Pestata da marito islamico: «È il tuo padrone, può fare quello che vuole»

12-03-2014

PERUGIA – Picchiata e violentata perché il marito, secondo le norme musulmane, dispone della moglie come più gli aggrada. Se poi la donna lavora e si comporta in maniera troppo occidentale si merita questo tipo di punizione.

È la storia che ha raccontato ieri in aula una donna marocchina che non poteva denunciare il marito perché avrebbe avuto tutti i familiari contro, sia i suoi sia quelli dell’uomo. E così è stato. Lui, spacciatore di professione, la picchiava e costringeva la donna ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Perché era geloso e sospettava che lo tradisse con un gruppo di algerini (ritenuti rivali e inferiori) e con i familiari delle anziane assistite (la donna faceva la badante). In ospedale per lesioni, contusioni, fratture, diceva sempre di essere caduta, di aver sbattuto (l’ultima lesione era superiore ai 20 giorni ed era scattata la denuncia d’ufficio).

La donna aveva chiesto aiuto ai genitori, ma questi le avevano detto che dopo il matrimonio di lei disponeva il marito. Autorizzandolo a picchiarla e violentarla. Una volta lui era andata a prendere la moglie a casa di un’anziana, l’aveva trascinata per i capelli lungo la strada, sbattuta sul letto e violentata. Solo dopo mesi i familiari hanno sostenuto la donna nella decisione di lasciare l’uomo. E precisamente quando hanno scoperto che era omosessuale. Questo, secondo loro, era motivo giusto per mettere fine al matrimonio.

Le violenze sono finite solo quando l’uomo è stato arrestato per spaccio, condannato ed espulso. Prima di lasciare l’Italia, però, ha fatto in tempo a costringere la donna a portare i figli in Marocco e affidarli alla nonna paterna. Adesso lei è a Perugia, mentre i figli sono in Africa. E lei non li può vedere senza ritrovarsi faccia a faccia con il marito.

http://www.giornaledellumbria.it/article/article156681.html

 

EVIDENZA, Perugia

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