienda di trasporto. Le due donne avevano tentato varie volte di borseggiare ignari turisti ma l’ultima azione, portata a termina ai danni di una giovane turista presso l’area tornelli dell’imbarcadero della linea 2 della Stazione ferroviaria è stata loro fatale. Gli agenti hanno infatti fermato la coppia mentre, con la solita tecnica, perpetravano il furto: mentre il “palo” controllava non vi fossero disturbi attorno, il complice, sfruttando la copertura di una camicia tenuta sul braccio, sfilava il portafoglio, ne prelevava il contenuto, gettando quindi a terra lo stesso portafoglio. Immediatamente perquisite, alle due donne veniva rinvenuta la somma di 230 euro in banconote, la patente di guida ed altri effetti personali di una turista brasiliana che era stata borseggiata il giorno prima.

Accompagnate al Comando della Polizia municipale ed informate che sarebbero state arrestate, le due donne a questo punto fingevano improvvise doglie, tanto da costringere gli agenti a portarle ad una visita di controllo al Pronto soccorso dell’Ospedale civile. Il controllo ginecologico risultava negativo e stavolta le due borseggiatrici venivano riaccompagnate nella cella di sicurezza.

Ieri mattina le due bosniache sono state condotte davanti al giudice sia per il borseggio in flagranza perpetrato a carico della ragazza derubata all’imbarcadero, sia per il borseggio in danno della cittadina brasiliana, effettuato il giorno prima, cui era stato sottratto un portafoglio Gucci contenente oltre 500 euro. L’arresto è stato convalidato e le due ladre sono state collocate con provvedimento di obbligo di dimora presso il campo nomadi di Baranzate (Mi) da cui provengono, in attesa dell’udienza dibattimentale che si terrà nel mese di ottobre.

Una successiva indagine degli inquirenti ha stabilito che le due borseggiatrici arrestate fanno parte di una holding multinazionale del borseggio composta da soggetti rom di nazionalità bosniaca, bulgara e croata; non sono mancate le occasioni in cui il medesimo imbarcadero era stato “visitato” anche da undici borseggiatrici, operanti in batterie di due-tre-quattro soggetti.

http://www.lavocedivenezia.it/2014/venezia-la-piaga-delle-borseggiatrici-030193/

EVIDENZA, Venezia

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