Secondo il Tirreno.it la bestia senegalese arrestata per lo straziante omicidio della 19enne a Castagneto Carducci, nel 2010 aveva aggredito delle persone con un’ascia. Ma era incredibilmente libero in Italia. A spacciare:
DONORATICO. Quando i carabinieri lo hanno fermato aveva ancora in mano l’ascia con cui aveva danneggiato un bar, rincorso un commesso e minacciato altre persone. E’ stato arrestato e portato in camera di sicurezza. Ieri il giudice ha convalidato l’arresto di Ablaye Ndoye, trentenne senegalese. Che ha patteggiato cinque mesi per minacce e danneggiamenti. Concessa la sospensione condizionale della pena, Ndoye è stato rimesso in libertà. Tutto sarebbe cominciato a causa di un panino al kebab, domenica sera a Donoratico. Secondo quanto è emerso da una rapida indagine dei carabinieri, Ndoye aveva avuto un’animata discussione con un commesso della kebabberia davanti alla stazione, che gli aveva ricordato di dover ancora pagare un panino mangiato qualche giorno prima. La discussione poi sarebbe sfociata in scontro fisico, fino all’intervento di alcuni passanti. Ndoye e il commesso sarebbero stati divisi ma poi il senegalese sarebbe tornato alla kebabberia, brandendo un’ascia da boscaiolo, minacciando il banconista e rincorrendolo fino alla cucina. Trattenuto da altri dipendenti del locale e allontanato una seconda volta, Ndoye si sarebbe messo a caccia di altre persone, quei passanti intervenuti in occasione della prima lite in strada, davanti alla kebabberia. Durante le ricerche l’africano si sarebbe fermato davanti al Bar Royal, minacciando altre persone e danneggiando gli arredi esterni del locale. Erano le 23 quando la centrale operativa dei carabinieri ha ricevuto la segnalazione. Sul posto è stata inviata una pattuglia che ha individuato Ndoye a poca distanza dal bar. Ancora con l’ascia in mano. L’uomo è stato bloccato, disarmato e portato in caserma. Ieri la convalida e il processo chiuso con il patteggiamento. http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2010/10/19/news/con-l-ascia-minaccia-un-barista-1.2124296
Buona integrazione a tutti.
Svolta nell’omicidio di Ilaria Leone (FOTO), la ragazza di 19 anni strangolata a Castagneto Carducci. Uno dei due senegalesi fermati – Ablaye Ndoye, 34 anni – è stato arrestato e portato in carcere a Livorno (FOTO). L’altro è stato rilasciato e fatto uscire da un ingresso secondario della caserma di Donoratico.
«Assassino, assassino». Così si sono rivolti alcuni amici della ragazza al giovane senegalese che stava uscendo dalla caserma insieme ai carabinieri (VIDEO). «Lo sapevo che era lui», ha urlato una giovane amica della ragazza. Secondo quanto si apprende, il giovane senegalese sarebbe stato conosciuto dai ragazzi della zona e anche da Ilaria.
IL CELLULARE NEL SUO ZAINO. «Il senegalese fermato era conosciuto come spacciatore e la giovane era una consumatrice di sostanze stupefacenti», ha detto il procuratore Francesco De Leo durante la conferenza stampa dei carabinieri a Livorno. Al 34enne senegalese gli inquirenti sono arrivati sia grazie al telefono cellulare della ragazza, trovato nello zainetto dell’uomo (nascosto nel giardino della casa dove il senegalese viveva insieme ad alcuni connazionali) che avrebbe ricevuto l’ultima chiamata da Ilaria Leone, sia dall’aiuto fornito dalla comunità senegalese molto forte nella zona. Il 34enne, ha spiegato il procuratore Francesco De Leo «era una personalità compatibile con quanto è successo: era conosciuto come persona violenta e con precedenti per lesioni, furto e danneggiamento».
«Ablaye Ndoye non aveva il permesso di soggiorno ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione le cui pratiche erano in corso», ha aggiunto Francesco De Leo, che insieme al comandante provinciale dei carabinieri Massimiliano Della Gala ha confermato che l’uomo non ha ancora confessato, ma che «su di lui ci sono pesanti indizi». I carabinieri hanno anche spiegato che «per la svolta delle indagini ha avuto un ruolo fondamentale la comunità senegalese».
VEGLIA SILENZIOSA. Venerdì sera veglia silenziosa a Castagneto promossa dal Comune che ha anche decretato il lutto cittadino il giorno dei funerali della ragazza (Nella foto la veglia in piazza del Popolo a Castagneto).«Quello che è accaduto in queste ore ci fa inorridire! (dovevi inorridire prima) – è scritto in una nota firmata da sindaco, giunta e capigruppo consiliari -. Castagneto Carducci non ha mai vissuto episodi di questo genere. Siamo una comunità coesa e solidale che rifiuta ogni tipo di violenza. Quello che è successo a Ilaria è una cosa atroce, indicibile, sconvolgente che ci lascia senza parole. Siamo tutti vicino alla mamma, al babbo e a Mattia».
DOVE È STATA UCCISA. Sarà l’autopsia, in programma sabato a Pisa, a confermare se Ilaria Leone sia stata anche violentata. I carabinieri del Ris stanno anche cercando di verificare dove la giovane è stata uccisa: sul corpo infatti ci sono segni di trascinamento. «Molto probabilmente – ha detto il procuratore De Leo – è stata uccisa da un’altra parte anche se poco lontano».
STRANGOLATA A 19 ANNI. La ragazza è stata trovata seminuda, con i pantaloni abbassati e da un primo esame sul corpo sarebbe stata strangolata a mani nude. Tracce biologiche sono state repertate dagli investigatori che indagano sull’omicidio di Ilaria. Lo ha riferito il procuratore di Livorno Francesco De Leo. Il magistrato non ha escluso l’ipotesi che la giovane possa essere stata violentata o che abbia subito un tentativo di violenza. Emerso anche che sarebbe stata uccisa altrove, non lontano, e poi trascinata nell’uliveto. Proseguono anche gli interrogatori di parenti e conoscenti.
FOTO Il luogo del delitto
La giovane lavorava al ristorante “La Gramola” poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo e di lei non si avevano notizie dalle 22 del primo maggio. Ad accorgersi del cadavere, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stata una persona che ha avvisato i carabinieri.