Società multietnica: poliziotto massacrato da Zingari, poi l’ambulanza assalita da Marocchini

02-01-2013


VIAGGIO ALLUCINANTE NELL’ITALIA MULTIETNICA: POLIZIOTTO MASSACRATO DAL CLAN DEGLI ZINGARI, L’AMBULANZA POI  VIENE ASSALITA DA BANDA DI IMMIGRATI

ROMA – Gli zigomi rotti, la mascella fratturata in più punti, il naso irriconoscibile, un’orbita oculare sfondata. Un ispettore di polizia che si era fermato per strada per sedare una rissa non scorderà mai il Capodanno del 2013. È accaduto verso le due del mattino di ieri a Marino, quando Antonio De Vincentis, rientrando a casa con la moglie dopo il cenone, ha visto quattro scalmanati che si menavano furiosamente davanti a un ristorante vicino alla «Fontana dei Quattro Mori», uno dei simboli della località dei Castelli. È sceso dalla macchina. Ha detto chi era. Ha cercato di fermarli. Ma è stato investito da una scarica di pugni che lo hanno fatto finire in coma in ospedale.

Tre uomini sono stati portati ieri sera negli uffici della Squadra Mobile, nella sede della Questura a Roma, e sono stati sentiti a lungo sull’aggressione. Sono memmbri del clan zingaro dei Casamonica. Le indagini, iniziate dal commissariato di Marino, diretto da Walter Di Forti, sono andate avanti per tutta la giornata con l’intervento della Polizia Scientifica. I quattro, stando ai testimoni (ce ne sono altri due oltre alla moglie del poliziotto) hanno picchiato a mani nude. Quindi è presumibile che qualcuno porti i segni del pestaggio sulle nocche delle dita. È stato fatto anche un prelievo di Dna.

CIRCONDATI

Stanno creando una società caotica

De Vincentis, 51 anni, di Marino, in servizio al commissariato Viminale, è stato prima soccorso all’ospedale ad Albano e poi trasferito d’urgenza al San Camillo dopo essere stato intubato. I medici lo hanno messo in coma farmacologico in attesa di operarlo. L’ambulanza che lo portava a Roma – coincidenza che dice molto sul clima di certe notti – è stata assalita lungo il percorso da un gruppo di marocchini a loro volta ubriachi. L’automezzo era vicino a viale Trastevere. Uno degli immigrati si sentiva male. «Gli amici ci hanno circondato – ha raccontato il conducente del veicolo – Volevano a tutti i costi che prendessimo a bordo un secondo paziente. Gli abbiamo detto che avremmo chiamato il 118. Niente da fare: quelli hanno sfondato un vetro e il ferito si è pure beccato le schegge addosso. Per fortuna siamo riusciti a ripartire».

L’aggressione al poliziotto è avvenuta all’esterno del ristorante «Il Cappellone». All’interno del locale il cenone stava finendo. Fuori gli scalmanati se le davano come belve. Non è escluso, secondo gli investigatori, che oltre all’alcol ci fosse di mezzo la cocaina. De Vincentis, per anni in servizio a Marino, il paese dove tutt’ora vive, rientrava a casa in macchina dopo aver salutato l’anno nuovo a casa di amici. Ha fatto vedere il distintivo e non è difficile immaginare cosa abbia detto. «Sono un poliziotto: fatela finita». Parole che potevano costargli la vita.

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