Lo sfogo di una mamma: “ha pestato mia figlia, libero il giorno dopo”

24-04-2013

LATINA – Dopo l’aggressione subita dalla figlia che aveva cercato di fermare un ladro all’interno dello store Benetton di Via Diaz a Latina, Daniela Claretti, nota commerciante del capoluogo, e titolare del negozio, si sfoga in una lettera inviata ai media.  Pubblichiamo qui la sua lettera. 

LA LETTERA – Sono Daniela Claretti, titolare del negozio Benetton di Latina, ma scrivo questa lettera-sfogo non in qualità di imprenditrice, ma di mamma e di cittadina, che ha a cuore famiglia e la città dove lavora, che ama profondamente.

I fatti: venerdì pomeriggio 19 aprile un ragazzo rumeno si aggira per gli scaffali del negozio di via Diaz, prova diversi capi d’abbigliamento fino a quando mia figlia, Simona, gli chiede gentilmente se può essergli utile, questo la tratta a malo modo e le getta addosso il vestiario che stava provando nel camerino, vestiario rovinato e abraso per via  dell’antitaccheggio strappato e fatto sparire. Ne nasce un’animata discussione verbale tra i due, fino a quando il ragazzo afferra alcune magliette e scappa fuori dal negozio, mia figlia lo rincorre e lo raggiunge: lì, il ragazzo colpisce con un violento pugno mia figlia che cade sull’asfalto svenuta, poi arrivano dei ragazzi che lo bloccano fino all’arrivo della Polizia.

Fin qui scene di ordinaria amministrazione, si potrà dire, la gravità maggiore, secondo me, arriva dopo l’arresto del ragazzo.

Il magistrato ne chiede i domiciliari, il gip invece pende per un’altra soluzione e riesce a far ottenere soltanto l’obbligo di firma al ragazzo, fino al giorno dell’eventuale processo in programma a fine maggio. La delusione per questa palese ingiustizia si consolida il giorno dopo, domenica 21 aprile, quando il ragazzo assieme ai suoi amici si ritrova sotto i portici di via Diaz fronte negozio a bighellonare lì per gran parte del tempo con l’intento di sbeffeggiare chi ha aggredito appena due giorni prima. Se questa è la punizione per chi trasgredisce che senso hanno le leggi? Se chi punisce sa perfettamente che la pena non arriverà mai se non attraverso una forma di rimbrotto, non siamo forse davanti a uno stimolo a delinquere?

La domanda che adesso vorrei porgere al gip è la seguente: «Se lui ha una figlia che rincasando sorprende i ladri e questi per fuggire la colpiscono violentemente, lui come si comporterebbe? Darebbe l’obbligo di firma o i domiciliari a  chi non ha rispetto delle persone, delle cose e della morale?».

http://www.radioluna.it/news/2013/04/latina-aggressione-da-benetton-lo-sfogo-di-daniela-claretti-quel-ragazzo-e-gia-libero/

 

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