Diciannovenne rapita e massacrata da romeni: per sfuggire a stupro si getta dalla finestra

17-06-2014

Roma 17 giugno 2014 – L’ha adescata, picchiata, trascinata per i capelli in un tugurio abbandonato e poi data in ‘pasto‘ a fratelli e cugini mentre le fidanzate di questi provvedevano a trattenerla per i capelli per permettere ai quattro uomini di violentarla sessualmente. Ad agire spietatamente su una ragazza di 19 anni un ‘branco‘ di sei persone. L’orrore si è consumato la notte tra il 24 ed il 25 maggio scorsi dopo che la giovane meretrice è stata abbordata su viale Marconi da un connazionale di 34 anni.  Poi le violenze in un padiglione abbandonato dell’azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini, nella zona di Monteverde-Marconi. Secondo quanto ricostruito dagli agenti del commissariato Monteverde, diretti dal dottor Antonio Roberti, la 19enne, arrivata in Italia da poco è stata avvicinata da un uomo di 34 anni con baffi e barba. I due hanno pattuito una prestazione sessuale per la somma di 150 euro, ma da consumarsi a casa di questo ultimo. Raggiunto l’accordo la donna è salita su un taxi con il connazionale per poi arrivare nella zona della stazione di Trastevere. Arrivati allo scalo ferroviario i due si sono avviati a piedi nella zona dellospedale San Camillo – Forlanini. Giunti sul luogo,  l’adescatore ha portato la donna in un padiglione abbandonato del nosocomio di Monteverde, dalla parte di via Quirino Majorana, entrando in un edificio da un buco nel muro. Un posto buio e abbandonato che ha creato apprensione nella 19enne che, viste le brutte, ha provato a tirarsi indietro scatenando però la reazione violenta dell’uomo. Il 34enne, dopo averla colpita con calci e pugni l’ha infatti presa per i capelli trascinandola sino al secondo piano dell’edificio abbandonato.

Un orrore che era solo all’inizio. Una volta trascinata con forza nella stanza abbandonata il 34enne ha infatti chiamato tre uomini e due donne (di età compresa tra i 20 ed i 34 anni, tutti parenti dell’adescatore con le loro fidanzate), già nudi e pronti a mettere in atto una violenza sessuale di gruppo non prima di aver rapinato la vittima dei 150 euro che aveva in tasca in base alla prestazione concordata con l’adescatore. Una violenza sessuale che il ‘branco‘ ha provato a mettere in atto con una inaudita spietatezza con le donne e gli uomini a trattenere e picchiare la vittima ed il violentatore di turno pronto a cercare di consumare il rapporto. Una situazione al limite che ha dato una forza di volontà inaspettata alla vittima che in un momento di distrazione dei sei si è alzata gettandosi dall’unica uscita possibile: una finestra del secondo piano. Un gesto estremo costato caro alla 19enne, caduta su un cespuglio e poi su alcuni materiali di risulta. Ferita e scossa la vittima è stata quindi raggiunta nuovamente dai delinquenti che l’hanno rapinata degli altri soldi che aveva con privandola del telefono cellulare per evitare che potesse chiamare aiuto. Da qui è stata nuovamente trascinata per i capelli in un’altra area del San Camillo – Forlanini e nascosta in un cespuglio vicino ad una camera mortuaria. I malfattori si sono quindi allontanati non pensando che la giovane romena potesse avere un altro telefono cellulare con se. E proprio dall’apparecchio telefonico è arrivata la telefonata al 113 poco dopo la mezzanotte. Una chiamata difficile con la donna dolorante e sotto choc che ha provato ad indicare ai poliziotti cosa era accaduto e dove era stata portata. Poi la caduta della linea telefonica.

Immediatamente le pattuglie di polizia si sono messe alla ricerca della donna trovata grazie alla triangolazione dell’ultima chiamata e tratta in salvo. Trovata in condizioni critiche, con varie fratture agli arti inferiori, alla caviglia, ed un interessamento alla regione lombare, oltre ai traumi e agli ematomi delle botte ricevute, la donna è stata trasportata in condizioni gravi allo stesso ospedale San Camillo dove è stata ricoverata con 60 giorni di prognosi. Salvata la 19enne gli investigatori hanno quindi cominciato da subito le ricerche del gruppo. A guidare i poliziotti, coordinati dal dottor Luca Cosimati e diretti dal dottor Antonio Roberti, tre soli elementi descritti dalla donna: un uomo romeno, alto circa 1 metro e 60 e robusto. Gli agenti hanno quindi cominciato le investigazioni partendo dalla loro banca data e indicando una lista di possibili sospetti. Tra di loro i sei, che la vittima ha riconosciuto senza ombra di dubbio. Nel frattemmpo i malviventi, tutti senza fissa dimora e con precedenti specifici per reati contro la persona ed il patrimonio, si erano dai dati alla latitanza con l’adescatore che si era tagliato barba e baffi per evitare di essere riconosciuto. Il 34enne è stato poi trovato ed arrestato assieme ad un altro uomo ed una donna. I fermi dei tre sono stati convalidati dal gip, per loro l’accusa è “sequestro di persona“, “violenza sessuale di gruppo“, “rapina” e “lesioni“. Ancora latitanti gli altri tre membri del ‘branco‘, riconosciuti e ricercati per i medesimi reati dei loro ‘compagni di merende‘.

http://www.romatoday.it/cronaca/si-getta-balcone-violenze-sessuali-branco-.html

 

EVIDENZA, Roma

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