‘Figlio di badante’ stupra figlia della sua convivente

01-08-2013


FoggiaToday
Foggia, abusa della figlia della compagna: arrestato romeno

Violenza sessuale, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia, sfruttamento della prostituzione e lesioni aggravate. E’ questo il ricco ‘ventaglio’ di reati di cui dovrà rispondere B.A., cittadino rumeno di 35 anni, arrestato questa mattina dagli agenti della Terza Sezione della Squadra Mobile di Foggia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia, Michela Valente.

Una vicenda tanto drammatica quanto torbida, quella ricostruita dagli inquirenti della mobile foggiana, consumata tutta all’interno di una famiglia “allargata” della comunità rumena presente nel capoluogo dauno. Tutto è iniziato a dicembre dello scorso anno, quando la vittima di questa storia è giunta in Italia dalla Romania, stanziandosi nella stessa abitazione della madre (che lavora come badante) e del suo nuovo compagno.

Sin da subito le attenzioni dell’uomo si sono riversate sulla nuova arrivata: prima avances più o meno esplicite, poi vere e proprie attenzioni sessuali sfociate in episodi di violenza. Così fino al 7 marzo scorso, quando la vittima ha trovato finalmente il coraggio di denunciare, con l’aiuto di un interprete, quanto costretta a subire tra quelle mura.

Inutili i tentativi di fuga della ragazza, che non poteva godere né della protezione della madre (atterrita dalle ritorsioni minacciate dall’uomo), né di quella del suo fidanzato che, giunto in Italia per “salvarla”, è stato letteralmente ‘pestato’ dall’uomo che gli ha provocato numerosi traumi facciali, per i quali il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo. Poi, spaventato, è rientrato in Romania.

Prima della denuncia, la ragazza aveva tentato un’ultima volta di fuggire, a piedi, da quell’abitazione ma, nel tentativo di attraversare una strada statale, era stata investita da una vettura che sopraggiungeva. L’autista, benché sotto shock, accompagnò la ragazza in ospedale dove le furono riscontrate varie fratture al bacino e ad una gamba. All’atto del ricovero in ospedale, però, si presentò anche il 35enne che, spacciandosi per il padre della ragazza, le evitò ogni possibilità di sporgere denuncia.

Ritornata a casa per la convalescenza, la ragazza è stata costretta ad assecondare ancora le pretese sessuali dell’uomo, nonostante le sue precarie condizioni di salute (le erano state impiantate protesi metalliche al bacino) e le conseguenti limitazioni nel movimento. Esasperata e determinata a porre fine a questo calvario, la ragazza è riuscita a denunciare il suo aguzzino mentre era – momentaneamente sola, ma sempre controllata a vista – all’interno di un ufficio postale. Qui ha chiesto ad un impiegato l’immediato intervento della polizia che, dopo aver avviato le indagini, ha collocato la malcapitata in una struttura protetta per donne vittima di violenza. Questa mattina, a conclusione di una complessa attività di indagine, l’uomo è stato tratto in arresto.

 

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