Ai domiciliari spacciava: faceva figli per evitare il carcere

21-01-2013

Fermiamo la violenza degli Zingari

La maternità non le evita il carcere Arrestata mamma-spacciatrice a
VASTO. La recente maternità non è bastata questa volta ad evitarle il carcere. La magistratura vastese ha ordinato l’arresto di L.G., 40 anni, Rom di Pescara, la donna accusata con altri 4 indagati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti aggravato dall’impiego di minori.

«La donna è stata trasferita nel carcere di Teramo per darle l’opportunità di portare con sé e accudire la figlioletta di neppure un anno», fa sapere il dirigente del commissariato, Cesare Ciammaichella. Il vicequestore rivela quindi nuovi particolari sull’operazione denominata “Pincher”, come la razza del cagnolino che faceva la guardia alla donna e ai suoi presunti complici. «Sabato mattina, quando il blitz è scattato, la polizia ha fatto irruzione in diversi appartamenti abitati da famiglie di etnia rom. Alcuni uomini dell’anticrimine sono rimasti fuori dal condominio. Sono stati questi ultimi a vederla che si affacciava a una finestra e lanciava nel cortile del palazzo un bicchiere di plastica. Il bicchierino, finito in una fioriera è stato recuperato grazie a Tar, uno dei cani delle unità cinofile di Ancona. Nel bicchiere c’erano 18 grammi di cocaina purissima e di prima qualità che una volta tagliata avrebbe permesso il confezionamento di numerose dosi», racconta il vicequestore.

«L’arresto è stato inevitabile: la donna stava scontando nell’abitazione utilizzata per lo spaccio la condanna a un anno e cinque mesi di reclusione e in passato ha dato filo da torcere alla polizia anche per altri reati: furto, evasione, guida senza patente, danneggiamento, inosservanza delle misure di prevenzione», sottolinea il dirigente del commissariato.

E mentre l’anticrimine prosegue le indagini visionando diversi filmati e ascoltando decine di testimoni, la magistratura ha deciso di usare il pugno duro per riportare le regole al quartiere San Paolo e ridare serenità ai tanti residenti che hanno chiesto aiuto. «Si comincia chiedendo alle autorità preposte di sfrattare tutti coloro che usano un alloggio popolare per scopi illeciti. Abbiamo già chiesto la revoca dell’uso dell’alloggio in cui abitava la donna», conferma Ciammaichella. Un capitolo a parte riguarderà i minori che, secondo la polizia, venivano talvolta utilizzati per consegnare o andare a prendere la droga. «Più di un testimone ha confermato questo particolare. La questione è tuttavia delicata e va affrontata tutelando i minori», dice la polizia.

E intanto è caccia ai grossisti della droga che riforniscono il Vastese. Su questo punto le bocche sono cucite. «Posso solo ribadire che l’operazione Pincher è solo l’inizio di un filone che potrebbe avere nuovi sviluppi», conclude il vicequestore.

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