Circondata e pestata da tunisine: “Dobbiamo ucciderti perchè sei italiana”

12-10-2013

PADOVA 12 ottobre 2013 – È stata aggredita a bordo del bus durante il tragitto da casa a scuola. È stata offesa e picchiata da tre coetanee, tutte tunisine di seconda generazione, che sono arrivate anche a minacciarla di morte. «Mi hanno offesa perché sono italiana», racconta la diciannovenne vittima delle vessazioni. Questa è una storia di bulli: bulli al femminile. Sul caso stanno indagando i carabinieri. Lunedì mattina, autobus Sita diretto a Padova affollato di studenti. Una ragazza di 19 anni della Bassa padovana, studentessa dell’istituto Gramsci, appoggia lo zaino a terra. Tre coetanee salite da poco alla Guizza e dirette al Ruzza le chiedono di spostarlo in malomodo anche se le provocazioni, in realtà, erano iniziate già da qualche minuto. La giovane accenna una risposta e loro si avventano in tre: la picchiano, continuano a offenderla facendo leva sul fatto che lei è italiana, la fanno stendere a terra e una le si siede sopra. Qualcuno cerca di attirare l’attenzione dell’autista che però continua la sua corsa senza rendersi conto di nulla. La ragazza, al termine della mattinata di scuola, si presenta in pronto soccorso e se ne esce con un referto medico.

Il giorno successivo, terrorizzata al pensiero di ritrovare le tre ragazze, si fa accompagnare in bus dal fidanzato. Ma anche questo non serve. Le tre giovani della Guizza minacciano anche lui, lo picchiano. Nel pomeriggio si presentano anche davanti a casa sua, continuando con le offese. A quel punto la giovane decide di sporgere denuncia e con il referto del pronto soccorso si presenta alla stazione dei carabinieri di Albignasego. Partono gli accertamenti e le tre giovani vengono identificate. L’indagine è ancora in corso. La diciannovenne vittima dell’aggressione a bordo del bus è ancora sotto choc. È a casa da scuola da qualche giorno, porta il collare ortopedico ed è terrorizzata all’idea di tornare fuori tra i coetanei. Anche i genitori hanno paura. «Non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Non sappiamo chi c’è dietro queste ragazze e temiamo per l’incolumità di nostra figlia», dice preoccupata la madre pregando di mantenere segreta l’identità. I carabinieri stanno cercando di capire se quanto successo lunedì e martedì è stato un episodio isolato o se le tre ragazze identificate hanno commesso altri atti simili. Per verificare al meglio la situazione è stato interpellato anche l’autista del bus.

Immigrati di seconda generazione e integrazione: un argomento sempre in voga, specie in una città come Padova. Non è la prima volta che proprio questi ragazzi, nati da coppie di immigrati trapiantate in città e provincia, si rendono protagonisti di episodi di violenza e bullismo. Succede a scuola come in piazza o nei patronati. Perché c’è un senso di rivalsa che emerge, c’è la paura di non essere uguali agli altri. Casi analoghi, in questi ultimi anni, sono stati riscontrati in quartieri come l’Arcella o la Guizza ma anche in centro davanti al Duomo: violenza fine a se stessa, rabbia, senso di sfida. Sembra un paradosso ma per raggiungere l’integrazione deve succedere anche questo.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/10/12/news/bullismo-femminile-picchiata-sul-bus-1.7910238

L’analisi finale è semplicemente patetica. C’è un evidente tentativo di giustificare le aggressioni razziali compiute dagli immigrati nati e cresciuti in Italia, quelli di seconda generazione a cui dovremmo svendere la cittadinanza italiana. Se degli italiani aggrediscono un immigrato si tratta di razzismo e ignoranza, se degli immigrati aggrediscono un italiano è “perché c’è un senso di rivalsa che emerge, c’è la paura di non essere uguali agli altri.”. Due pesi e due misure, allucinante. La frase finale poi è agghiacciante:  “Sembra un paradosso ma per raggiungere l’integrazione deve succedere anche questo.” Capito? Se vogliamo raggiungere l’integrazione dobbiamo farci pestare dalle bande di immigrati. Se siete disponibili recatevi a Padova e lasciatevi integrare.

EVIDENZA, Padova

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