Integrazione a Brescia: nordafricano la sbatte contro muro e cerca di stuprarla

04-05-2013

Brescia. Lei piange, ancora sotto choc. Le parole le escono a fatica. «Mi ha sbattuto contro il muro, mi ha afferrata per la gola e ha cercato di violentarmi. Non credo che riuscirò mai a dimenticare lo sguardo di quell’uomo, i suoi occhi pieni di odio». A parlare è una ventiseienne, di Brescia, che ieri mattina è stata vittima di un tentato stupro mentre camminava lungo via Industriale, in città, diretta al lavoro. Mancavano pochi minuti alle 7. Il buio della notte aveva già lasciato il posto alle prime luci del giorno. Il suo aggressore «un nordafricano, di 30-35 anni, alto e di corporatura robusta» l’ha aspettata nascosto dietro a un angolo. «È sbucato all’improvviso. Mi è saltato addosso e mi ha immobilizzata contro un muro. Aveva i pantaloni abbassati», prosegue la ragazza. «Non riuscivo a reagire. Ero paralizzata dalla paura e lui era troppo forte per me. Mi diceva che voleva avere un rapporto, che voleva fare sesso con me».  Per alcuni, interminabili, istanti la giovane ha temuto il peggio. Si è guardata attorno nella speranza di vedere qualcuno che potesse intervenire in suo aiuto, ma in giro in quel momento non c’erano né passanti né automobilisti. «Improvvisamente, non so nemmeno io come, ho trovato la forza per urlare con tutto il fiato che avevo in gola», racconta. Fortunatamente la reazione della ragazza ottiene l’effetto desiderato: l’immigrato, spaventato, molla la presa e decide di darsi alla fuga per paura che le urla della vittima possano attirare l’attenzione di qualcuno. Una volta al sicuro, la ventiseienne telefona subito con il cellulare al 113, che dirotta la chiamata ai carabinieri. Dopo pochi minuti, una pattuglia arriva in via Industriale.
LA VENTISEIENNE descrive ai militari il suo aggressore e riferisce di averlo già incrociato per strada un paio di volte nelle scorse settimane. «In quelle circostanze, però, si era limitato a farmi qualche pesante apprezzamento, forse perché non eravamo soli. Io l’avevo mandato a quel paese e avevo tirato dritto».  In serata, la denuncia ai carabinieri, che sono sulle tracce dell’uomo. Ora la giovane ha un solo desiderio: «Quel mostro deve essere arrestato», dice tra un singhiozzo e l’altro. «Forse solo così riuscirò a superare lo choc. Io sono stata fortunata, ma ci sono tante ragazze che questa fortuna non l’hanno avuta. Quell’uomo è pericoloso».  Altre lacrime. Quindi, lo sfogo: «Queste persone vanno fermate. Servono leggi che tutelino maggiormente le donne perché ognuna ha il diritto di camminare serenamente per la strada senza la paura di poter incontrare uomini così. Purtroppo, però, nessuno fa niente, se non quando è ormai troppo tardi».
Nessuno fa niente. Non è tempo di fare qualcosa?

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