Torino: il suk dove gli immigrati vendono roba rubata alla luce del sole

02-12-2013

al cinema Massimo di via Verdi, vetrina del Torino Film Festival appena concluso, all’acciottolata via Andreis, c’è a mala pena un chilometro e mezzo. Distanza che ieri sembrava quasi siderale camminando tra le migliaia di persone che come tanti cercatori d’oro si aggiravano tra i lenzuoli stracolmi di vestiti, scarpe logore e vecchi cellulari del suk di Borgo Dora. «Qui al Balon tutti vogliono Checco Zalone». dice Said dietro il suo banchetto di fortuna pieno di dvd pirata. Bastano tre euro per una copia illegale di «Sole a catinelle».

Mille venditori

Le stradine alle spalle di piazza della Repubblica, si sono risvegliate occupate da un bazar di rifiuti e refurtiva. A spanne quasi mille venditori. Magrebini, ma non solo. C’erano i rom con le solite montagne di camice e giacche di seconda, terza mano. I peruviani specializzati nei prodotti dell’elettronica e anche qualche italiano. Come la signora Francesca. «Soldi non ce n’è, in qualche modo bisogna fare – spiega -. Vengo qui e almeno tiro su quella decina di euro per la spesa». Vende vestiti e vecchi soprammobili scovati in cantina.

Sorpresa

Con l’apertura domenicale dei banchi di Porta Palazzo e l’arrivo delle casette del mercatino di Natale del Maglio, il suk è scivolato nel rettilineo che dal canale Carpanini, sgorga nell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli. I vigili non hanno fatto niente per impedirlo. Come il Comune. All’associazione che gestiva fino a qualche mese fa il suk «regolarizzato» di piazza della Repubblica, sono stati negati i permessi per replicarlo nelle stradine di Borgo Dora come gli anni scorsi.

Mercato del bisogno

«Così ha vinto l’abusivismo», – dice il presidente di Vivi Balon, Dario Di Gennaro. E guardando il suk aggiunge, «è diventato un mercato del bisogno. I rigattieri sono spariti. Ogni settimana si allargherà sempre di più». Da mesi si parla di un trasferimento. In un primo momento si parlava di spostarlo nella «buca», l’area recintata vicino al ponte Mosca «ma, – aggiunge Di Gennaro – Adesso non basta più, sono troppi i venditori: meglio lo Scalo Vanchiglia».

Regali di Natale

Al suk si trova di tutto. Nel primo pezzo, decine di giovani africani vendono la «roba rubata». Vestiti firmati, spesso repliche taroccate, di maglie e scarpe di grandi marchi. Le Hogan costano 50 euro, la maglia Louis Vuitton 35, le Nike Air Max 40. Un ragazzino se le prova su un tappetino verde. La mamma lo guarda. Sembra di essere in via Roma, ma non è così. Qui non c’è lo scontrino, bisogna fare attenzione ai borseggiatori e si tratta sul prezzo. «Ma è l’unico modo per accontentarlo. Qui compriamo anche i regali di Natale», sospira la signora Maria.

Corse scontate

Il resto, è un mercato fatto di stracci e di rifiuti. Si vendono a 50 centesimi, due anni fa erano il doppio. C’è chi vende anche i biglietti del pullman. Un euro il singolo dieci il mensile. «Non sono falsi, sono i miei – dice Mohamed -. Costano la metà. E’ un buon affare».

 

http://www.lastampa.it/2013/12/02/cronaca/viaggio-nel-suk-degli-abusivi-tra-false-griffe-e-dvd-pirata-FURUU2VfCl8JbLWAsJCpqK/pagina.html

E poi a qualcuno daranno la ‘cittadinanza onoraria’.

EVIDENZA, Torino

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