Pontevigodarzere: dà un passaggio a immigrati, sacerdote derubato

18-01-2013

PONTEVIGODARZERE. Li ha aiutati, ha concesso loro un passaggio caricandoli a bordo della propria auto lungo la tangenziale e per tutta risposta è stato derubato. Brutta avventura per don Michele Bagatella, sacerdote del Seminario minore di Rubano che si è ritrovato senza computer. Non rinnega il suo gesto e non nasconde una speranza: «L’aiuto non ha condizioni, io rifarei tutto ma ora spero mi restituiscano il mio computer: per me è molto importante». È successo mercoledì sera poco prima delle 23. «Stavo percorrendo la tangenziale da Vigonza a Vigodarzere» racconta, «improvvisamente ho visto tre persone che correvano a bordo strada e una utilitaria in panne sulla corsia di emergenza. Mi sono fermato senza pensarci neanche un attimo. Mi hanno chiesto un passaggio fino al capolinea del tram di Pontevigodarzere e così li ho fatti salire in auto. Erano stranieri, credo rumeni». Don Michele Bagatella è uscito dalla tangenziale e li ha scaricati nel parcheggio di Pontevigodarzere. Loro sono scesi, l’hanno ringraziato e se ne sono andati. «Poco dopo però ho osservato i sedili posteriori dell’auto e mi sono accorto che era sparito il mio computer portatile, quello che uso per le lezioni con tutti i dati della pastorale all’interno. Così ho chiesto aiuto ai carabinieri». Sul posto è stata inviata una pattuglia dei carabinieri del nucleo Radiomobile. I militari dell’Arma hanno parlato con il sacerdote, cercando di acquisire una descrizione anche solo sommaria dei tre individui che poco prima l’avevano derubato. Poi hanno dato il via alle ricerche nel quartiere, senza però riuscire a individuare la banda. Resta il fatto che di fronte ad un gesto di aiuto i tre giovani hanno risposto nel peggiore dei modi, tradendo la fiducia del prete. «L’aiuto deve essere sempre gratuito, non c’è bisogno di una risposta. Rifarei tutto: magari la prossima volta invece di caricarli subito in auto telefonerei alle forze dell’ordine». La denuncia è stata presentata ai carabinieri ma il problema, per il sacerdote ordinato nel 2010, permane. «In quel computer avevo salvato tutti i miei dati, ma soprattutto i documenti che servivano per svolgere le lezioni in seminario. Non voglio chiamarlo “appello” perché mi sembra esagerato, però mi piacerebbe che i ladri si mettessero una mano sul cuore e mi facessero riavere in qualche modo il computer. Per me è molto importante.

Imparare dall’esperienza è un tratto dell’intelligenza. Gli xenofili ne sono privi.

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