Bergamo fuori controllo: ‘Io, ragazza non posso uscire sola’

31-03-2014

Bergamo – Avere 22 anni e aver paura di restare in auto da sola. Una lettera arrivata alla redazione de L’Eco di Bergamo racconta la storia di una giovane bergamasca alle prese con i lavavetri, tornati alla carica ad alcuni incroci di Bergamo, anche a pochi passi dal centro città.

«Ultimamente noto che a ogni semaforo ci sono i lavavetri, zingari per la maggior parte. Sono molto insistenti e maleducati nonostante gli si dica che il loro servizio non è gradito – scrive -. Essendo una ragazza giovane mi capita spesso di essere vittima di loro minacce. Addirittura ad un mio rifiuto uno di loro mi ha aperto lo sportello dell’auto minacciando di picchiarmi. Alle mie urla di chiamare i carabinieri se né andato».

E la lettera continua: «Quello che mi domando è: i carabinieri dove sono? La legge dove è? Capisco che le persone in coda con me non si siano mosse per paura ma l’indignazione pubblica dove sta? Possibile che a tutti vadano bene queste cose?

Stessa situazione presso il cimitero di Bergamo. Una persona non può andare tranquillamente a visitare i propri cari che viene assalita da zingari ed extracomunitari. Non è una questione di razzismo, perchè sicuramente ci saranno dei bigotti che penseranno questo, ma pensate se succede ai vostri figli o alle vostre mogli, a me è andata fin troppo bene ma se quella persona avesse continuato e oltre alle minacce sarebbe passato alle mani?!».

«Ho visto con i miei stessi occhi una pattuglia dei carabinieri passare tranquillamente in parte a questa gente e non fare nulla, ma d’altronde come dagli torto: purtroppo una volta schedati questa gente è libera di tornare dove vuole grazie a queste stupide leggi. Ho deciso di esprimere il mio disappunto tramite il giornale che rappresenta la mia città nella speranza di venire ascoltata e trovare una soluzione per tutti».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/io-minacciata-da-un-lavavetri-perche-aver-paura-anche-in-auto_1052409_11/

E’ tale il lavaggio del cervello, che anche denunciando un ambiente invivibile, si deve sempre mettere le mani avanti: ‘Non è una questione di razzismo‘.

Bergamo, EVIDENZA

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