Banda di albanesi terrorizzava anziane: espulsi e recidivi erano liberi

09-07-2013

Hanno seminato il terrore per giorni, settimane, tra donne sole, in gran parte anziane. Bersagli facili, colpi vigliacchi ai danni di vittime inermi, spesso con acciacchi vari, proprio in considerazione dell’età avanzata. Le derubavano per strada, razziando le catenine e le borse, oppure aspettandole al rientro a casa, negli androni dei palazzi.

E domenica avevano già messo a segno un altro paio di «imprese», in corso Matteotti e corso Alessandria, sempre ai danni di pensionate. Poi, in serata, l’epilogo: in via Arò un’ottantenne uscita a cercare un po’ di refrigerio dalla calura estiva, si è sentita strappare la borsa.

Appena il tempo di vedere due giovani fuggire di corsa: ha urlato e un testimone, intuito quanto stava accadendo, ha avvisato il «113».

È scattata un’azione congiunta di polizia e carabinieri, con l’arrivo anche di una pattuglia della polstrada. Pochi minuti dopo il primo bandito è stato bloccato dagli agenti della Volante su un balcone di via Micca, dove si era arrampicato per cercare di nascondersi. Aveva una pistola giocattolo priva del tappo rosso regolamentare. Subito dopo anche il presunto complice è stato preso in via Arò, dai carabinieri del Radiomobile. I due sono albanesi, entrambi giovani, clandestini e con precedenti per espulsioni e reati vari. Ora sono in carcere a Quarto. Stamane saranno processati per direttissima.

Soddisfazione tra gli investigatori. Il coordinamento tra forze dell’ordine ha funzionato alla perfezione. «Qui non si tratta – ha precisato il questore Filippo Di Francesco – di fare distinzioni tra polizia e carabinieri: qui conta il risultato. E se la gente collabora, come è avvenuto in questo caso segnalandoci in tempo reale i fatti sospetti, la risposta dello Stato è altrettanto immediata».

Il questore (e con lui il capitano dei carabinieri Marco Pettinato) ha ribadito l’importanza della prevenzione e delcontrollo svolti sul territorio. «Stiamo attuando – grazie all’ammirevole impegno di tutto il personale e di quello dell’Arma - un’intensa attività di vigilanza e pattugliamento. Certo, non abbiamo la bacchetta magica, ma i risultati si vedono».

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